di Paolo Carnevali
Il clima percepito a Londra e in tutta la Gran Bretagna lo definirei simile ad una ruota della fortuna. Il primo ministro Boris Johnson dovrebbe abbandonare la sua mentalità Brexit….
Ha mostrato una certa maestria nella gestione del coronavirus e ora dovrebbe fare lo stesso in Europa. Sono due i Boris Johnson: il liberale geniale che, come sindaco di Londra, ha cercato di unire la capitale, e il leader populista Tory che vive di divisioni. Un affascinante dottor Jekyll ed un brutale Mr. Hyde sono state le sue immagini da quando ha messo piede al numero 10 di Downing Street. In questa emergenza nazionale che si pensa durerà fino alla prossima primavera e potrebbe portare a 8 milioni di persone ricoverate, è uscito con una dichiarazione infelice e spartana. Il professor Chris Whitty, capo consigliere medico del governo, ha presentato cifre prospettando scenari di un Regno Unito a pezzi. Si prevede che l’80% della popolazione sarà infettata da Covid-19 nei prossimi dodici mesi.
L’infezione potrebbe riguardare sia gli addetti alla salute pubblica che a quella sociale: polizia, vigili del fuoco, personale sanitario, ecc. ecc. Pensare che il virus continuerà a causare problemi per un altro anno e che solo l’arrivo dell’estate lo placherebbe è un’opinione semplicistica. In un quadro del genere ci si interroga su come la vita in Gran Bretagna potrà continuare normalmente.
Si stima che almeno il 10% delle persone avrà tosse e febbre al momento in cui il Covid-19 raggiungerà il suo picco massimo. Boris Johnson ha detto che chi avrà questi sintomi dovrà autoisolarsi per almeno una settimana. Ma come potrà fare fronte il servizio nazionale alle pressioni delle domande di ricovero, se gli stessi operatori sanitari diventeranno trasmettitori del coronavirus?
L’80% di infezione sarebbe pari alla possibile morte di oltre mezzo milione di persone! Queste sarebbero le conseguenze del picco massimo dell’epidemia previsto tra la fine di maggio e metà giugno. mentre la strategia di quasi tutti i Paesi è quella di ritardare quel picco. Successivamente si prevede che il numero dei casi caleranno, soprattutto nei mesi estivi. Però in autunno il virus potrebbe ripresentarsi; e se non sarà stato trovato un vaccino, non saremo ancora in grado di proteggere le persone dalla malattia. Una vera ruota della fortuna….
Nell’ultima conferenza in diretta al Paese, dove sono stati annunciati i piani del governo per proteggere l’economia, le ultime parole di Boris Johnson sono state le seguenti: “Questo è un virus pericoloso e contagioso che senza delle misure drastiche travolgerebbe qualsiasi sistema sanitario. Sconsigliamo qualsiasi contatto non necessario, dobbiamo ritenerci in guerra. Dobbiamo agire come un qualsiasi governo di guerra e fare tutto il necessario per sostenere la nostra economia”.
Ora c’è da fare una considerazione: di fronte ad emergenze nazionali, la Gran Bretagna ricorre per tradizione a scelte improntate a freddi calcoli. E la riluttanza dell’attuale governo a mettere al primo posto la salute dei cittadini per contrastare questa epidemia di Covid-19 rimanda a scelte simili compiute dai governi inglesi durante gli anni ’40 e ’50. Il governo britannico è sempre stato bravo a fare calcoli utilitaristici. E nel corso del XX secolo già in due momenti storici cruciali ha ritenuto che non valesse la pena proteggere la popolazione in un modo serio e drastico, perché interventi politici di quel tipo avrebbero richiesto troppe spese. Ha fatto, invece, sempre il minimo necessario per placare le paure. Un esempio: durante la Seconda Guerra mondiale il governo Chamberlain prevedeva che i blitz aerei de Tedeschi sarebbero stati su scala molto inferiori a quelli che effettivamente avvennero e, dunque, sottovalutò il danno che la Luftwaffe tedesca poteva infliggere alla Gran Bretagna. E, invece di costruire rifugi, si concentrò sulla costruzione di fabbriche per munizioni e sulla crescita delle forze armate. Credo che la Gran Bretagna fu anche fortunata, perché non ci furono attacchi al gas. Lo stesso problema si presentò negli anni ’50: il governo non costruì bunker atomici per la popolazione ma soltanto per gli addetti alle attività governative. Questa tradizione di calcolo a freddo prevarrà oggi anche di fronte all’epidemia di Covid-19?
Non fermare i ritmi produttivi, i viaggi e le scuole e permettere la circolazione della gente negli spazi e luoghi pubblici è il segno di una utilitaristica riluttanza a mandare in crisi l’economia, ma significa allo stresso tempo accettare che milioni di persone vengano infettate senza pianificare nessuna difesa sanitaria civile. E siccome la minaccia del coronavirus è una realtà, è evidente l’enorme differenza tra favorire un calcolo soltanto utilitaristico e un intervento radicale contro una pandemia globale.
—-Messaggio originale—-
C’è da domandarsi quanto del tessuto sociale puoi togliere, prima che le cose cadano a pezzi? Queste, sono le settimane più strane vissute nella capitale inglese, nel Paese e nel mondo. Notizie di amici con varie sfumature espressionistiche, con battute ironiche e angosce. Tutti pronti ad offrire consigli in competizione tra loro, mentre il popolo prova a cercare di comprendere.
Abbiamo le immagini terrificanti dell’Italia con Bergamo, quindi ognuno cerca di rispondere a modo suo: cercare di viaggiare in metropolitana senza toccare i corrimano, occupare immaginarie distanze di due metri nel parco, usare disinfettante per le mani, code per fare acquisti di alimenti ecc. ecc. Dedichiamo con grande ansia il nostro tempo a dire che la salute è tutto quello che conta e solo giovedì non ci indignavamo per le persone che bevevano nei pub affollati, andavano nei negozi del centro, persone che tossivano nervosamente nei gomiti sui bus, convincendoci che non c’era niente di sbagliato e pericoloso. Ci guardavamo a distanza sorridendo. Adesso viviamo una nuova realtà, in questi giorni di primavera le ambulanze si rincorrono. Cominciano i problemi.
Ricordo un romanzo di José Saramago, “Cecità”, in cui una intera comunità è resa senza vista da una piaga, a parte una donna, la moglie di un medico che guarda il mondo impazzire intorno a lei.
Tim Adams
(ex redattore della pagina dei libri di Observer e della Rivista Reviw. Scrittore.
autore di “Being John Mc Enroe”[ essere Mc Enroe] in Italia edito da Mondadori.)
[tradotto]
SEGNALAZIONE
La pandemia mette a nudo i disastri del liberismo
di Turi Palidda
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/17255-turi-palidda-la-pandemia-mette-a-nudo-i-disastri-del-liberismo.html
Stralcio:
Ricordiamo che in diverse occasioni di catastrofi lo stato finisce per far ricorso al coprifuoco con la scusa di colpire gli sciacalli mentre in realtà mira a domare la “folla scatenata dal panico” (per ultimo si ricordi il caso Katrina a New Orleans: Bush ordinò il coprifuoco e poi una darwinistica selezione della popolazione per la città ricostruita secondo i criteri liberisti). Il panico è ben prevedibile difronte non solo a una pandemia che non trova cure sufficienti, ma soprattutto per la disperazione dei dannati del mondo liberista: i contaminati che non possono essere curati per mancanza di dispositivi sufficienti, i senzatetto, i detenuti, i lavoratori al nero e in generale chi perde anche solo una parte del reddito che aveva prima (vedi articolo di Andrea Fumagalli). Secondo Boris Johnson la pandemia si cura approntando ciò che qualcuno ipotizza come una sorta di ecatombe di 4-500mila anziani; risolverebbe così il problema dell’INPS inglese. Ferrara (sul Foglio) gira la domanda al professor Francesco Giavazzi: “sarebbe migliore o comunque senza alternative civilmente superiori un mondo scremato di chi non ce la fa a resistere a una pandemia di polmonite che strozza le vie respiratorie con la violenza del coronavirus?’ La risposta, dall’ alto del cinismo di gente implicata direttamente nel ricambio per via dell’età, era stata un agghiacciante e tecnico: sì. I costi della vecchiaia sono altissimi, quasi insopportabili, e non sarebbe la prima volta che civilizzazione e natura si trovano alleate in una selezione demografica spinta”.
Il mondo è in una situazione critica, la pandemia che si diffonde in tutto il mondo con una gravità devastante in alcuni Stati mette paura. Penso al momento all’Iran….
Quello che dice Abate è interessante, proprio ieri sera l’ho letto assieme a Carnevali che ringrazio nell’aiuto (traduzione).
La mia preoccupazione è che presto tutto questo potrebbe trasformarsi in un danno economico finanziario. Questa è una vera guerra.
Anche il servizio sanitario britannico dal 2015 ha avuto notevoli tagli, rimanendo indebolito. Abbiamo sempre privilegiato gli interessi degli affari rispetto al bene pubblico. In più esiste una crescente disuguaglianza sociale. Si dovrebbero garantire alle imprese coinvolte nei fondi pubblici che siano guidate da interessi pubblici e non privati. I governi devono migliorare le attività di ricerca e sviluppo verso il sociale.
Quasi un mese dopo che Boris Johnson ha osservato con disinvoltura che il virus si diffondeva solo un po di più, ha finalmente dichiarato un blocco più rigoroso, facendo così eco alle molte nazioni europee coinvolte. La posizione del Primo Ministro sul contagio si è evoluta rapidamente?
Intanto in Iran il contagio avanza in maniera esponenziale. E cosa sarà di tutti quei Paesi “dimenticati dal mondo”? Il Sud America si chiude e si mette in quarantena per combattere il corona virus con l’aiuto delle forze militari: del resto in questa parte del mondo sembrano abituati alla gendarmeria offerta dagli Yankees…..
In Brasile il presidente Bolsonaro, si fa vedere in mascherina, e continua a minimizzare l’emergenza!
Le pandemie vanno curate a livello universale, non deve esistere un pensiero nazionalistico, individuale, come il tentativo di Donald Trump di acquisire una licenza americana. Dico questo, perché vivo la situazione qui a New York. Sicuramente pagheremo a caro prezzo tutto questo. Vale per tutto quello che riguarda la collettività, come il problema climatico, credo.
Questo virus è una esperienza importante che mette in luce la mancanza di preparazione e resilienza dell’economia sempre più globalizzata e interconnessa. Usiamo questo momento storico per evidenziarlo alle parti interessate al problema economico capitalistico che domina il mondo. E speriamo bene….
It is very true and the same time it is very sad the situation that is seen now all over the world, many presidents do not take coientiously what is happening, the only thing that interests is only the economy and I wonder where humanity is if it really exists. I only know that we have to have faith and hope only God knows what awaits us in this worl because it was we who are ending it.
Yahuana Emily Gabriel
[ E’ molto vero e allo stesso tempo è molto triste la situazione che si vede ora in tutto
il mondo, molti presidenti non prendono coscienziosamente quello che sta accadendo, l’unica cosa che interessa è l’economia e mi chiedo dove sia l’umanità, se
esiste veramente. So solo che dobbiamo avere fede e sperare, anche in Dio.
Solo noi sapremo cosa ci attende e se saremo capaci di fare affondare tutto. ]
Boris Johnson è un giocoso provocatore. Come Primo Ministro, durante la più grande crisi sanitaria della sua vita ha cercato una strategia originale per gestire e contenere la diffusione della malattia. E’ un istintivo libertario. Non crede nel dire alla gente cosa fare, è un social darwiniano. E’ un prodotto della sua classe e del suo background.
Durante una recente ondata di caldo a Londra, ricordo, rimproverò coloro che ritenevano che viaggiare con i mezzi pubblici fosse intollerabile con 40°. Lui disse:
Questi sono alcuni modi in cui Boris Johnson si considera Sir Winston Churchill. Le critiche rivolte sono state emesse nel nome della scienza. Sono un epidemiologo e quando ho saputo del piano ” immunità di gregge” ho pensato che fosse satira.
David Runcimann
[ insegna all’Università di Cambridge]
tradotto da Paolo Carnevali
Lui disse
( chiedo scusa per la dimenticanza commessa nel tradurre….)
Questo fine settimana Boris Johnson ha annunciato di avere contratto il virus. Il Primo Ministro seduto su una sedia in cuoio davanti ad un camino in Downing Street commenta i fatti che si susseguono ogni giorno con ottimismo. La sua positività sembra mettere fine ad una gestione della pandemia iniziata molto male. Comunque il blocco britannico non è ancora come nel resto dell’Europa, qui ancora siamo autorizzati ad uscire di casa una volta al giorno per l’esercizio fisico. La polizia può imporre il distanziamento e fare multe….
Ma da quando sono state imposte le misure, una certa calma sembra esserci e Londra è molto più tranquilla. Il governo ha chiesto duecentocinquantamila volontari per aiuti nel distribuire cibo, medicine e altra assistenza. Adesso non resta che la speranza!
Jonson, Gove e Hancock invitano la popolazione a pensare agli altri. Ma questo governo e i tre che lo hanno preceduto hanno fatto esattamente il contrario. Molti di coloro che hanno sofferto maggiormente sotto l’austerità, sono adesso identificati come lavoratori indispensabili: che si tratti di dottori e infermieri, addetti alle pulizie negli ospedali, di addetti alla distribuzione con contratti a ore zero, di badanti a salario minimo ecc.
Indipendentemente dal fatto che il governo creda di avere un potere, la cosa più importante che dovrebbe fare è quella di ascoltare e seguire i consigli di chi affronta la vita in prima linea.
Rachel Malik
[ giornalista London Review Books]
Non è difficile vedere che se avessimo finanziato correttamente il nostro SSN, oggi meno persone sarebbero in difficoltà negli ospedali affollati. Non è difficile vedere che se avessimo avuto umanità nel remunerare i lavoratori autonomi a zero ore, non li vedremmo lavorare duramente attraverso una pandemia e alimentarne la diffusione. E nemmeno è difficile vedere che se non fossimo entrati in una fasulla guerra commerciale contro l’Europa, non avremmo ancora problemi interamente artificiali, posti in cima alla complessità della crisi. Il punto è anche che un governo non può commettere errori in una crisi.
Marmaduka Jink
(trad. Paolo Carnevali)
I ministri hanno scrollato le spalle agli avvenimenti fino a quando non sono stati costretti a cambiare atteggiamento. Non puoi fermare questa pandemia se non conosci che è infetto. Abbiamo un semplice messaggio per tutti i Paesi: fare i test!. Solo questo prova i casi sospetti. Se risultano positivi, isolare e scoprire quali sono i contatti.
Il Regno Unito è ora in competizione per ottenere il kit di cui necessita, in particolare il test di reazione a catena della polimerasi che dice se uno ha il COVID-19 o no. A lungo termine, le speranze sono riposte negli esami del sangue per gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario che combattono l’infezione. Questo potrebbe essere un punto di svolta, consentendo ai lavoratori in prima linea di isolarsi, per esempio si potrebbero riaprire le scuole.
Sarah Boseley
[ redattrice pagina “salute” del The Guardian]
( Gentilmente mi ha rilasciato il suo punto di vista che ho tradotto)
La riluttanza del governo britannico ad agire rapidamente e con decisione è in evidente opposizione con altri Paesi europei, anche se adesso sembrano omologarsi un po tutti. Del resto deriva da una familiare, ma letale combinazione di nazionalismo, orgoglioso per mantenere il più a lungo possibile l’economia in vantaggio. Una strategia dura da abbandonare nel mondo anglosassone.
La sceneggiatura da guerra è stata adottata consapevolmente? I comportamenti ostili di vario genere si riflettono nella nostra società: tra i poveri, i meritevoli, tra chi perde un lavoro e viceversa, i veri richiedenti asilo e gli altri migranti, tra il popolo e una piccola élite. Queste ostilità stanno facendo la loro parte. Del resto le guerre hanno sempre avuto i loro profittatori.
Roseanne Watt
Ho avuto modo di parlare ancora una volta con David Runciman, professore di politica e storia all’università di Cambridge. L’incontro mi è stato concesso alla London Review of Books. Ringraziandolo, riporto il suo commento:
Il corona virus non ha sospeso la politica, perché questa sta rilevando la natura del potere. In un blocco come questo, vediamo come vengono assunti i ruoli di potere sull’agire. Sulla riduzione delle nostre libertà. Le persone sono bloccate a casa e le loro azioni sono limitate alla sfera domestica. In che modo i governi esercitano i poteri straordinari? E il polo come risponderà?
Queste sono domande che preoccupano i teorici della politica. Ma come dimostra l’attuale crisi, il fatto principale che sta alla base dell’esistenza politica è che alcune persone decidono e altre eseguono…..
C’è dunque un compromesso tra la libertà personale e le scelte collettive. Il filosofo Thomas Hobbes a metà del XVII secolo evidenziò questo quesito faustiano, quando il Paese era distrutto dalla guerra civile. Hobbes faceva presente che l’esercizio del dominio politico, voleva dire avere il potere sul popolo. L’unico motivo per cui potremmo dare questo potere, è perché crediamo che sia il prezzo da pagare per una sicurezza collettiva. Ma è anche vero che affidiamo decisioni di vita o morte che poi non possiamo controbattere. Dunque non dovremo altro che obbedire sotto i poteri coercitivi che lo Stato ha a sua disposizione. In una democrazia, abbiamo il lusso di attendere le elezioni per decidere chi mettere al governo, ma questo diventa una chimera quando un “potere” si fa scudo di temi riguardanti da sopravvivenza. La crisi ha messo in evidenza la verità: i governi assumono modelli di decisioni forti, siamo nelle mani dei nostri leader e non possiamo esprimere giudizi. L’esempio della Cina che è riuscita a contenere la epidemia ricorrendo ad una “spietata e severa prevenzione”. Le democrazie lo saranno ugualmente?
In queste ultime settimane siamo di fronte ad un’altra realtà: i giudizi definitivi riguardano l’uso del potere tra adattabilità democratica e spietatezza autocratica che potrebbe trasformare i nostri futuri.
David Runciman
Non so come siano stati accolti in Gran Bretagna i ragionevoli dubbi sollevati da Runciman sui rischi della democrazia.
Qui dubbi analoghi ha sollevato il filosofo Giorgio Agamben ricevendo sberleffi e contestazioni spesso volgari.
Cfr. https://www.facebook.com/groups/1632439070340925/search/?query=AGAMBEN&epa=SEARCH_BOX
Hai colto nel segno! Il solito atteggiamento riservato agli intellettuali “catastrofisti”. Trovo molto interessante l’intervento del filosofo Giorgio Agamben e hai ragione Ennio quando dici che dovremmo riflettere. Ho letto attentamente nani, ballerine…. ed è giusto: questo potrebbe essere o diventare un laboratorio per preparare nuovi assetti politici e sociali che attendono l’umanità.
Per quanto riguarda il “distanziamento sociale”, credo che è un orologio che porterà a prospettive infelici.
” I test da soli non saranno la soluzione. Abbiamo bisogno di un programma di sorveglianza della comunità e la traccia dei contatti. Solo questo sistema stabilisce l’identificazione delle persone che hanno contratto il virus . Trovare questo virus è come combattere una guerriglia, se non sai dove si nasconde, la battaglia è perduta. Senza un programma comunitario per il rilevamento dei casi e la traccia dei contatti, potrebbe essere troppo tardi. In Cina c’è stato uno sforzo di sorveglianza enorme: il governo ha imposto blocchi regionali a tappeto, chiuso negozi, bar, università, scuole, sorvegliato i supermercati e le farmacie. Hanno applicato una App per monitorare i sintomi delle persone. Con questo sistema è riuscita a sopprimere la trasmissione del virus in due mesi. Adesso potrebbe essere già tardi anche nell’attuale drammatico cambio di direzione avvenuto o pregare perché gli scienziati possano fare miracoli.”
Anthony Costello
[ Professore di salute globale presso University College di Londra]
(traduzione)
Non sono un segreto le divisioni dell’Europa e la cultura politica irrazionale anglosassone che rappresentano una sfida al funzionamento di ciò che conosciamo come economia mondiale. Il panico causato dal covid-19 ha esposto le debolezze. In effetti, in Europa e negli Stati Uniti il fallimento dei governi è stato così grave che ora affrontiamo contemporaneamente una catastrofe per la salute pubblica e un disastro economico.Poi a peggiorare le cose, credo che Trump sembra tentato di destreggiarsi a modo proprio.
Adam J. Tooze
[professore di storia]
Al riguardo della questione morale il blocco non è semplice, specialmente quando il tempo è bello e risplende il sole. C’è la voglia di stare all’aperto, di sentire il calore del primo sole, lo sdraiarsi sul prato è irresistibile. Chiudere gli occhi e immaginare che la vita sia tornata normale. La libertà è così importante che perderla è peggio della morte. Molti non saranno d’accordo. Dobbiamo accettare la necessità del distanziamento sociale.
I filosofi della morale e i politici lottano spesso con il conflitto delle scelte individuali e il bene comune. Immanuel Kant pensava che la questione morale fondamentale fosse diversa: pensava che fosse giusto agire in modi che fossero una legge universale. Sappiamo che se tutti facessero picnic nel parco, nessuno potrebbe farlo in maniera sicura e se lo faccio, agisco in un modo che non potrebbe essere per tutti. Mi affido a tutti gli altri che rispettano le regole. Dunque mi pongo come un’eccezione. Questo non è il modo di trattare le altre persone con rispetto. Un filosofo politico come karl Marx, forse guarderebbe le decisioni prese in un contesto sociale che non abbiamo scelto. La limitazione è una esperienza molto diversa da contesto a contesto. E’ più facile stare a casa con un giardino, una bella terrazza, computer potenti, possibilità di servitù….
Il blocco rinforza le disuguaglianze sociali esistenti. E’ certamente un segno della crisi in cui ci troviamo, se il semplice prendere il sole nel parco solleva le domande più varie su ciò che conta veramente nella nostra vita: la felicità di tutti, anche se faccio affidamento sul fatto che gli altri obbediscono alle regole, come direbbero gli utilitaristi. O rispetto ed equità come avrebbe detto Kant. Il ruolo della responsabilità individuale in un contesto sociale, come insisterebbe Marx. Infine, possiamo attingere ad un altro valore molto importante per Marx e aggiungerei anche per Rousseau e Hegel: il valore della solidarietà. Esistono enormi disparità tra i sacrifici che alcuni devono sostenere per il bene di molti. Il personale sanitario e altri operatori del sociale che rischiano la vita per prendersi cura dei malati e mantenere i servizi essenziali. Per tutti i restanti, c’è ben poco da fare per fare la differenza in questa crisi globale. E’ facile sentirsi importanti e sopraffatti, ma solo stando a casa faremo la nostra parte. Questo è il massimo e il minimo che possiamo fare.
Alison Hills
[Professore di filosofia St. John’s College, Università di Oxford]
thank You Alison Hills. I hope I understandably translated your comment. I hope to meet you soon in London….
La prima risposta di Boris Johnson fu in contrasto con il resto del mondo, mettendo in evidenza il mito dell’eccezionalità britannica. E dal momento che stiamo parlando del ridicolo, non esiste una eccezionalità inglese specifica, una fantasia di libertà personale come identità etnica e nazionale. Lo stesso primo ministro ha a lungo coltivato questa idea.
L’imitazione di Churchill di Johnson è sempre stata un modo per affermare che la sua ostentazione non è una semplice auto-indulgenza, ma il segno di un destino speciale. L’idea centrale di questa filosofia è l’inalienabile diritto dei britannici a vivere la propria libertà, a fare le proprie cose. L’adozione di un approccio nazionale distintivo verso la pandemia globale, il mito di un amore per la libertà personale come distintivo nazionale sostiene una certa riluttanza ad imporre restrizioni. E così tante vite sono state sacrificate. L’eccezionale “istinto britannico della libertà” ha poco a che fare con la storia e molto di più con la politica attuale, in particolare con la Brexit. Il covid-19 ha fatto scoprire a Boris Johnson che non esiste “l’eccezionalità britannica”. Il virus non ha fatto eccezioni, nemmeno per lui. La minaccia è cosmopolita e globale. Un’altra considerazione: ci sono 200 diverse nazionalità rappresentate tra medici, infermieri e personale ausiliario e questa è una consolazione in questo disastro e anche la consapevolezza che la Gran Bretagna è eccezionalmente fortunata ad averli.
Fintan O’Toole
[editorialista dell’Irish Times]
( Traduco e ringrazio in questo incontro al Poetry Café)
La disuguaglianza non solo peggiora le pandemie, ma potrebbe causarle. Molto è stato scritto su questo, esiste una scuola di pensiero che, storicamente, le pandemie hanno avuto maggiori probabilità di manifestarsi in momenti di disuguaglianza sociale e discordia. Che dire della realtà?
Lo storico Peter Turchin ha descritto una forte associazione statistica tra connessione globale, crisi sociali e pandemie nel corso della storia. Un esempio è il II° secolo d.c. quando gli imperi romano e cinese erano al culmine della loro ricchezza e potere; I poveri che stavano godendo del periodo d’oro della via della seta, a partire dal 165 d.c. furono devastati da pestilenze e gli imperi andarono in declino. La peste di Giustiniano nel 6°secolo e la “morte nera” nel 14°secolo avvennero in circostanze simili. Ossia la globalizzazione porta alla nascita di nuovi agenti patogeni. Le pandemie non sempre innescano disordini sociali, ma possono farlo, mettendo in rilievo le stesse disuguaglianze che le hanno causate. Questo perché colpiscono più duramente i poveri. Questo era vero in passato e lo è ancora oggi. Le persone appartenenti alle classi sociali più in difficoltà possono sentire la pressione del lavoro, hanno un livello inferiore di alfabetizzazione sanitaria, meno fiducia e perfino problemi linguistici. Dunque maggiormente esposti. I governi dovrebbero tenere d’occhio questi sviluppi, nel valutare ulteriori restrizioni, perché anche se è difficile sostenere oggi che la cura è peggiore della malattia, la cura potrebbe provocare un malessere completamente diverso e la storia ci insegna che nessuna società è immune dalle proteste sociali. A lungo termine, ovviamente potremmo affrontare la terribile disuguaglianza diventare rivolta e distruggere come un bisturi letale la società.
Laura Spinney
[giornalista scientifica]
Thank you very much Laura, see you soon.
Molti sostengono che l’Oriente abbia vinto questa guerra di narrazioni contrastanti. Il filosofo tedesco di origini coreane Byung-Chul Han, in un suo saggio ha sostenuto che il Giappone, Corea del Sud, Cina, Hong Kong, Taiwan e Singapore sono i vincitori, perché hanno ereditato una mentalità autoritaria figlia della loro cultura: il confucianesimo. Le persone sono più obbedienti che in Europa, si fidano maggiormente dello stato. La vita dello stato è maggiormente organizzata.
Il filosofo sloveno Slavoy Zizek teme un contagio autoritario anche in Europa. La mancanza di unità europea, l’impotenza che circola nei singoli stati, è vicina ad un appuntamento con la storia, perché se l’Europa fallisce, andrà tutto in pezzi! Il mondo vive la battaglia in maniera disordinata, mentre dovrebbe essere unito.
Bidisha SK Mamata
[ traduzione P. Carnevali]
Per molti il blocco non è solo belle letture di romanzi e buon tempo in famiglia, ma difficoltà e paure. I lavoratori a basso reddito sono sottoposti ad una grave tensione. La settimana passata ho parlato con una londinese di origini polacche che vive a Brixton e lavora in un ente di beneficenza e solidarietà. Dall’inizio della crisi, il numero di persone che si mettono in contatto è triplicato e aumenta costantemente. Persone senza reddito, molti sono migranti licenziati da piccole imprese. Molti vorrebbero tornare dalle famiglie nei loro paesi di origine, ma questa è un’opzione impossibile al momento!
Molti non hanno pratica del sistema britannico e hanno difficoltà linguistiche. Appartengono ad un mondo sommerso che la società fa finta che non esista….
Quando si fanno analogie tra la crisi del covid-19 e la seconda guerra mondiale, dimentichiamo che questo tipo di “conflitto” è legato alla mobilitazione di massa. Si guarda a questa nuova catastrofe sociale con troppo poca attenzione.
John Harris
Leggendo le notizie di questa mattina: se lo studio pubblicato su “Scienze” dagli scienziati della Scuola di Salute pubblica T.H. Chan dell’Università di Harvard risultasse vero, saremmo di fronte ad una terribile notizia. Il covid-19 avrebbe sviluppi stagionali e imporrebbe quarantene intermittenti almeno fino al 2022. Potrebbero essere scenari ai quali dovremmo prepararci in assenza di un vaccino.
Il contagio rischia di riprendere non appena si allentano le restrizioni. Secondo gli esperti, continuerà a circolare stagionalmente come i virus influenzali. L’immunologo Stephen Kissler ha detto che il contagio potrebbe riprendere in autunno, prevedendo un’ondata di contagi invernali e il rischio di paralizzare il sistema sanitario.
Speriamo veramente di arrivare ad una soluzione, altrimenti dovremmo cedere alla immunità di gregge?
Nel giro di poche settimane il corona virus ha bloccato l’economia globale e ha posto il capitalismo in crisi. la speranza è che questo possa portare ad un sistema economico più umano. Altri prevedono che la pandemia annunci un futuro oscurato dalla sorveglianza degli stati sempre più tecno-totalitari. Comunque ha rilevato il fallimento dei dogmi neo-liberali di privatizzazione. L’austerità diminuisce i servizi pubblici.
L’ideologia del “risoluzionismo”, originario della Silicon Valley modella i pensieri delle nostre élite al potere, per mantenere vivo il motore del capitalismo globale. Sembra che il mondo venga rimodellato secondo schemi da guerra fredda: più concorrenza e meno solidarietà, perché dipendenti dal mercato.
Verrà il momento in cui dovremo fare i conti sia con i nostri leader politici e con noi stessi, mentre calcoliamo i debiti e i crediti accumulati nella gestione della pandemia di covid-19.
Con i nostri leader, ovviamente, perché saranno le loro prestazioni a guidare i bilanci. Meno con noi stessi, valutatori di gestioni sempre più oscure. faremo tesoro,se siamo tra i fortunati, della calma che assiste i nostri confinamenti domestici. Non è il momento della rabbia, ma della lotta. Il momento della rabbia, speriamo che non arrivi.
Steven Methven
[prof. al Worcester College di Oxford
Il corona virus rivela quanto la Gran Bretagna sia piena di disuguaglianze razziali oltre che sociali. Infatti le minoranze etniche sono quelle a maggior rischio e pagano in termini di salute.Il numero sproporzionatamente elevato di decessi non sono casuali. Alcuni rapporti hanno evidenziato che in zone popolate come Birmigham questo è realtà. le minoranze hanno men o possibilità di progredire sul lavoro e anche maggiori probabilità di essere disciplinate e tuttavia, in Gran Bretagna esiste una comprensione limitata di come il razzismo sia una questione strutturale. Mentre la malattia non discrimina, la risposta alla pandemia, sperò che affronterà anche il problema del razzismo sommerso….
[tradotto]
Credo Omar che in situazioni come quella attuale, è come togliere il coperchio da una pentola: tutte le questioni, anche e soprattutto quelle che facciamo finta di non vedere, saltano fuori in ebollizione. Grazie del tuo intervento.
Dobbiamo combattere il covid-19, ma l’autoritarismo strisciante potrebbe fare più male che bene. I governi devono rispondere a domande difficili, come attuare decisioni evitando collassi economici. Ma rimanendo fedeli ai valori democratici liberali.
I più fortunati lavorano da casa, aiutano e abituano a studiare i propri figli virtualmente e vivono isolati. Ma la volontà di accettare il sacrificio può renderci vulnerabili alla insidiosa minaccia dell’autoritarismo?
La nuova tecnologia può consentire sorveglianze senza precedenti, applicando intelligenze artificiali su chiunque violi le regole. Certo, in una situazione di pandemia, possiamo accettare, ma siamo sicuri che questo non sia un primo passo verso una società robotizzata e spiata?
[traduzione]
SEGNALAZIONE DA FACEBOOK
Pierluigi Fagan ALBIONE INTUBATA. Visto che siamo tornati a giocare al nostro sport preferito che è quello della gazzarra nel pollaio, i dati sulle epidemie degli altri non interessano più, a meno non siano il paradiso svedese degli uomini liberi di infettarsi. Segnalo però la tragedia britannica. Il 21 aprile Reuters sgancia la bomba, Financial Times poi la riprende e la amplifica. Per chi come me segue le faccende internazionali la cosa era nota. La semplice corrispondente di Sky da Londra, da tempo avvertiva che le cifre su i decessi ufficiali non riportavano quelli nelle RSA ed anzi aveva spiegato la complessa macchina burocratica messa in piedi dal governo per evitare le notizie dei decessi “privati” arrivassero a gli enti centrali. UK ufficialmente dichiara 6000 morti meno dell’Italia, ma Reuters ha scoperto che la cifra sarebbe sottostimata di un 40%, sarebbero quindi 27.300 circa, poco meno dei nostri e partendo molto dopo. Ma secondo FT, i morti sarebbero addirittura più di 40.000, una vera strage. E’ un fatto che il SSN sia da tempo al collasso cronico, così le forniture. I tamponi fatti sono poco più di 9000 contro i 26.000 italiani (per 1 mio pop.). Il tutto in un distratto silenzio generale della stampa libera e bella, britannica e non.
https://www.reuters.com/article/us-health-coronavirus-britain-casualties/covid-19-death-toll-in-england-41-higher-than-early-data-suggested-ons-idUSKBN22310D?fbclid=IwAR24I8awCh0joJbASNIxFUORK-bTw0UT0FfBzHhNmwf_CzXgZRs8R3M1kgM
https://www.ft.com/content/67e6a4ee-3d05-43bc-ba03-e239799fa6ab?fbclid=IwAR3oW-YwcYZLePR3uUAm5wZOsCT5yTqnVGL4KX0hYd0fMDX_vmflZLPA69M
Ormai sembra normale vedere una Londra così strana e triste: ma quello che lascia maggiormente tristi è vedere la crescita esponenziale sempre più dei senzatetto. Vivono in una situazione angosciante e di disagio che in questo contesto sembra essere più evidente. Per esempio nella centralissima Trafalgar Square, la notte è silenziosa, non ci sono più le folle dei turisti rumorosi, sono sostituite da gruppi di senzatetto che attendono sui gradini della National Gallery la distribuzione del cibo.
Il centro di Londra sta assistendo ai nuovi disoccupati, costretti a dormire per strada, perché non possono più permettersi di pagare un affitto.
I centri diurni sono stati chiusi per impedire la trasmissione del virus, lasciando i senzatetto senza un posto dove fare una doccia o lavarsi i vestiti, senza servizi igienici. Anche la scomparsa dei pendolari non offre la possibilità di ricevere offerte di carità, come quelle dei bar che al termine della giornata lavorativa offrivano la merce invenduta. Ognuna di queste persone ha una storia e forse anche ancora una speranza. La giornalista Amelia Gentleman ha intervistato molte di queste persone e ogni storia lascia profonde ferite al cuore….. …. …….
Every since the arrival of covid-19, sales of Albert Camus’s “The plague” have increased exponentially, an upsurge strangely in line with the graphs that dayly chat the toll of the sick anal the dead. We are in a situation that everyone does not say, but that they know well that it is out of our control. The machinery of global capital has gone quiet and abandoned……
[traduzione]
Con l’arrivo del covid-19, le vendite del romanzo “La peste” di Albert Camus sono aumentate in modo esponenziale, un’impennata in linea con i grafici che tracciano quotidianamente il bilancio dei malati e dei morti. Siamo in una situazione che tutti non dicono, ma che sanno bene che è fuori dal nostro controllo. La macchina del capitale globale è diventata silenziosa e ci troviamo abbandonati…..
“La macchina del capitale globale è diventata silenziosa e ci troviamo abbandonati…..” (Jacqueline Rose)
Oh, se così fosse! Non mi pare, però. Siamo inondati da letture “scientifiche” del Covid 19 , provvedimenti governativi, raccomandazioni/intimidazioni etiche TUTTE “capitalistiche”.
I certainly share his resentment, it is a strange silence that I speak of, a silence that hiden concern of abandonment precisely. Thank you.
[traduzione]
Certamente condivido il suo risentimento, è un silenzio strano quello di cui parlo, nasconde preoccupazioni di abbandono appunto.
Credo che il rapporto di Boris Johnson con la popolazione sia cambiato: sembra che sono disposti a dargli il beneficio del dubbio, coloro che lo hanno messo in Downing Street lo scorso dicembre . Particolarmente inclini a non giudicarlo duramente, dal momento che ciò ammetterebbe che essi hanno commesso un grave errore. Una possibile spiegazione è che l’esperienza pre-morte di Johnson è stata redentrice e le riunioni del governo hanno certamente fatto poco per scoraggiare l’idea che le cure intensive lo trasformassero in un falco libertario in una colomba più cauta. Ancora una massa silenziosa di britannici, non ancora toccati dal tracollo economico non lo giudica. Molti, non trascorrono molto tempo a pensare, sono persone che prendono i fatti giorno per giorno, invece di preoccuparsi del domani. La loro positività li aiuta forse, ma li rende anche lenti a mettere in discussione l’autorità. Difendono Johnson dicendo che trovandosi di fronte a una crisi globale senza precedenti in cui tutti hanno commesso errori, ha fatto del suo meglio. Sinceramente mi viene da ridere.
Penso che il vantaggio di Boris Johnson sia da attribuire al fatto di essere stato fuori dalla scena politica pubblica per settimane. La situazione è stata gestita molto male.
Chiunque si è presentato davanti alle telecamere sembrava un incompetente. Ad essere cinici, si potrebbe suggerire che la convalescenza prolungata sia stata prescritta non solo dai medici….
Il popolo credo che sia sinceramente preoccupato, ma per istinto tende a pensare ai propri problemi e meno alla responsabilità dei fatti in questo momento. Anche se non do fiducia nelle capacità di Boris Johnson, penso che i cittadini proteggano in primis la propria salute. La fiducia nella leadership competente del nostro governo ( per quanto mal riposta) fa parte di un momento obbligato alla sopportazione.
Pensa….
il popolo ha creduto ad uno che si vantava di avere stretto la mano a tutti in un ospedale, dove pensava che curare i pazienti con l’immunità di gregge fosse una cosa giusta. Era marzo, e gli sciocchi continueranno a difenderlo?
Sai, se ci pensi anche la Thactcher rovinò la prospettiva di lavoro di molti operai nel Nord del carbone, dell’acciaio e dell’industria automobilistica rimanendo popolare. Dunque perché meravigliarsi se Boris Johnson viene sostenuto su una base di bilanci delle vittime che non ha raggiunto i 600.000 come previsto. Gli idioti hanno appoggiato la Thactcher e gli idioti appoggiano Boris Johnson. Esisteranno sempre gli idioti…..
Vorrei dire che spesso l’incompetenza politica e l’austerità autodistruttiva ci mette di fronte il lato brutale delle disuguaglianze sociali. Arriva un momento in cui bisogna fermarci e valutare cosa significa essere un paese civile, cosa significa essere ricchi. Per esempio il servizio sanitario di una nazione dovrebbe essere finanziato maggiormente. La prosperità economica che abbiamo nel regno Unito è stata accumulata attraverso anni di liberalizzazione e privatizzazione aggressiva, sacrificando la salute, la sicurezza, la dignità e la vita degli altri. Con ogni morte che avrebbe potuto essere evitata, poiché i sistemi che avrebbero potuto prevenirli sono stati ridotti dell’autorità. Allora dovremmo chiederci a cosa serve la ricchezza di una nazione.
Desidero fare una piccola osservazione di questi tempi oscuri di corona virus: credo che il mondo odierno presenta alcune inquietanti somiglianze con il mondo del 1945. La Russia post- sovietica sotto Vladimir Putin è di nuovo offensiva, impiegando mezzi asimmetrici come guerre informatiche invece di corazzate per proiettare la sua influenza in tutta l’Europa. La Gran Bretagna post- brexit di Boris Johnson, dopo avere respinto il concetto di una casa comune europea, è isolata come nel 1940. Le proposte di brexiters per un rafforzamento delle relazioni di sicurezza, economiche e commerciali degli Stati Uniti, compensano la rottura con l’EU e sono il moderno equivalente agli aiuti che Churchill chiedeva a Roosevelt. Poi gli USA con la loro collusione con la Russia di Putin, il disprezzo verso un’Europa unita e la Cina, ricorda l’ingenuità di Roosevelt ed Eisenhower nel 1945. Non per niente Stalin rappresenta uno dei grandi eroi per Putin.
@ Amanda White
Le analogie storiche sono spesso fuorvianti. Non capisco come si possano denunciare le “guerre informatiche” della Russia di Putin sorvolando su quello che hanno fatto e fanno gli USA e i loro alleati occidentali: dalla guerra contro la ex- Jugoslavia e poi alla Guerra del Golfo contro Saddam e poi contro la Libia di Gheddafi. Né come si possa parlare di “ingenuità di Roosevelt ed Eisenhower nel 1945”, visto che con l’accordo di Yalta gli USA si assicurarono un predominio incontrastato in tre quarti d’Europa.
Le analogie storiche sono fuorvianti e credo che ogni periodo storico debba essere analizzato individualmente. Forse le argomentazioni della White hanno una visione di parte. Del resto è vero che gli Usa hanno agito nello scatenare guerre per un loro fine economico: esempio il Vietnam. Comunque credo che queste considerazioni si allontanano dal tema dell’articolo. Ripeto che il popolo è sinceramente preoccupato, ma per istinto tende a pensare ai propri problemi.
La crisi sembra incoraggiare la fiducia nei cambiamenti radicali. Un 70% degli europei è favorevole all’introduzione di un reddito di base universale. Sarebbe interessante conoscere quale sistema politico si sia dimostrato migliore nel combattere la pandemia, dato che gli Stati Uniti e la Cina, le democrazie leader e le dittature del mondo non hanno fatto che scagliarsi accuse l’una contro l’altra. Forse al momento, direi che i migliori forse sono stati i Koreani…..
Che tipo di momento storico si sta rivelando questo? Dove ci potrebbe condurre? Questo del redditto potrebbe essere una possibile opportunità. Possiamo affrontare la crescente disuguaglianza che ha eroso le basi democratiche liberali di Paesi come la Gran Bretagna. Dopo essere usciti sui nostri balconi, in tutta Europa, per applaudire il personale medico, l’assistenza sociale ecc, allo stesso tempo riconosciamo che questo pianeta è perseguitato da minacce veramente globali e dunque c’è bisogno urgente di cooperazione internazionale. Questo è il sogno, poi ci sono gli incubi. Dicono che questo è un momento simile al dopoguerra, ma cosa succederebbe se fosse più simile agli anni successivi alla prima guerra mondiale, visto che si vogliono trovare le analogie….
Gli impulsi nazionalisti divengono più evidenti, anche in Italia vedo. In Europa alcuni Paesi non sembrano dimostrare solidarietà verso le economie bisognose e questo potrebbe essere un futuro favorevole ai populisti che incolperebbero questa mancanza di solidarietà. La parola “solidarietà”, credo essere la medicina.
Timothy Garton Ash (editorialista)
[tradotto]
thank you for the intervention Timothy
ho avuto l’opportunità in questi giorni di sfogliare un bel libro di fotografie: la bella iniziativa rappresenta un omaggio alle persone che più di altre sono state in prima linea in questa guerra al covid-19.
“Theater” pubblicato da Lost Light Books di Lewis Khan, con accompagnamento del professore e critico d’arte Jim Campbell. E’ un vero omaggio agli addetti alle pulizie, i chirurghi e gli infermieri e il loro legame unico con i pazienti. E’ bello osservare sulla umanità che traspare da queste belle foto. poi, bisogna ricordare che i profitti del libro andranno al SNN.
Molte delle immagini di Khan ci portano nelle sale operatorie ed è interessante soffermarsi su scenari difficili e dolorosi. E’ riuscito a creare relazioni tra pazienti e personale. Inizialmente Khan ha trascorso alcune settimane senza la sua macchina fotografica per cercare di mettersi a proprio agio con l’ambiente per rapire gli effetti emotivi della vita in ospedale: forza e fragilità si alternano. Questa riflessione si allontana sicuramente dai precedenti dibattiti sul tema, ma a volte è importante dare rilievo anche agli aspetti umani più veri.
AL VOLO
È impossibile comprendere la risposta iniziale dell’Occidente a Covid-19 senza tener conto di questa storia. Molti leader occidentali, soprattutto anglofoni, sembravano credere che la malattia fosse una cosa asiatica (leggi «orientale») e che i loro paesi non ne sarebbero stati colpiti. Anche dopo che le loro popolazioni sono state colpite dalla Covid, sono stati molto lenti ad adottare i metodi che Cina, Corea del Sud e Taiwan avevano implementato poiché ritenevano che seguire le pratiche asiatiche significasse abbassarsi al loro livello…Il razzismo è stato una parte essenziale dello sviluppo di questa pandemia.
Ironia della sorte, la pandemia ha anche mostrato chiaramente al mondo che i paesi occidentali non sono più esempi di buona governance o di «best practices».
(DA https://ilmanifesto.it/amitav-ghosh-la-realta-instabile-delle-crisi/)
[ opinione della prof.ssa Devi Sridhar, presso l’Università di Edimburgo].
Al momento ci sono tre scelte contro il Covid-19. La prima più difficile contenendolo con un programma di test di massa, con la traccia dei contatti e isolamento. Il secondo con il rallentamento della diffusione usando cicli temporali di blocco ad intermittenza. Questo prevede effetti collaterali rischiosi, perché rischia di rovinare l’economia, sforzare i sistemi sanitari e creare possibili disordini sociali. Il terzo il più difficile, quello di non fare nulla. Il virus si diffonde, l’economia rimane in moto e chi è fortunato sopravvive. E’ quasi impossibile decifrare quale percorso a scelto il governo britannico. La confusione provoca lotte interne e la gente vuole sapere quando la vita tornerà ad una “normalità”. Non voglio entrare in merito ai vari scenari possibili, ma sul nostro percorso attuale sembriamo destinati ad un finale disastroso. La soppressione del blocco senza l’infrastruttura della sanità pubblica in atto per contenere il virus consentirà al Covid-19 di diffondersi senza controllo. Il risultato potrebbe essere quello di una selezione darwiniana.