Fra i banchi (3)
di Angela Villa
C come Cadenza: successione di due o più accordi che danno alla frase musicale un senso di caduta o di risoluzione.
Intervallo in giardino. C’è chi corre, chi chiacchiera, chi balla, chi salta con la corda, chi prepara bigliettini e cuoricini per la compagna dell’altra classe, la stagione degli amori è cominciata. C’è chi cade e si rialza subito, perché il tempo è poco e vuole continuare a giocare, non ha voglia di andare a ripulirsi, perderebbe minuti preziosi di divertimento. E poi ci sono i fanatici del calcio che insistono a tirare calci alle pietre oppure alle noci.
«Non si può!» Dico decisa.
«Ma perché?»
«Perché il libro del perché andò a mare e si perdé».
Un modo divertente per chiudere la questione per concludere il discorso, lo dico cantando e mi vengono in mente le cadenze musicali. In genere i miei alunni ridono, perché lo sanno che non si può giocare a calcio in giardino per ovvi motivi legati alla sicurezza, ma ci provano sempre lo stesso.
Un alunno, appassionato di botanica, va in giro con alcuni semi di uva e di mela, recuperati durante la mensa, li regala a chi ha un giardino…poi scopre che nella nostra classe nessuno ha un giardino.
«Possibile maestra?»
«Possibile, rispondo, non tutti vivono in una villetta come te»,
«Ma anche mia nonna ha la villetta e tutti i miei cugini.»
La scuola pubblica è bella per questo, permette di far capire che le realtà sono diverse. C’è chi pianta alberi in giardino, chi fiori sul balcone e chi sul davanzale di una finestra in un piccolo monolocale… come la mamma di Além che viene dal Marocco e vive da sola con la figlia. Il marito è morto l’anno scorso in un cantiere, le chiamano morti bianche.
Mi giro, qualcuno mi chiama. Il mio alunno speciale, piange, qualche bambino di un’altra classe l’ha preso in giro perché non cammina, lo abbraccio e lo consolo. G. spiega che sono bimbi piccoli, non sanno che esistono vari modi di camminare. C’è chi cammina in fretta e furia come il suo papà, chi passeggia lentamente proprio come lei e chi cammina con i quadripodi, come R.
«La prossima volta glielo spiegheremo vero, maestra?»
Sorrido e la ringrazio per questa bella osservazione. Anche R. è soddisfatto, non piange più. Lo prendo sottobraccio e, insieme agli altri, ritorniamo in classe, tutti camminano lentamente dietro R.
È una buona abitudine che i bambini hanno imparato a fare sin dai primi giorni in cui nella nostra classe è arrivato R. Qualcuno osserva le foglie che ha raccolto, qualcun altro finisce di raccontare un piccolo segreto, c’è chi vaga perché non ha voglia di rientrare in classe. Procediamo lentamente, insieme, vagabondiamo e ci raccontiamo ancora qualche storia. Che fretta c’è? Tuttavia c’è sempre quello che ci riporta alla realtà:
«Che cosa facciamo oggi pomeriggio, maestra?».
Consiglio di ascolto: Franz Liszt – Hungarian Rhapsody n.2 with Cadenza n.1
…resto sempre incantata davanti ai racconti di Angela Villa, quasi in uno stato di soggezione…non oso chiamarlo complesso di Stendhal per quanta bellezza e armonia. Lei é straordinaria nel mostrarci come la vita coincida con la musica e viceversa, di come la musica esca dai quei santuari che sono le sale di concerto per straripare nelle strade, nei cortili e nelle aule, nei consigli di classe…. Oppure, per me nuova, ci informa di come comuni amanti della musica, semplici ascoltatori siano invitati a sedersi tra gli orchestrali del centro Monte Rosa 91 durante i concerti…Pero’ mi commuovo quando Angela parla dei suoi bambini di classe, avendo anch’io insegnato nella scuola dell’obbligo. mi suscita molti ricordi…
Che bel commento, Annamaria, grazie, un regalo bellissimo. Sei riuscita a cogliere l’essenza da lettrice e scrittrice attenta.