Figurine

T. N., disegno anni Novanta

di Marga

Ricordo, da ragazzina, l’appassionata raccolta delle figurine: calciatori, divi e dive del cinema, personaggi vari!

Era una passione costruttiva perché, se da un lato stimolava a collezionare, a mettere ordine come attività privata, dall’altro lato aveva una funzione sociale non solo di scambio materiale delle figurine ma di scambio di idee, confronto di valutazioni. C’erano i mercanteggiamenti accompagnati dalla battuta: “Questo ce l’ho”. Oppure i baratti, dove si scopriva che qualcosa che non era interessante per te lo era invece per qualcun altro e viceversa. Questo raccogliere e scambiare fu per me molto significativo al punto da estenderlo, successivamente, a molte attività culturali e professionali della mia vita. Non si trattava di ‘collezionismo’ ma di partecipazione di conoscenza.
Ma che cosa di attuale ha dato il via a questo ricordo a metà fra il ludico e l’impegnato? L’accostamento sembrerà blasfemo, ma il macabro rito dell’orrore che, dall’inizio della guerra, presenta un crescendo di atrocità mi ha fatto ricordare, come da copione, simili scene o situazioni analoghe relative ad altre guerre. Ed è molto sconvolgente riconoscere nel proprio repertorio di memoria scenari che si ripetono, al punto da farci dire: “questa l’ho già vista, ce l’ho già nel mio album”. E poi, con orrore, notare che nessun cambiamento di consapevolezza c’è stato. Sono sgomenta davanti a questi “film” già visti, reportage già sentiti. Ma, purtroppo, appartengo ad una generazione ben diversa (sia anagraficamente che di lotta politica dove si applicava la dialettica della controinformazione) rispetto a questa attuale dove imperterrito domina il mainstream dell’impatto emotivo “Oh! Ah!”, senza alcuna attivazione di un pensiero che non sia quello omologato. Così succede che, come nei remake, cambiano gli attori, ma la pièce è sempre la stessa: in ogni guerra si rincorrono NON informazioni bensì notizie-propaganda, una propaganda che, guarda caso, si indirizza verso una sola parte, che diventa la vittima designata (ma lo era già in partenza. Che poi questa ‘vittima’ abbia prestato il fianco e abbia compiuto azioni improprie e deprecabili, è comunque da mettere in conto).
Osserviamo come le atrocità – ma soprattutto il racconto mediatico delle atrocità – si susseguono in un crescendo fino ad arrivare al punto di non ritorno, all’abominio degli abomini (vedi l’effetto di Bucha, drammaticissimo), e quindi, nel consenso generale, verranno autorizzati gli interventi più drastici: l’eliminazione fisica del Mostro designato. Ma anche qui, in questo ‘album di figurine’, di questo dejà vu, permane l’impressione che vengano applicate due memorie. Infatti, dov’era la gente che oggi, incollata davanti al televisore, gronda di indignazione per queste atrocità e non fece “bah” davanti ad analoghe atrocità commesse dagli ucraini in Donbass? Perché le persone non ricordano quegli scoop tragici (poi rivelatisi falsi) che furono occasione per scatenare terribili reazioni a catena a seguito dell’orrore provocato nell’opinione pubblica? Così quando leggo “civili usati come scudi umani” (vedi Guerre del Golfo) e mi viene da dire (come quando si contrattava con le figurine Panini), “questa ce l’ho”, in quanto lo scenario fa già parte del repertorio delle notizie ‘gonfiate ad arte’. Idem quando si parla di genocidi di massa, anche questa ‘figurina’ ce l’ho (guerra contro Miloševič). O l’accusa del ricorso alle armi chimiche (Saddam). Pure i bombardamenti sulle colonne di profughi, anche quella ce l’ho. Le fosse comuni fotografate dall’alto e poi scoperto che si trattava di trasferimenti normali di salme da un cimitero (Libia, Gheddafi), analoga storia. E analogo l’orrore suscitato. Solo che nessuno pensa all’uso che viene fatto di quell’orrore esibito. E a chi serve.
E anche Ursula von der Leyen che vuole far processare Putin per crimini di guerra e Zelenskyj rincara dicendo “genocidio”, anche quella ce l’ho (vedi appunto affare S. Miloševič). E aggiunge “L’Ucraina sta marciando verso un futuro europeo”. Sic! Ecco il punto! Ma poi nessuno si fa questa domanda: “Se l’Ucraina è un paese in guerra, com’è che a Kiev c’è tutto un via vai di politici, di capi di stato che viaggiano tranquilli e trasmettono baci e abbracci con Zelenskyj come se si trattasse di spostamenti in piena pace? Fra un po’ ci arriverà anche il Papa! Putin non vede? Che cosa in realtà sta succedendo che noi non sappiamo?
E non dimentichiamo poi le “guerre giuste”, quelle portate avanti dagli Stati Uniti, i quali si sono arrogati il ruolo di difensori della libertà e democrazia nel mondo e, ogni volta che si sono mossi con le loro insane guerre, hanno lasciato distruzione, intere popolazioni allo sbando, economie distrutte, ulteriormente salassate dai potenti di turno, i loro regimi fantoccio per tenere le popolazioni sotto scacco. Forse che i sette paesi attaccati dal Nobel per la Pace Obama, godono oggi di democrazia, libertà e floridezza?
Ciò che stupisce (ma fino ad un certo punto, visto il progressivo ‘azzeramento’ del nostro pensiero) è il fatto che queste connessioni oggi non vengono fatte se non da quelli che io chiamo “gli ultimi uomini”, coloro che hanno ancora la forza di resistere a questa distruzione (altro che ‘magnifiche sorti e progressive’!) e vogliono continuare a parlare pur vagando in un deserto dove trovano, oltre al silenzio, anche serpenti e scorpioni che li attaccano.
Non mi consola il fatto di sapere che ciò è legato alle dinamiche intrinseche alla guerra, quando ci DEVE essere un nemico (siamo freschi freschi di Covid-19, no? Il virus come Nemico), e quello per forza di cose deve essere il più crudele, il più diabolico, il Mostro che si deve uccidere. E non c’è altro pensiero che tenga! Come già detto, non sono filo Putin (bisogna sempre presentare le proprie credenziali!) ma temo per Putin (lo ha detto anche Biden che ci vuole il cambio): cercheranno di incastrarlo in qualche modo, utilizzando la propaganda di proteggere il mondo onde impedire che la Russia espanda il suo regime dittatoriale, affamatore dei popoli, ecc. ecc. Piccola domandina d’obbligo: ma perché il Patto di Varsavia è stato sciolto mentre il Patto Atlantico, no? Perchè la realtà è ben altra: si vuole impedire che la Russia diventi un Paese competitore che può minacciare le spinte dominatrici degli USA, ormai infiacchiti ma sempre potenti e che vogliono riprendersi la leadership mondiale. Diamo un’occhiata in giro per il mondo: di regimi davvero massacratori e invasori ce ne sarebbero a iosa, vedi in Africa, ad esempio. Ma quelli non vengono toccati. Forse perché quelli, bene o male sono affiliati alle grandi potenze mentre la Russia – che con Eltsin è stata svenduta e degradata a misera provincia – con Putin ha alzato la testa e vuole una sua dignità di nazione e avere il diritto di esporre la sua versione dei fatti (soprattutto dopo Bucha). Invece gli Usa e il Regno Unito chiedono la sospensione della Russia dal Consiglio Onu per i diritti umani. Il Pentagono afferma: “Non abbiamo ragione di confutare le denunce Kiev”. E questa la chiamano democrazia?
Questo ci dà la prova provata che qualsiasi verità altra rispetto a quella che l’ONU ha decretato non ha diritto di esistenza. Putin è stato condannato già a priori. Ma perché a coloro che leggono queste notizie non ribolle il sangue? A questo abuso di potere siamo ridotti?
Ed è questo mainstream ad essere intollerabile. Come può un reporter ucraino (Maistrouk), sprizzando livore da ogni suo atteggiamento, fare in una nostra rete televisiva una affermazione di questo genere (rivolgendosi ad un giornalista russo): “Ridi fin che puoi, perché poi non riderai più. Abbi paura fino alla fine dei tuoi giorni, perché noi vi troveremo tutti, come ha fatto Israele dopo il 1972 (il riferimento è ai terroristi delle Olimpiadi di Monaco 1972 uccisi poi dai servizi segreti israeliani), vi troveremo tutti e vi puniremo”. Ma questa dichiarazione non sarebbe “apologia del terrorismo”? Lasciarla dire in una TV pubblica senza alcuna diffida o reprimenda mi sembra davvero mostruoso se equiparato al trattamento censorio che viene fatto nei confronti di coloro che ‘pensano’ in modo diverso senza istigare alla violenza. E invece utilizzare il dubbio è reato, mentre propagandare la violenza viene accettato. Come mai? Solo perché è ucraino e pertanto è legittimato a qualsiasi cosa? Mi sa tanto che anche questa è una ‘figurina’ già vista: se appartieni a un certo modello di pensiero (arbitrariamente chiamato democratico) ti è concesso tutto.
Davvero la vergogna non finisce mai. Certo, ogni Paese può andare alla dissoluzione, ma perché fra le due grandi Rivoluzioni, quella francese (abbattimento della monarchia) e quella russa (abbattimento dello zarismo) solo quella francese ha ancora oggi titolo di rappresentanza? Forse che il motto di “Libertè, Fraternitè, Egalitè” è più manipolabile che non quello di cambiare modello di sviluppo? E perché la Russia – che con i suoi 25 milioni di morti contribuì alla sconfitta del nazismo sancendo la fine della seconda guerra mondiale – viene equiparata ad un regime hitleriano? E gli USA che con la bomba atomica in un solo istante eliminarono 210.000 inermi civili giapponesi (senza contare i feriti e gli effetti collaterali che perdurarono per decenni) sono considerati i salvatori?
A proposito di prepotenza mi viene in mente una scena del film “Non è un paese per vecchi” (2007) dei fratelli Coen: la memoria di un tempo passato in cui nonostante tutto c’era ancora la fiducia (“si lasciavano le porte aperte”) e un presente, invece, in cui uno psicopatico gira imprendibile, getta in aria una moneta e dice: “se viene testa la tua vita è salva e se viene croce invece no”. E, in un caso, pur venendo fuori ‘testa’ lo psicopatico uccide lo stesso, perché il suo fine è uccidere e il gioco proposto è solo una trappola perversa che è la base del suo godimento. Per questo mi viene da pensare che, qualsiasi cosa oggi Putin (o la Russia) faccia è già destinato a soccombere: Washington ha deciso che devono vincere loro, devono risanare la loro economia, devono far pagare al mondo (in questo caso all’Europa), così come hanno sempre fatto, i deliri di onnipotenza. Nessuno qui vuole negare anche ciò che l’America ha fatto di buono ma, se il negativo azzera il positivo, bisogna fare un esame di realtà.
Come detto, le “figurine Panini” le ho tutte. Ma adesso ne arriva una che mi manca davvero: una vera novità. Mariupol sarebbe la nuova Auschwitz, ma non solo, “i russi hanno forni crematori itineranti per incenerire i cadaveri in modo da non lasciare tracce sul terreno”. Una specie di camion gassificatori. E allora i morti lasciati a Bucha se ne stavano lì, ‘freddamente’ in attesa di essere presi e gassificati? O invece erano in attesa di qualche reportage: fra l’altro le immagini a ‘media unificati’ sono riprese tutte dalla stessa angolazione, mai un reporter che abbia fatto una ‘ripresa’ diversa. C’è una omologazione, una censura filtro da cui passano le immagini? Quando Augusto Minzolini afferma “Non ho visto un reportage su Bucha che desse una versione di tipo diverso”, non alimenta forse il sospetto di un controllo preventivo? Perché non è stata chiamata la Croce Rossa Internazionale (organo imparziale)? Avrebbe potuto dare immagini altre? E tutto questo a spese di quei poveri cadaveri! Ma, di quella situazione, il crimine che ritengo maggiore, non è legato alla guerra (di per sé criminogena) ma al fatto che gli abitanti di Bucha hanno compiuto una violazione della civiltà che si accompagna alla umanità. Civiltà la cui evoluzione si è anche fondata sul dare sacralità alla sepoltura dei morti. Dov’erano i cittadini di Bucha, a non sentirsi nemmeno spinti dalla pietas per coprire quelle povere salme di un lenzuolo, di un qualche cosa che li proteggesse dalle ulteriori violazioni climatiche ed ambientali? Si dice che in altri contesti lo fecero, esponendosi anche al rischio. Perché qui no? E dove sono coloro che si sono stracciate le vesti per difendere Antigone che voleva dare sepoltura al fratello, pur se morto combattendo contro la sua città? Improvvisamente sono diventati tutti filo-Creonte che voleva punire l’invasore Polinice? A questi personaggi – che non so come definire perché chiamarli ‘voltagabbana’ non gli fa neanche solletico -, allora andava bene prendere le parti dell’eroina Antigone in quanto difendeva le leggi del sangue di contro alle “Leggi istituite da chi governava la città”. Oggi, le leggi del sangue non contano più, si massacrino pure fratelli contro fratelli, non si chiede la pace ma armi, armi, armi per uccidere ancora. L’importante è parteggiare con chi vuole imporre il suo nuovo ordine mondiale, gli Stati Uniti. I quali, trovandosi in un momento di particolare difficoltà sia politica (Biden è alla ricerca spasmodica di consensi) ed economica (sono afflitti da una inflazione così alta che non vedevano da anni) cercano di riprendere, con il solito sistema che sono abituati ad usare, la guerra, una visibilità di potenza e di prepotenza.
Quanto al nesso tra la nostra Resistenza e la cosiddetta e strombazzata “resistenza ucraina” la differenza è abissale: allora si combatteva, almeno così lo era per una cospicua parte di partigiani, per un futuro diverso, un futuro che essi pensavano avrebbe cambiato il mondo, il futuro del comunismo. Oggi in Ucraina si combatte per un futuro che si chiama consumismo. Altro che ‘autodeterminazione’!
Ricordo che la Storia è progredita anche perché abbiamo incominciato a farci delle domande. Se ci fossimo attenuti soltanto a ciò che i nostri sensi ci comunicavano, continueremmo ancora a credere che è il Sole che gira attorno alla Terra, visto che al mattino sorge ad Est e alla sera tramonta ad Ovest.
Di escalation in escalation arriviamo all’ultimo orrore perpetrato dai russi: un missile ha attaccato la stazione di Kramatorsk (50 morti fra cui 10 bambini). Vi campeggia la scritta “Per i bambini”. Ma da che parte arriva quel missile? Il Ministero della Difesa di Mosca afferma che i frammenti del missile appartengono ad un vettore Tochka-U “utilizzato solo dalle forze ucraine”. Nel contempo si sa, da affermazioni di funzionari della Difesa degli Stati Uniti, che Washington ha inviato per vie traverse attrezzature di difesa di fabbricazione sovietica nonché altre apparecchiature dell’era sovietica ancora in dotazione ai paesi Nato che facevano parte del Patto di Varsavia.
Questa è l’altra “figurina” che mi mancava: se ci si trova di fronte ad un carro armato russo, quello appartiene veramente ai russi o invece è stato ceduto agli ucraini? E’il colmo dell’ambiguità. Ma in tutto questo, chi paga?
“Ma che colpa abbiamo noi” cantavano i The Rokes nel 2000 “La gente non sorride più/Vediamo un mondo vecchio che/ci sta crollando addosso ormai/ Ma che colpa abbiamo noi…”
Invece noi abbiamo colpe (parlo al plurale e quindi mi ci includo). La colpa di aver lasciato fare, più o meno soddisfatti delle nostre piccole certezze materiali permettendo che altri ne gestissero il potere e il flusso.
Ed è tragicamente buffo vedere le persone correre a portare armi a coloro che le utilizzeranno, non per difendersi, oh, no, ma per accedere di diritto a quelle “libere catene” in cui noi ci siamo imprigionati e che adesso ci strangolano sempre più forte. Ma, altolà. Quando dico ‘noi’ mi riferisco a quella parte di noi, coloro che sono stati traditi da false illusioni e poi sono stati lasciati soli a smazzarsela. E se non ce la fanno? Pazienza! Un po’ di sfoltimento di popolazione ci vuole! Magari quella più anziana che potrebbe fare da testimone su certe analogie del passato. “Volete burro o cannoni?” e si rispose: “cannoni!”. Oggi Draghi: “volete pace o condizionatori?” e ipocritamente tutti risponderanno pace, ma inviando armi non si otterrà la pace ma la vittoria di chi porterà i condizionatori. Quella è la legge del mercato (di quale capitalismo ancora non si sa). Fra il “volete libero Barabba o Gesù?” la folla, aizzata dai farisei, gridò “Barabba”. E va da sé. Il problema è che né i condizionatori, né le restrizioni alimentari, né il galoppante crollo economico toccheranno né Draghi (ormai i suoi occhi sberluccicano per la poltroncina alla NATO) né i lacchè di un impero sia pure in disfacimento (vedi la misera figura di Biden) ma che sempre Impero è e che, come succede, nasconde sempre i veleni nei colpi di coda.
Marga, 10.04.2022

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *