Trinità di Rublev
di Cristiana Fischer
L’illusoria potenza di credere all’influenza materna nei confronti di maschi liberi. Ma voglio credere in una via riformista: liberi ma non salvi, nella vecchia via guerresca cannibalica paleolitica.
La vostra libertà richiede che anche noi, le madri di tutti, non siamo altro che allevatrici temporali per lanciarvi liberi in un mondo di sole vostre regole.
Invece credo che ogni complementarietà sia acquiescenza al vostro mondo di lotte tra maschi senza memoria di nascita.
Il mondo vegetale -stabile- gioca la sessuazione insieme a compatibilità. Noi primati la generazione riduciamo a un’unica modalità: duale. Mentre nascere e fiorire sboccia in forme di travolgente umanità.
Allora sono minoranza! Bella esperienza ascoltano con sufficienza quel poco che conferma e il centro esatto di differenza si trascura. Ma per non sbagliare preciso che non sono contenuti argomentati ma logica teorica che cause e effetti inenarrabili non ancora previsti ha anticipato. Invece si tratta di altro mondo che già c'è e non si vede dai ciechi, il nuovo essere del mondo di colori verdi e chiari. carovane di nomadi infiniti venti di particelle le frontiere di foglie scompongono correnti sopraffanno i giganti del tempo dita lacere e scheletri viventi. Un'aria azzurra e i turbini disciolti galleggiano diffusi oltremontani si placano sul mare come un'ombra di incertezza mai ripresa. L'attacco dell'incanto è rimandato. Si aggrappano gli alberi in aspetto severo al loro bosco ai nuovi margini, la rete di radici i funghi nutriti e i colori che regalano equilibrio vegetale. Querce e carpini induriti e sconvolti perenni nei secoli fioriscono carezze di stagione e soddisfare i voli è loro ferma e costante volontà. Il pensiero ha un innesto nel corpo e non per caso il corpo mortale conserviamo pronti a tutto non a morte cieca senza speranza: la virtù la forza che apre i cieli oltre materie consistenti miste di quanti e sostanzepensiero: come se tutto svanisse in materia come le anime dei morti adesso. Lo spazio che mi allarga al solo tempo dei gesti necessari sulla terra scandito nei ritmi spazio ecoico che risuona in millenni e milioni di storie individuali. Come cieca alla tastiera punto ai frutti generali cacciando spirito generativo. La mente ultrapossente che ci pensa risponde a necessaria debolezza. con noi i morti tutti quanti vivono in coincidenza temporale nel tempo nostro - e non trascendentale della possibile divina incarnazione che un pensiero illuminista ha confinato nell'eguale per cui tutto il possibile è reale con lo scandalo di mortalità. Tutto si spiega oppure il nulla se la vita ci dispera e il dio barbuto eterno ci rallegra nell'unica fantastica idiosfera dell'ultimo conflitto e noi segnando la stazione fermiamo la voglia del delitto e la disperazione volta a volta del popolo sconfitto. Pensare e sapere come forze spirituali al materiale di cui siamo fatti. Abbi pazienza ripete e come tutti raccolgo l'indicibile del cielo in terra e delle morte madri successive spirito ci sostiene.
Trinità di Cimabue
qui non c’è “dominio conteso” tra poesia e filosofia, ma intesa feconda, in bella scrittura.