di Filippo Nibbi
Ogni tanto Filippo Nibbi mi sveglia al mattino con dei messaggi su WhatsApp. A volte ho lasciato il cellulare sul tavolo dove scrivo e leggo, altre me lo tengo con me, sul comodino, … quando devo alzarmi presto a fare il nonno. L’altra mattina mi ha dato il buongiorno con questo testo di Fantastica in esercizio dedicato a Mimmo Lucano, con l’abbraccio di una sua riflessione poetica… [A. A.]
C o n o s c o I l L u c a n o
R’esistere R’esistere R’esistere
<< Essere umani è più che essere divini >>
“Abbiate il coraggio di essere soli”
E’ inutile dirvi che avrei voluto essere presente in mezzo a voi non solo per i saluti formali ma per qualcosa di più, per parlare senza necessità e obblighi di dover scrivere, per avvertire quella sensazione di spontaneità, per sentire l’emozione che le parole producono dall’anima, infine per ringraziarvi uno a uno, a tutti, per un abbraccio collettivo forte, con tutto l’affetto di cui gli esseri umani sono capaci. A tutti voi che siete un popolo in viaggio verso un sogno di umanità, verso un immaginario luogo di giustizia, mettendo da parte ognuno i propri impegni quotidiani e sfidare anche l’inclemenza del tempo. Vi dico grazie. Il cielo attraversato da tante nuvole scure, gli stessi colori, la stessa onda nera che attraversa i cieli d’Europa, che non fanno più intravedere gli orizzonti indescrivibili di vette e di abissi, di terre, di dolori e di croci, di crudeltà di nuove barbarie fasciste. Qui, in quell’orizzonte, i popoli ci sono. E con le loro sofferenze, lotte e conquiste. Tra le piccole grandi cose del quotidiano, i fatti si intersecano con gli avvenimenti politici, i cruciali problemi di sempre alle rinnovate minacce di espulsione, agli attentati, alla morte e alla repressione. Oggi, in questo luogo di frontiera, in questo piccolo paese del sud italiano, si RIACE terra e sofferenza, speranza e resistenza, vivremo un giorno che sarà destinato a passare alla storia. La storia siamo noi. Con le nostre scelte, le nostre convinzioni, i nostri errori, i nostri ideali, le nostre speranze di giustizia che nessuno potrà mai sopprimere. Verrà un giorno in cui ci sarà più rispetto dei diritti umani, più pace che guerre, più uguaglianza, più libertà che barbarie. Dove non ci saranno più persone che viaggiano in business class ed altre ammassate come merci umane da porti coloniali con le mani aggrappate alle onde nei mari dell’odio. Sulla mia situazione personale e sulle mie vicende giudiziarie non ho tanto da aggiungere rispetto a ciò che è stato ampiamente raccontato. Non ho rancori né rivendicazioni contro nessuno. Vorrei però dire a tutto il mondo che non ho niente di cui vergognarmi, niente da nascondere. Rifarei sempre le stesse cose, che hanno dato un senso alla mia vita. Non dimenticherò questo travolgente fiume di solidarietà. Vi porterò per tanto tempo nel cuore. Non dobbiamo tirarci indietro, se siamo uniti e restiamo umani, potremo accarezzare il sogno dell’utopia sociale. Vi auguro il coraggio di restare soli e l’ardimento di restare insieme, sotto gli stessi ideali. Di poter essere disubbidienti ogni qual volta si ricevono ordini che umiliano la nostra coscienza. Di meritare che ci chiamino ribelli, come quelli che si rifiutano di dimenticare nei tempi delle amnesie obbligatorie. Di essere così ostinati da continuare a credere, anche contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini e donne. Di continuare a camminare nonostante le cadute, i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua, anche dopo di noi, e quando lei dice addio, sta dicendo un arrivederci. Ci dobbiamo augurare di mantenere viva la certezza che è possibile essere contemporanei di tutti coloro che vivono animati dalla volontà di giustizia e di bellezza, ovunque siamo e ovunque viviamo, perché le cartine dell’anima e del tempo non hanno frontiere.
(Mimmo Lucano)
E POI CI SONO I TERRIBILI ERRORI DI OMISSIONE
Perché le lacrime sono trasparenti? Dovevano essere fosforescenti ed enormi: impossibili da non vedere e consolare. E perché i dolori psichici, i più pesanti, i più brucianti, sono invisibili? Dovevano produrre lividi, aprire ferite, sanguinare, sanguinare, sanguinare. Di modo che, ogni volta che feriamo qualcuno, che lo umiliamo, il suo dolore ci ferisse gli occhi col suo sangue, il suo dolore fosse visibile a tutti e tutti accorressero con ambulanze e abbracci a portare consolazione. E a proposito di dolore, un altro errore imperdonabile, madornale, è non avere fatto il sangue di un colore indelebile, un colore millenario, incancellabile. Se tutto il sangue versato nelle guerre, nelle liti, nella caccia, nei macelli, nelle vendette, macchiasse il mondo, gli uomini ne avrebbero orrore. Forse così gli esseri disumani sarebbero esseri umani.
NUOVO ANTIDOTO AL MALE DEL MONDO
Abbracciare una vocale con indosso un vestito rotondo.
RIACE
All’improvviso nel caldo feroce una tempesta di vento! Appoggio il libro che stavo leggendo. Il vento spalanca per me l’albero storia. Centinaia di foglie collimano, si inclinano, si inchinano. Verde letteratura. Sfreccia uno stormo di uccelli neri: virgole alate, punteggiatura. Il vento vivifica, solleva foglie e senso, intreccia trame e rami. Che storia magnifica! Vibro mentre l’albero vibra. L’albero è un libro.
“Verrà un giorno…in cui ci sarà piu’ rispetto dei diritti umani, piu’ pace che guerre, piu’ uguaglianza, piu’ libertà che barbarie…” la profezia di Mimmo Lucano in cui, nonostante lui stesso oggetto di gravissima ingiustizia, apre al futuro del genere umano con una serie di “benedizioni” ci ricorda, per contrasto ma anche per una certa affinità di situazione, la stessa frase (Verrà un giorno…) pronunciata da Padre Cristoforo e rivolta a Don Rodrigo…Entrambe possono essere promettenti per noi…
E la poesia di Filippo Nibbi, che squarcia il velo delle nostre omissioni, è molto potente: avendo perso la vista, avremmo bisogno di ingigantire le lacrime scaturite dalle sofferenze inferte, fino a farle diventare “fosforescenti, enormi” e di colorare il sangue di “un colore indelebile, un colore/ millenario , / incancellabile” Cosi’ da esserne a nostra volta colpiti, per non dimenticare gli abissi del cuore di tenebra di un essere umano degenerato…
Infine una tempesta di vento scompiglia le pagine di un libro come i rami di un albero…RIACE
grazie