Cinque poesie

di Cristiana Fischer

Noi come pietre: ossa e venature
che non ci differiscono per la natura
dai minerali più lontani
in Terra in pianeti e galassie,
noi coscienti come sforzi informi
di vita terminabile e finita in forme materiali
natura sempre e mai più infinita.
Eroe del tempo, forma sessuata nei millenni,
chi sei, il nulla? Nulla sei, chi consegna
la nostra vita al segno della morte
per vita vera altraterrena come sola
unica spirituale sorte
per noi spiriti carnali.
Ma è così bello il fragile
corpo di cui sono sagitta che collega
il segno alla ventura:
questa mi fa pensare all’ideale
che fa parte del tutto, un dio persino
che sa o campa di noi, un panteismo
locale globale universale: tutto è
e nessuno di noi lo può appropriare.

* * *
guardare
da un fuori vegetale dai minuti
movimenti del tempo
del vento e della luce
non è contemplazione è logica
osservazione razionale delle linee
di frattura e degli scontri
del mantello ribollente le onde sismiche
magneti dei percorsi inconsapevoli:
le furie le ragioni le intenzioni
gli ideali generosi la miseria prosperosa tutto appare
un intreccio di linee brulicante
di formiche alate e urticanti
a un pelo di distanza dalla terra la fascia
del nostro nulla possibile

* * *

io credo che il credo trascenda
e credo che tutto trascenda
e i doni soli appaghino la fame
che affama chiunque si svolge
come un insetto dal suo bozzolo
un albero dal seme una tempesta
dalle sue nubi furenti raccolte
dalle correnti aeree che non danno scampo
io credo che tutto si creda e che il nome
il nome è la nostra strettura
e la pretesa del massimo nome
la sua significanza
possibile a tutti

* * *

Si aggrappano gli alberi in aspetto severo
al loro bosco ai nuovi margini, la rete di radici
i funghi nutriti e i colori che regalano
equilibrio vegetale. Querce e carpini
induriti e sconvolti perenni nei secoli
fioriscono carezze di stagione e soddisfare
i voli è loro ferma e costante volontà.

* * *

Sono fuori di me talmente fuori
che la mia verità è appaltata a un’altra
un altro, altri plurali. “Io
sono la verità la via e quant’altro”
quello è il dispositivo, ideologia,
se credi e se ti affidi
a valori superiori.
Ma so che certi dicono
che la verità è il rapporto
con la verità che ti rigenera
e cresci ogni momento
rinasci te da te.
Bella scoperta. Ora racconto un sogno.
Ci siamo sentite e ritrovate
le due metà e abbiamo convenuto
di essere una e ci siamo abbracciate.
Ma un’altra che era dietro nega il fatto
giura che non ha visto niente
che c’ero solo io e sono la stessa.

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