di Cristiana Fischer
Arrivano di continuo echi di opinioni contrastanti su quanto accade nel mondo cattolico sotto questo pontificato. Ad es. sulla pagina FB di Adriano Sofri (qui) leggo: «una versione dello schieramento bipolare nei riguardi di Francesco, e non la meno significativa, oppone i credenti, compresi quelli impliciti, che sentono un sincero scandalo per il suo supposto cedimento a una religiosità universale e generica e compromissoria, ai non credenti, che lo figurano quasi affine all’idea che non si possa non dirsi laicamente cristiani, di cui “Dio non è cattolico” è a un passo dall’essere sinonimo. Si capisce che, essendo la vita contraddittoria, e la vita di un papa a maggior ragione, gli uni e gli altri siano di volta in volta rallegrati o infastiditi da accenti di Francesco che curvino di qua o di là dalla tradizione e dalla supposta ortodossia. Ma insomma, almeno in questa parte del mondo, il papa Francesco rischia di appartenere di più agli infedeli che ai fedeli, e di passare alla storia come colui che alla testa della Chiesa finì per ratificare un ecumenismo sospettamente agnostico». Per un avvio di riflessione sulla questione, pubblico questa nota di Cristiana Fischer. [E. A.]
Gli attacchi a papa Bergoglio sono di tipo conservatore. A cosa reagiscono i conservatori? Tra altro: all’aver accolto spiritualmente il culto della pachamama. All’avere scritto una enciclica Fratelli Tutti. Abbassa la religione sul piano concreto dei simboli-feticci, e delle persone vive. Ignora (!) il sublime pensiero del Dio Infinito e Onnipotente (quindi anche ricco, in sé, di ogni cosa minuta, o no?).
Quel Dio onnipotente diventa invece un eccellente personaggio fatto intervenire a prendere parte per gli uni non per gli altri.
La Sua assistenza, che a noi cristiani ha promesso il Cristo Gesù (e in altre religioni è credo garantita da una fiducia sconfinata nel divino e nella guida umana), ecco, di quella assistenza divina il cristianesimo politico ha preteso di impossessarsi. E ci ha legato in alcuni secoli a un lavoro per impadronirci del mondo intero.
Questo ci ha ormai ristretti nel giusto angolo di una ignobile colpa.
In sostanza voglio credere che papa Bergoglio, che rintraccia in antichi culti più consonanze che animismo, e si sporge per incontrare i capi responsabili delle religioni del libro (e di quelle altre che si rifanno a più libri diversi) sia serissimo nel fidare che l’universo sia creazione, non caso ma per intenzione.
Intenzione di cui echeggiamo pallidamente un’ombra incomprensibile.
Non sono una credente tecnicamente parlando. Nemmeno una fedele. (Allora perché parli? possono accusarmi. Perché al morire, davanti al nulla di vita, siamo tutti uguali. Parlo anche io, immagino, mi riferisco al pensiero di altre e altri, sperando o dis/sperando.)
Conservatori e reazionari mi appaiono gnostici. Sono dualisti, così in cielo come in terra. Il punto non è che siano eretici, ma che raddoppiano il mondo: c’è una parte che va bene, quella ricevuta e consistente, di fronte ad essa un “male” instancabile si insinua per disfarla.
Irrigidiscono il mondo con sdoppiamenti inevitabili: gli eletti devono guidare. E anche l’intera creazione: la scienza la spiegherà.
Da questo hortus conclusus mi pare che papa Bergoglio si allontani (come dal desco riservato, preferendo quello comune, meno a rischio di intossicazioni).
I conservatori reazionari si sono illusi che in poche generazioni, dall’anno zero al 2021 sono circa 80, segnate con tanta ingiustizia – di sesso, di stirpi, di colonie, di differenze individuali – alla fine rifulga la vera umanità. In nome del cristianesimo pretendono alla rappresentanza dell’umanità universale, quella divinamente incarnata.
L’attuale papa mi pare non lo neghi, ma forse pensa anche che non siano solo pochi, quelli divinamente incarnati. Siano invece, tra Paolo e Panikkar -ma non mi azzardo a interpretare- dappertutto.
Fa bene leggere questa intervista (qui), riportata da Maria Caterina Ciffatte nella pagina facebook del gruppo “In memoria di lei”.
dal mio ventennio e più di familiarità bonaerense, avevo francamente una sospesa indisponibilità al bergoglismo controverso di laggiù in riva al Rio. certo è tuttavia che adesso, da Roma, Bergoglio è visceralmente inviso a tutti quelli che a me pure, nel mio piccolo, sono invisi. anch’io tecnicamente non credente e apertamente infedele e, per così autodefinirmi, lucreziano a tempo indeterminato, penso che Bergoglio ci convenga tenercelo buono. e magari finire per volergli bene.
Sì, ma perché? Come può scivolare?
A rifletterci bene, l’unico motivo per pensare che la propria religione sia la migliore o la più vera – anzi l’unica vera – è che è la propria. Ci hanno talmente ficcato in testa che è quella giusta che ci pare impossibile rinunciare a questa idea senza che crolli anche la religione. Ciò è da ricondurre probabilmente alla cosiddetta distinzione mosaica, secondo la quale non soltanto c’è un unico dio (monoteismo), ma questo unico dio è da identificarsi tassativamente col Dio di Israele, cioè il dio del popolo, il proprio; tutti gli altri sono falsi dei o idoli. Per questo dopo la benedizione della Pachamama e la collocazione sull’altare della ciotola utilizzata per il suo culto Bergoglio è stato accusato di idolatria, eresia, apostasia e chi più ne ha più ne metta.
Alla distinzione mosaica è da ricondurre l’identitarismo forsennato delle religioni del libro e il loro erigere steccati genetici (ebrei si nasce, non si diventa: sono necessarie tre generazioni di filiazione ebraica per parte di madre) o condensati in complessi simboli di fede. Con la conseguenza che se a un certo punto uno in buona coscienza si chiede: ma perché la mia religione e non quella del vicino (mussulmano)?, rischia di crollare tutto.
A me sembra (osservando molto dall’esterno) che Bergoglio stia cercando di smantellare questi steccati, almeno relativamente alle parti più incrostatamente identitarie. Cioè mi sembra, come dice Cristiana, che stia un po’ decostruendo il cristianesimo come religione positiva – e questo allarma moltissimo quelli che pensano che loro hanno ragione e gli altri torto. Se non lo fanno fuori prima, vedremo dove arriverà. Certo che intraprendere questa strada e continuare a chiamarsi Romano Pontefice è un sentiero molto stretto. Speriamo che non scivoli. O che non gli diano una spintarella.
Come avevo (troppo) stringatamente commentato a Alberto Tomiolo, i piani comunque sono due: uno è quello delle diverse religioni, verso cui papa Bergoglio, dalla sua chiesa universale (cattolica) cavalca attraversando steccati (mi pare domani lo stanno aspettando in Irak alcuni malintenzionati); l’altro piano, quello più intimo ai non credenti, è quello creazionale. Non tutte le religioni affrontano apertamente il tema della creazione, si può farne a meno: con rimandi infinitisti (il mondo lo regge un elefante che sta su una tartaruga, e poi sono tutte tartarughe, fino in fondo) o di perenne dualismo col tao. In effetti la creazione è -per quel che ne so- propria delle religioni del libro, e quindi della propria, come appunta Elena Grammann. Perché ne deriva che, di quell’opera piuttosto interessante, siamo cointestatari, da cui sogni di paradisi perduti da restaurare, ma soprattutto, al presente da alcuni secoli, la scienza. Ecco perché è proprio vero che, e qui la contaminazione con la prepotenza occidentale è completa, se crolla la nostra idea giusta crolla anche la religione. Cioè quella convinzione fondamentale che ci lega, e non solo da praticanti.
Naturalmente è proprio il creazionismo (e l’incarnazione) che anima il missionarismo profetico di Bergoglio. Tutti Fratelli messi al/nel mondo da Dio.
Le persone atee infatti, credo, se ne fottono davvero della creazione, e si accontentano di una scienza piccolina che, nel lungo tempo in cui avremo da vivere, magari colonizzando fisicamente mezzo sistema solare, e mentalmente anche un po’ più in lontananza, qualcosa ci racconta: sempre meraviglioso, senza bisogno di agenti supremi! (Ricordare sempre però che Fabiola Gianotti, direttora del CERN di Ginevra, si dichiara credente.)
Ah, allora è una cosa interna al Club del Libro: le tre religioni abramitiche contro la brutta bestia dell’ateismo. Non capisco perché i tradizionalisti si agitino tanto. Francamente speravo in qualcosa di meglio.
Non è proprio così: la storia riguarda il creazionismo, le religioni del libro lo presuppongono, da cui a cascata il resto. Altre religioni, non solo gli atei, non hanno bisogno di un dio personale che con atto di volontà decida di creare.
che lapsus! Ho scritto “quello più intimo ai non credenti”, ma naturalmente è il contrario! Dirò meglio: “anche” ai non-credenti.
Se penso che circa 2000 anni dopo la morte e presunta resurrezione di Cristo siamo qui a congratularci a vicenda perché per la prima volta nella storia della Chiesa una donna ha diritto di voto in un’assemblea gerarchica – un’unica donna con diritto di voto in mezzo a una marea di uomini e noi siamo qui a esultare per il grande passo avanti – be’ io, che non sono neanche femminista, non so se mettermi a ridere o a piangere.
Poi penso che questa signora è pure tutta contenta di andare a fare la mosca bianca e allora decido che è meglio mettersi a ridere.
Anche questa è una faccenda che ha bisogno di dimensioni un po’ diverse: non è tutto racchiuso in un paio o tre migliaia di anni. E’ difficile per noi sfondare un po’ i tempi brevi della *nostra* storia, tanto è vero che ci sentiamo vicini alla catastrofe. Siamo convinti che tutto sia cominciato da poco, e temiamo una fine prossima. Così come siamo convinti che sia la nostra ubris malvagia a distruggere il pianeta, macché variazioni dell’asse, macché macchie solari! Per esempio: http://www.campanialive.it/articoli-meteo.asp?titolo=Il_cambiamento_climatico:_1000_anni_fa,_attualmente,_prossimo_futuro
SEGNALAZIONE
FRANCESCO vs MACKINDER.
https://www.facebook.com/pierluigi.fagan/posts/10223555438529653
Stralcio:
Ecco allora che il promotore dell’interesse religioso cristiano versione cattolica che indice l’Anno Santo in Africa, trama da anni per organizzare il viaggio in Cina, si coordina con gli amici ortodossi, va a chiacchierare con i sunniti a si scambia letterine di fraternità con l’imam Al-Tayyeb di Al-Azhar, oggi dovrebbe andare a trovare anche lo scita Al Sistani in quel di Najaf. Poi visto che è da quelle parti, ci va anche una bella scappata ad Ur, patria di Abramo, padre tanto del monoteismo ebraico, che cristiano, che musulmano, ma anche seconda città storica dopo Uruk della nascita delle civiltà complesse cinquemila anni fa. Quindi non un giornalista o un diplomatico o un politico o un Capo di Stato, va in Iraq dove ancora volano missili e pallottole, ci va un vecchietto di ottantacinque anni vestito di bianco a nome del 1,5 miliardi di cristiani che in origine sono prima mediterranei, poi europei, quindi occidentali di fondamento. Viaggio “storico” come si direbbe in questi casi? Macché, troverete a fatica articoli sull’evento sulla grande stampa occidentale.
Il perché è semplice. La logica missionaria e geopolitica di Francesco è euro-asia-africana con appendice sud americana, una logica che taglia fuori gli isolani anglosassoni protestanti mentre la grande stampa occidentale è embedded alla logica degli isolani anglosassoni ovvero al sistema capitalistico a torsione finanziaria. Questi prosperano quanto più dividono il resto del mondo, la Chiesa cattolica prospera quanto più lo unisce almeno potenzialmente.
Bella l’immagine usata da Francesco, vecchio gesuita, nel suo discorso ai giornalisti al seguito nell’aereo papale: il tappeto. Andando vicino alla Persia, ha scelto il simbolo artigiano dell’area, la sapiente arte di tessere tanti e diversi fili di diversi colori che solo alla fine compongono la trama che chiamiamo tappeto persiano di per sé pregevole ed obiettivamente armonico e perciò “bello”. Siamo di tanti colori e spessori sul tappeto continentale del mondo, ma c’è chi cuce e chi scuce.
Francesco cuce ciò che Biden e tutta l’élite degli isolani anglosassoni debbono per forza scucire, tagliare, sfilacciare.
Ci tocca farci fare intelligenza geopolitica da un papa cattolico e vabbe’, i tempi son questi, tanta intelligenza artificiale al servizio della stupidità naturale.
Massi’. Eppure lo stesso papa Bergoglio incoraggia i rapporti con Cina caput orientis. Et religionis sine deo. (Mio latino maccheronico.) Contemporaneamente abbiamo, qui nell’occidente colonialista-imperialista, una certa disposizione a decentrarci. Anzi anche peggio, ad accusarci di tutto. Eppure siamo una meta, non solo da distruggere.
Vita dura per tutti, anche per noi. Ripensare. Senza risposte precostituite.
@ Elena Grammann: riguardo le “religioni del libro”, è interessante ascoltare Ugo Fabietti antropologo https://www.youtube.com/watch?v=hPWw7mAHQ7I, che fissa il nomadismo, per esempio di Abramo, a circa 3000 anni a.C., un nomadismo non “originario” ma secondario, che si allontana dalle città neolitiche. Religioni del libro, quindi, sono relativamente recenti, altro che fondamentali: da temere, esorcizzare… assolutizzare!