“Un po’ per celia e un po’ per non morir” (Ettore Petrolini)
Riflessioni sotto forma di filastrocche
di Rita Simonitto
Il ramarro sul balcone Era preso dal magone. La finestra come specchio Lo turbava di parecchio La livrea sia pure bella Al fin era sempre quella… Diventar camaleonte Suo parente, là dal ponte! Così stretto dal bisogno La notte fece il sogno D’una donna mascherata: “Son Invidia. M’ha chiamata? Come lei verde vestita Vuol giocare la partita?” “Oh! Niente maschera con me, Tanto ormai lei so chi è” “Non si può, no. Anche per lei Sono enigma. Santi Dei Ma le devo spiegar tutto? Questo vizio è sì brutto Che nessuno vuol avere… Ma mi faccia il piacere! Ha mai visto che qualcuno Se ne vanti? Ma più d’uno Mi rinnega, mentitore, per aver salvo l’onore.” “Meglio il camaleonte? Lui ha le risposte pronte. Realpolitik e altro Così sgama. Molto scaltro” “Non facciamo paragoni Fra i più e meno buoni Ma il fine che li spinge. L’invidia è una sfinge Che nasconde con l’affetto Il terribile progetto Di voler la distruzione Delle cose belle, buone”. “Ciò che afferma non mi va Sono soltanto falsità” “Non crede? Pensi a Jago Dell’invidia vero mago E veder come si gode Quando Otello si corrode!” “Ma se lei mi fa vedere Questo tristo suo potere Se lei si confessa a me Vorrà dir che amore c’è” “O ingenuo mio ramarro Il mio non è uno sgarro Dalla linea di condotta. Io esulto per la lotta Disperata di chi non sa Se è bugia o verità”. Ed il sogno si dissolse Sì veloce che non colse Lì per lì e per l’appieno Il poter di quel veleno. 21.08.24