IL POETA E LA SUA CITTÀ: Giuseppina Di Leo/Lisbona

lisbona 1
di Giuseppina Di Leo

Meno di 24 ore alla partenza:
ultimo giorno a Lisboa.
Una foto sul fiume autoripresa
con il tanfo di nafta e sporcizia,
ma anche questo fa parte del paesaggio.
Siamo al momento dei saluti,
che non debbano essere addii.
Tra un po’ risaliremo Via Barrett
e, intanto, il fiume ci reclama
come in un film.
Seguendo la linea di Levante, domani si rientra.
Nel gran finale, la città dalle molte città,
la Lisboa metropolita sembra silenziosa,
anche lei tiene i suoi tumulti nel cuore
o li mette in piazza distrattamente
come gli abitanti tenuti nel grembo, mai partoriti.
D’altra parte, gli appartamenti disabitati
su Pacra Rubiera o su Pacra don Pedro
rappresentano lo scarto esistenziale
della città, la sua anima assente.
Il sole non ci lascia e anche il vento oggi
ha deciso di fare il galantuomo
sussurrando
molto di più di quanto un coro
di ‘obligado/obligada’ potrebbe.
Facendo spazio a tutto, ma davvero a tutto il resto.
Ciao, fiume Tago.

(Lisbona, 2010)

 

 

*Nota dell’autrice
Il viaggio che ho fatto a Lisbona nel 2010 ha rappresentato una opportunità importante, la scoperta di una città molteplice che, racchiusa, protegge i suoi tesori. E c’è poi Pessoa, la sua storia e la sua tomba, tomba anche dei suoi eteronimi…

 

 

 

17 pensieri su “IL POETA E LA SUA CITTÀ: Giuseppina Di Leo/Lisbona

  1. A Lisbona, per un poeta è impossibile trattenersi dallo scrivere. Io ci sono andato cinque anni fa e naturalmente ho scritto, mi pare, una decina di testi che terrò per quando sarò abbastanza vecchio da saper controllare le emozioni. Vi ho sentito tutto il dramma della crisi economica, file e file di negozi chiusi nel centro, già allora. Ma la sera nei locali non mancava gente che arrivava per il Fado. E’ come se la parte antica, quella umana, fosse impermeabile agli sconvolgimenti dell’economia. Lo considero un insegnamento. E anch’io ci ho lasciato il cuore.
    La tua poesia mi piace, i saluti non sono solo parole ma si vedono. Va detto che da quando sono caduti i confini tra prosa e poesia si sta più comodi, c’è più spazio, più libertà. Ammettiamolo. Anche se, per come la vedo io, uno scarto improvviso, il dribbling di qualche parola matta, un po’ continuo ad aspettarmelo. Ma certo che con quel mare e tutto quel vento, per non dire dei gabbiani, come si fa?
    Grazie, un abbraccio.

  2. La “lettura” in poesia di una città , interiorizzata e restituita con le parole che si merita , fedeli a un sentimento di appartenenza / complicità preoccupato soprattutto di dire e non di dirsi . La fluidità “prosastica” del linguaggio elude le trappole della didascalia e ci viene incontro con l’asciutta bellezza che chiama la Poesia con il suo nome , come sempre vorremmo leggere .
    Buon Natale !
    leopoldo attolico .

  3. è vero Lucio, Lisbona è così bella che merita un ritorno, ma devo dire che così dico di ogni città che visito: me ne innamoro. Lisbona però resta tra le grandi, ma anche Madrid. Ma a differenza della capitale spagnola, la città lusitana ha il fascino della provincia, pur essendo estesa su una superficie notevole: c’è barrio Alto, c’è il Tago, il castelo di S. Jorge, il monastero di San Gerolamo con la tomba di Pessoa… e poi c’è Pessoa, la sua casa-biblioteca, il cafè La brasileira… e c’è poi il fado, il bachalau, le sardinas… Lisboa merita più di una visita. Persino San Antonio è di Lisbona…
    Grazie per la tua lettura, e un grazie a Leopoldo.

  4. …una poesia molto delicata, che sa incontrare l’anima di una città, dove peraltro non si è mai vissuti, perciò si corre il rischio di parlarne da turisti di passaggio. Ma non in questo caso, forse perché tu Giuseppina scrivi poesie, ma hai anche la sensibilità della fotografa che sa catturare le immagini, con forza e con discrezione, facendole parlare.
    Quando dici “lo scarto esistenziale della città,/ la sua anima assente” mi hai davvero colpito, sarà perché conosco molti portoghesi ( che formano una comunità forte, anche nel mantenere lingua e tradizioni, nel villaggio svizzero dove vive mia figlia, ma in generale in tutta la Svizzera)…lavorano all’estero una vita, ma una volta in pensione fanno ritorno in Portogallo, quasi sempre. Forse quelle case vuote appartengono a molti di quei migranti, una volta grandi navigatori…quante anime la città che descrivi. Grazie

  5. Questa di Giuseppina è uno scatto, poetico- fotografico, come un dipinto a piastrellina chiamata azulejo… E’ straordinaria quest’iniziativa nata da Sagredo, nelle sue due iniziali, passata dal Salento a Palermo sotto altro titolo con Asmundo, e arrivata in questo viaggio, per me, e per ora, alla sua quarta puntata nel dipinto di un tramonto. L’imbrunire proprio come lo diceva e cantava uno dei portoghesi che piu di altri, se si dice Lisbona, si dice lui, il nostro amico Fernando, dell’inquetudine. “Il tramonto è un fatto intellettuale” si sposa perfettamente con questo “scarto” e “scatto” in stile Di Leo. Ci sono film straordinari, perdonate sempre la mia cinemania, che si percepiscono anche in questa di Giuseppina. Ne cito solo due: Lisbona Story, Europa de Alienados o treno di notte per Lisbona . Sento solo una mancanza, che la fa però simile al mio amico Pessoa: lo stretto legame fra certe “assenze” intimistiche esistenziali e, dalle stesse, quelle più politiche di un certo nudismo politico di Sagredo o Asmundo. Ma il Portogallo ha subito la nostra identica tragedia, individuale e collettiva, e forse ancor più di noi sofferto e iperliberticizzato…ciò che Lisbona dice “oggi”, la fa simile agli scarti disabitati e disabitanti delle nostre città ed è, però, bellissimo il cenno che Annamaria fa dicendo del ritorno, comunque alla propria , per quella di radice portoghese. Noi, simili al marchio coloniale in nome di una fuffa europa datoci come ai greci o gli ispanici, pur tuttavia costretti ad essere porci e zingari migranti fino a non voler ritornare più (in un’ italia mai fatta, ciononostante sfatta)

    Mando i miei piu cari auguri a Giuseppina, Annamaria, Emilia, Leopoldo e Lucio, Rita, Ezio, Cristiana, tutte e tutti e chiaramente Ennio, ma anche ai miei due innamorati Signorini Antonio e Transit, nel nostro primo Natale senza Gianmario ma con il suo spirito immortale …

    1. Brava Giuseppina , come sempre!

      Ecco una poesia di Pessoa, che ha scritto una notte guardando dal terrazzo Lisbona illuminata:

      Lisbona,
      mia stanchezza di domani
      Che notte!

      Cia o

  6. Carissime, Rò, Annamaria e Cristina, i vostri commenti ‘vibrano’, come mi ha detto altrove un poeta, e fanno vibrare me sulla voce bellissima della cantante portoghese.
    E’ vero quello che dici, come sempre del resto, il Portogallo ha subito una storia di privazione pari, se non peggiore, a quella di tanti altri Paesi. Lisbona è una città molteplice perché racchiude tante etnie, ed è una città ‘aperta’, o almeno così l’ho avvertita. Sì, certo, ero di passaggio, ma se avessi potuto sarei rimasta lì. Lisbona è capace di catturarti e non lasciarti andare più via.
    Un grazie di cuore a Ennio per questo spazio.
    Auguro a tutte e tutti i miei migliori Auguri di buone Feste.

    1. …il riferimento è a Rò. Scusate, ma sto in un momento di mordi e fuggi. Spero di avere un po’ più di tempo in serata… Un abbraccio.
      Giuseppina

  7. Anche in questa poesia di Giuseppina, come in quelle di Sagredo e di Asmundo, dietro (e dentro) l’immagine delle città c’è il poeta con il suo vissuto. Una esperienza emotiva che integra e arricchisce, perché, come scrive Mayoor *i saluti non sono solo parole ma si vedono*. O si sentono, direi io, come il sole che sembra essere lui a non voler lasciare i partenti o il vento che, con il suo sussurrare, galantemente aggiunge un di più alla nota dei saluti affinchè *non debbano essere addii*.
    E’ un gioco di equilibri tra assenze e presenze, tra sporcizia e bellezza che, in questo caso, la *fluidità “prosastica”* – come giustamente la definisce L. Attolico -, aiuta a impregnare di senso il discorso poetico e, al contempo, lo fa scorrere. Come fa il Tago, il Piccolo Mare, che *come in un film* compone le innumerevoli storie che hanno contrassegnato questa *Lisboa metropolita* che *tiene i suoi tumulti nel cuore/ o li mette in piazza distrattamente*.
    R.S.

  8. Spero che ci siano altri poeti a concorrere convivendo e condivendo ognuno le città amate, e chi sa se alla fine non si potrebbe realizzare una antologia in tal senso… ma altre idee mi girano per la testa e spero rivelandole in un successo….
    a. s.

    1. ..fare il tifo per un progetto poetico di tale portata, sarebbe svilente, per la ricetta da lei suggerita, di un nuovo piatto così ripieno di strati e spessori geopoetici, tuttavia appoggio in pieno l’idea facendo la ragazza, più che pom pon , direi poe poe, allan ola, ollalà; tanto che sempre per ricordare che vivo è fra noi lo spirito di Gianmario Lucini, è per me bellissimo immaginare che la prima raccolta pubblicata da voi, i suoi compagni di viaggio dopo la sua morte, sia proprio questa così corale come un madrigale a sua memoria, dedicato a lui e a tutti coloro che hanno potuto essere ospiti della sua locanda, da cui si muoveva di città in città. Vedo già fra queste , quella di Asmundo o quella di Pessoa visitata da Di Leo, oppure , anticipatrice della raccolta, o datata prima della sua proposta, quella della nevicata su Roma di M.Corsi, ed altre ancora da venire, o o già ospitate qui e altrove. Bellissimo progetto, davvero!

  9. Dimenticanza (tipica da ragazza poe poe..)
    Previa autorizzazione di Paolo Ragni, sarebbe da inserire anche la sua su Firenze, ultima proposta di Abate sul tour poetico in questione, sebbene dal titolo del post, come per Asmundo, non si fà riferimento diretto alla collana specifica su paesi e città…

  10. …se e quando Ennio e altri decidessero di realizzare un’antologia di testi poetici sulle città o luoghi più amati dai poeti, penso che, come affermano Antonio Sagredo e Ro, sarebbe bello e la leggerei volentieri…Ho mandato anch’io sull’argomento un mio testo ad Ennio per una sua lettura, ma certo più esercizio che poesia e, se non potesse rientrare nell’antologia, gusterei i testi di tutti voi con uguale piacere…Però, Ro, mi piacerebbe leggerne anche uno tuo…ciao

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