Alfabeto dell’America Latina

di Abhay K.

Traduzioni di Angela D’Ambra
Borges
 
 ‘I know of one Greek labyrinth which is a single straight line. Along that line so many philosophers have lost themselves [...].’
                    – Jorge Luis Borges. Death and the Compass
 
 
Looking for Borges
I came to Argentina
I found him nowhere
 
I searched all the libraries and cafes
all the labyrinthine streets of Buenos Aires
he was not even at La Recoleta
 
I found merely a mirror
and a face staring
at me in disbelief
 
it’s hard to believe
everyone told me
Borges lived in Argentina.
 
 
 
Borges
 
‘Conosco un labirinto greco composto d’un’unica linea retta. Lungo quella linea tanti filosofi si sono persi […].’
                                    –Jorge Luis Borges. La morte e la bussola
 
 
In cerca di Borges
venni in Argentina
Non lo trovai da nessuna parte
 
Setacciai tutte le biblioteche e i caffè
tutte le labirintiche stradine di Buenos Aires
lui non era neppure a La Recoleta
 
Trovai soltanto uno specchio
e un volto che mi fissava
incredulo
 
è difficile a credersi
tutti me l’hanno detto
che Borges visse in Argentina.
 
 
 
 
 
Gabriela Mistral
After Dame la Mano
 
 
Read me your poem and we shall float
freely across the cosmos like a comet,
read me your poem and I’ll be blessed
like a butterfly drunk on nectar
 
We shall drink the same verse
 from the fountain of the universe
like two hummingbirds in mid-air,
like two hummingbirds, nothing more
 
You’re swift wind, and I am a fearless horse
and we shall leap together to the moon
because we are two bodies
but one soul and nothing more.
 
 
 
 
Gabriela Mistral
Alla maniera di Dame la Mano
 
 
Leggimi la tua poesia e fluttueremo
liberi come comete per il cosmo,
leggimi la tua poesia, e io sarò beato
come farfalla di nettare ebbra
 
Sorbiremo lo stesso verso
dalla fonte dell’universo
come due colibrì a mezz’aria
come due colibrì, e nulla più
 
tu sei vento veloce , e io intrepido destriero
e alla luna, di slancio, uniti punteremo
perché siamo due corpi
ma una sola anima, e nulla più.
 
 
 
 
 
Neruda
 
 
What did my father say
when I showed him
my first poem
 
what did the pariah Tamil girl say
whom I thought to be
a thousand-year old goddess
 
I raped her thinking
it—‘the coming together
of a man and a statue’
 
what did my ailing daughter say
before she died aged eight
in Nazi-occupied Netherlands
 
did I hear her voice
coming
from across the ocean
 
what did the dissident poets say
in freezing Siberian gulags
listening to my ode to the Kremlin highlander
 
what did the doctor say
before injecting me in the stomach
at a Santiago hospital
 
I died six and a half hours later.
Now I’ve been exhumed
I am trying to remember
 
 
 
Neruda
 
 
Cosa disse mio padre
quando gli mostrai
la mia prima poesia
 
cosa disse la ragazza paria tamilica
che io credevo essere
un’antica dea millenaria
 
la stuprai pensando
ciò —‘l’amplesso
d’un uomo e d’una statua’
 
cosa disse la mia figlia malata
prima di morire a otto anni
nell’Olanda invasa dai nazisti
 
ne sentivo la voce
giungere
         attraverso l’oceano
 
cosa dicevano i poeti dissidenti
nei gelidi gulag siberiani
udendo la mia ode al montanaro del Cremlino
 
cosa mi disse il dottore
prima dell’iniezione nello stomaco
all’ospedale di Santiago
 
morii sei ore e mezzo dopo.
Ora che m’hanno esumato
sto tentando di ricordare
 
 
 
 
Ruben Dario
After Lo Fatal
 
 
Man is happy for he is alive
like a Quetzal full of colours—flying 
no greater joy than to live and thrive
no deeper despair than dying
 
to be, to know, to find one’s way
the bliss of having lived and to hope
that tomorrow will be better than today
why worry about what we don’t know
 
to live every moment, laugh, travel
to indulge in the pleasures of flesh, revel
for death is certain for everyone who is born
from void we emerge, to void we return.
 
 
 
 
 
 
Ruben Dario
Nello stile di Lo Fatal
 
 
L'uomo è felice perché è vivo
come un Quetzal multicolore— volare
non c’è gioia più grande che vivere e fiorire
né disperazione più fonda che morire
 
essere, conoscere, trovare la propria via
la beatitudine di aver vissuto e sperare
che domani sarà meglio di oggi
perché crucciarsi per ciò che ci è ignoto
 
vivere ogni istante, ridere, viaggiare
cedere ai piaceri della carne, far baldoria
perché la morte è certa per chiunque nasca
dal nulla noi emergiamo, al nulla  ritorniamo. 
 

ABHAY K.
 
È un poeta e diplomatico indiano in carriera, attualmente ambasciatore dell’India in Madagascar e Comore. È autore di un libro di memorie e di sette raccolte di poesia fra cui ricordiamo: The Seduction of Delhi (Bloomsbury), The Eighteyed Lord of Kathmandu (Bloomsbury) e The Prophecy of Brasilia (Colletivo Editorial). Nel 2013 ha ricevuto il SAARC Literary Award. Le sue poesie sono state pubblicate su varie riviste fra cui: Poetry Salzburg Review, Asia Literary Review, Buenos Aires Poetry, The Missing Stlate, Eastlit, Indian Literature. Le poesie che qui presentiamo, per cortese licenza d’autore, sono estratte dalla sua ultima raccolta: The Alphabets of Latin America.

4 pensieri su “Alfabeto dell’America Latina

  1. sollecitazione invitante: mi procurerò The Alphabets of Latin America per condividere i mirabili alfabeti latinoamericani e cogliere quali barrios Abhay abbia esplorato per cercare Borges senza trovarlo…

    1. Ah io spero di tradurlo tutto … Ma se leggi l’inglese, inutile attendere la traduzione italiana: chissà se si trova editore!!!

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