in esodo, ti dico, in esodo
vai anche da vecchio solo
non chiedere compagnia d’altri
scruta le loro parole ma scostatene –
metti le tue non nel lattiginoso silenzio d’infanzia
ma nel secco rugoso tempo della vecchiaia
esiste un filo tra le letture che qui si fanno
e le poesie che si scrivono a notte o all’alba? forse
ma abbiamo problemi di vele afflosciate
lamenti grida e nenie di comunità disfatte
e il testardo fanciullesco io – io che sempre lui! –
reclama coccole tra le braccia di decrepiti saggi
stacci sui blog – ma non crederci! riga dopo riga
mentono sgambettano azzoppano ghignano
nella brace d’opinioni cerca solo i tizzoni ardenti
ancora – afferrali, soffiaci su, cammina svelto e solo
compagni per ora non ce ne sono
…siamo perennemente in fuga, non di rado anche da noi stessi…Il “..il testardo .fanciullesco io – io che sempre lui!- / reclama coccole tra le braccia di decrepiti saggi…, e “…stacci sul blog- ma non credere riga dopo riga/ mentono sgambettano azzoppano ghignano…” sono le due età, infanzia e vecchiaia, che nell’ incontro cozzano con le loro caratteristiche: la prima non riesce a rinunciare al suo bisogno di coccole (“lamenti grida nenie di comunità disfatte”), la seconda ha vissuto troppi fallimenti e sconfitte e non si puo’ fidare, raccoglie degli altri “tizzoni ardenti” e fugge. Una poesia dolente, dove si respira l’aria di incontri mancati, di difficoltà a costruire qualcosa insieme…eppure c’è ancora molto da raccogliere, credo…
Il dipinto è bellissimo: una figura umana scolpita in una luce nera, nella fuga si incendia come i lampi nel cielo tempestoso, e porta con sè, stretti, tizzoni ardenti…
…nel dipinto, la figura femminile- maschile sembra uscire in fuga da una lastra metallica, da tutti i robot messi insieme, che la-o vorrebbero inprigionare o farlo diventare uno di loro, dentro c’è anche l’o’mbra del suo volto ( si intravvedono le corna del diavolo?)…nella fuga lei-lui porta con sè solo braci ardenti, raccolte, si immagina, nella corsa piu’ forsennata “In esodo, ti dico, in esodo…”, per poter accendere un nuovo focolare chissà dove…Siamo sempre donne e uomini della pietra…
…prometto che è l’ultimo…mi sembra che il dipinto rappresenti un passo avanti rispetto a quel dramma dell’inconciliabilità tra le istanze del bambino e quelle del vecchio. La figura umana (che ora mi appare materna) ha in sè quei colori rosa-celestino, con ritocchi giallini che spesso colorano gli abitini dei neonati(ma sono anche i colori della madreperla delle cochiglie) e tra le braccia forse stringe proprio il suo bambino. Voltandosi nella fuga, come per assicurarsi la distanza da chi li minaccia, si immagina il desiderio di protezione e la forza del vecchio, cioè di chi ha maggiore consapevolezza…