Perché oggi un ministro può dire che Dante è di destra?


In margine a una polemica in corso

di Ennio Abate

” l’opinione sul “Dante di destra” non regge alla prova dei fatti, ma è il frutto di un’interpretazione fortemente orientata che rischia di far dimenticare il ruolo proprio di ogni grande opera artistica” ( da Alberto Casadei, Dante di destra, alla prova dei fatti, qui)

Mi interrogherei su cosa sia accaduto nella realtà politica e sociale italiana per permettere a una tale opinione di uscire  oggi dalla bocca di un Ministro della Repubblica.

P.s.

Ancora nel 2014  discutevamo  di Dante (forse  con interventi troppo lunghi ma appassionati) così:

Ennio Abate<blockquote>Su Dante “monumento” e Dante “poveraccio”. Risposta a Roberto Buffagni<blockquote>

Ennio Abate<blockquote>Sulla grandezza di Dante (e di Mandel’štam)<blockquote>

Ennio Abate<blockquote>Sulla grandezza di Dante<blockquote>(e di Mandel’štam). Coda di discussione n.1: @ Buffagni<blockquote>

Ennio Abate<blockquote>Sulla grandezza di Dante <blockquote>(e di Mandel’štam). Coda di discussione n. 2: @ Banfi, Bugliani e Simonitto<blockquote>

2 pensieri su “Perché oggi un ministro può dire che Dante è di destra?

  1. Mah, dico la mia. Alla romana: E ‘sti cazzi? Ossia: se il Ministro è convinto di quel che ha detto, scriva qualcosa dove motivi e sviluppi la sua tesi, e se dirà cose interessanti, sarà elemento di dibbattito cuulturale. Ma, al netto di ciò, io credo che un vero Ministro della P.I. oggi debba farsi carico della ricostruzione della scuola italiana dopo la sua polidecennale distruzione (cosa che in parte spiega la domanda posta nel titolo di questo post ), da parte di governi sia di centro(sinistra) che di centro(destra). Ma la ricostruzione etica, culturale e politica (nel senso di cittadino appartenente alla polis) della scuola italiana è mission impossible in tempi neoliberisti, per cui non ci restano che i diversivi: Dante è di destra o di sinistra?

  2. SEGNALAZIONE

    Dante e il ministro della propaganda
    18-01-2023 – di: Tomaso Montanari

    https://volerelaluna.it/controcanto/2023/01/18/dante-e-il-ministro-della-propaganda/

    Stralcio:
    È stata cosa buona e giusta seppellire l’uscita del ministro della Cultura Sangiuliano su Dante («So di dire una cosa molto forte, ma penso che il fondatore del pensiero di destra italiano sia Dante Alighieri». E ancora: «quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante, ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra») sotto una montagna di prese in giro, sfottò, irrisioni e meme di ogni tipo. Come reazione a caldo, non meritava molto altro. Ma, a qualche giorno di distanza e dopo la lettera autoapologetica che il ministro ha inviato al Corriere della sera, è invece il caso di tornarci su in modo serio.

    Sangiuliano definisce “provocazione”, la sua uscita. Ma a ben guardare è tutto tranne che un’uscita estemporanea, o campata per aria. Sangiuliano cita come prima fonte un saggio di Enrico Ghidetti sul Dante di Croce e Gentile, in cui si esamina la costruzione del mito dell’Alighieri come «epicentro ideologico della trattazione del principio di nazionalità». A seguire, una scarna antologia di citazioni relative al ruolo di Dante come padre della nazione. Infine, il sillogismo che sorregge tutto il ragionamento: «chi intende difendere l’identità nazionale, cioè i conservatori, non può non ritrovare in Dante Alighieri un antenato nobile».

    Urgono tre considerazioni. La prima è che questo sillogismo è culturalmente falso. La seconda è che questo sillogismo è un’invenzione fascista, ed è dunque una spia che permette di tracciare senza equivoci la genealogia della ideologia del ministro. La terza è che, in bocca al ministro della Cultura della Repubblica italiana, esso è terribilmente improprio, abusivo, grave.

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