di Paolo Di Marco
Non è possibile scordare l’emozione che ti afferra quando leggi la storia descritta da Braudel; già nella sua prima grande opera, ‘Civiltà e imperi nel mediterraneo all’epoca di Filippo II’ tutto il primo libro è dedicato alla geografia fisica del Mediterraneo, a come questa faceva nascere popoli e abitudini di vita e commerci e rotte. Ma così facendo costruiva anche una sorta di paesaggio di cui questi erano gli elementi costitutivi, i parametri di uno spazio a molte dimensioni lungo cui scorreva la storia, le gole che indirizzavano il percorso obbligato degli accadimenti. Alla fine la politica e le scelte erano il risultato di questo percorso; come succede nei fiumi reali ci sono lanche e punti di svolta legati a piccoli elementi, a inciampi occasionali, ma come in tutte le scelte vere emergono là dove le possibilità si riducono, quando i numerosi parametri liberi si riducono a uno o due.
Con Hiroshima tutto questo finisce.
La potenza distruttiva di una bomba che rade al suolo città intere annulla tutto il paesaggio storico, la sua ricchezza di parametri e determinazioni, lasciando il destino intero dell’uomo alla mercè di un idiota col cappello da cowboy (come ci racconta Kubrick). Certo, i canyon, le cascate, le gole rimangono, ma son diventate diafane e fragili. Le allodole continuano a cantare, ma a volte si interrompono, tengono il fiato sospeso.
La scienza, quel semplice E=mc2 ci ha fatto questo.
In quali altri guai (o promesse) di dimensioni planetarie è implicata?
1- Intelligenza artificiale..e idioti naturali
parte 1: AI
Il 31 Marzo 2023 un gruppo di 350 ricercatori e dirigenti dei principali laboratori di Intelligenza Artificiale (AI) (OpenAI, Google Deepmind, Anthropic e altri) ha pubblicato (NYTimes, 31/3/23) un grido di allarme: chiede una moratoria di 6 mesi sulla ricerca e avvisa che uno sviluppo incontrollato può comportare il rischio di estinzione per l’intera umanità. Questo appello segue di pochi mesi il lancio dirompente di ChatBot, la prima applicazione di AI capace di esprimersi in modo pressochè indistinguibile dagli umani.
-La prima ragione di preoccuparsi sta nel fatto che si è scatenata una gara dove nessuno intende fermarsi a riflettere: i profitti in gioco sono tali che ogni scrupolo è messo da parte. Che alcuni dei protagonisti di questa corsa firmino l’appello mette qualche dubbio..ma per ora soprassediamo.
-la seconda ragione, che nessuno però nomina, è che gli effetti sul lavoro sono già dirompenti: i licenziamenti di massa nelle agenzie giornalistiche e di viaggio tedesche sono solo l’inizio di una valanga che nessuno sa dove finirà, sostitutiva ma anche trasformativa dei lavori standardizzati.
-la terza ragione risiede nel modo stesso in cui queste entità vengono create: sono il risultato finale di un processo di selezione artificiale a catena di reti neurali in cui sopravvivono solo quelle strutture che meglio imitano un determinato modello. La scelta del modello può dare problemi, ma in linea di principio può essere non critica; è il percorso imitativo e di ricombinazione casuale che non è controllabile: se vengono subito in mente quegli studenti che procedono nella carriera senza nuilla comprendere ma per semplice capacità mimetica non va però dimenticato che loro sono sempre umani, con una struttura, un sistema di controllo e reazioni assai complesso e tarato nei millenni, mentre qui tutto questo è assente; quindi nulla ci garantisce che la struttura emergente obbedisca a una logica umana. In altri termini sembra del tutto possibile che si formino entità aliene.
Il successo di ChatBot dipende strettamente dalla quantità enorme di dati sulla cui base è stato creato e su cui si è allenato; nella corsa a migliorarlo-o a superarlo da parte dei concorrenti- come al solito il maggior lavoro viene fatto in economia, appaltato a una miriade di umani sottopagati che per risparmiare..usano l’AI per inventare dati. E questo amplifica il potenziale di autorinforzo di eventuali entità aliene.
Ma se andiamo a vedere più da vicino ci rendiamo conto che in tutto questo c’è un grande assente: l’intelligenza. Il procedimento finale infatti è di una semplicità disarmante: quando noi facciamo una domanda il programma ci risponde con la serie di parole che nei suoi milioni di letture vengono più frequentemente associate alle parole della nostra domanda; quindi è una semplice valutazione di probabilità; con qualche finezza che aumenta la verosimiglianza, tipo non mettere tutte le parole più probabili ma aggiungervi un poco di casualità; o aumentando l’apparente creatività non mettendo subito quelle con probabilità massima ma quelle all’80%. Non solo, ma non c’è alcuna struttura di logica formale che debba venir rispettata, ed anche i conti matematici sono ‘ad orecchio’. E, tanto per rispettare le regole del perbenismo, le domande scabrose vengono censurate. Quindi non ci sono entità intelligenti, nè similumane nè aliene. Qualche burlone nei convegni accusa l’AI di perdita di umanità essendo basata, come tutti i calcolatori, sulla codificazione binaria. È come sentire Flaubert lamentarsi che la stampa dei suoi libri fosse svilita dai caratteri di piombo, o forse non si è accorta che tutto il Beethoven che ascolta è registrato nello stesso modo; e in ogni caso il problema non sta qui: c’è un fondamentale teorema di Shannon che ci garantisce che è sempre possibile codificare un segnale in modo indistinguibile dall’originale.
-la quarta ma principale preoccupazione è la possibile integrazione di queste entità con quelle AI minori che vengono già utilizzate per motivi militari o di sicurezza interna -come i riconoscimenti facciali oggi diffusi in molti quartieri cittadini. Queste AI nascono, vuoi volutamente vuoi per presupposti nascosti dei programmatori, con già delle deformazioni (bias) implicite, che possiamo esemplificare molto rozzamente: nero->violento, arabo->terrorista.. già riscontrate negli USA; come poco si dice dei criteri di controllo dei missili nucleari, che sempre più hanno bisogno di sistemi avanzati e veloci, quindi per antonomasia AI; forse si potrà evitare l’errore della base aerea di Thule del ’60, quando il sorgere della luna venne interpretato come un lancio di missili sovietici, ma forse anche sarà ridotto l’intervento umano, e non ci sarà più un colonnelo Petrov a fermare all’ultimo minuto, come nell’83, un lancio di risposta a quello che il sistema informatico aveva deciso fosse un attacco americano.
L’elemento chiave di una inevitabile integrazione futura di tutti questi sistemi sarà da un lato la riduzione del controllo umano e dall’altro la crescente autonomia- del sistema integrato delle AI. Un’integrazione pericolosa perchè avviene non sulla base di una qualche logica ma solo come integrazione di convenienza e spesso casuale. Con risultati di controllabilità e stabilità imprevedibili.
parte2: sciami
Molti anni fa c’era un programma che i bambini curiosi usavano per costruire le prime simulazioni, il Logo, oggi cresciuto diventando NetLogo ma sempre basato sullo stesso semplice principio (non è casuale la somiglianza del nome con Lego): si prendono tanti elementi semplici (dei quadratini che vengono chiamati tartarughine) e gli si danno delle regole di comportamento elementari per quando si incontrano con gli altri. Quello che vien fuori è inaspettato e straordinario: viene simulato con estrema precisione il comportamento di un formicaio, la propagazione di un’epidemia, il volo di uno stormo; è anche un modo per dimostrare che uno sciame non ha bisogno di misteriose proprietà di comunicazione e coordinazione per comportarsi come un organismo unico, ma bastano poche regole di interazione locale. È un esempio di un elemento matematico importante, le proprietà emergenti di un sistema: quei comportamenti che non sono programmati esplicitamente dall’insieme di regole che lo definiscono ma che si manifestano autonomamente, imprevisti.
Col Netlogo vediamo le stesse cose che Parisi ha studiato dal vivo, e i due si confermano a vicenda. Quella che sembra o anche è intelligenza di un organismo collettivo-non distinguiamo cose che si manifestano nello stesso modo- (diceva Wheeler, che con eccessiva coerenza ipotizzava che tutti gli elettroni fossero lo stesso, che saltava come un pazzo avanti e indietro nel tempo e nello spazio) è quindi una proprietà emergente di elementi e regole semplici.
Possiamo anche fare un ragionamento analogo all’incontrario: se pensiamo al nostro atteggiamento rispetto all’AI, equivalente a mettere un bebè alla guida di un bombardiere, lo possiamo immaginare come comportamento emergente, stavolta non intelligente ma idiota, generato da una semplice regola che tutti gli indizi portano ad individuare nella legge del massimo profitto.
2- la bomba e il problema dei tre corpi
C’era quasi impazzito Newton..poi aveva lasciato perdere: dopo aver descritto brillantemente il moto della Terra e del Sole, se ci aggiungeva la Luna, non riusciva a trovare soluzioni; l’aveva poi capito Poincarè (e lo sa chi mi segue regolarmente): con tre corpi o tre parametri un sistema molto spesso diventa caotico. Più o meno imprevedibile (a seconda del suo coefficiente di Ljapunov) ma sempre impossibile da calcolare esattamente; e con esiti talvolta catastrofici (un brusco cambiamento di stato quando uno meno se l’aspetta).
È questa la situazione che si trovano davanti gli strateghi mondiali della guerra: fino ad ora c’erano due grandi potenze nucleari, USA e Russia, con migliaia di testate ciascuna, e un numero ridotto di piccole potenze -India, Pakistan, Cina, Israele, Nord Corea, Francia e Inghilterra munite da poche unità a 300 testate; una situazione sostanzialmente controllabile.
Ma recentemente la Cina ha annunciato che tra breve aumenterà il proprio arsenale di 1500 testate, portando a tre il numero delle grandi potenze.
E a questo punto gli strateghi si trovano nei guai, trovandosi di fronte una situazione potenzialmente caotica; e l’imprevedibilità in questo campo è particolarmente pericolosa. La prima reazione di alcuni bulli americani è stata di minacciare un aumento anche del proprio arsenale -subito smentiti dal DOD che probabilmente ha capito che questa è una strada che porta ad una soluzione sicura: annichilimento rapido e totale.
Ma l’imprevibilità intrinseca nella situazione rende tutti più nervosi, e aumenta il rischio che i possibili incidenti, finora evitati una dozzina di volte, diventino esplosivi.
Un altro elemento di nervosismo è il fatto che dal punto di vista tecnologico si era arrivati ad una situazione di stallo, dove si poteva contare su un tempo di avvistamento sufficiente per prendere le contromisure-da entrambe le parti. Ma i soliti guastafeste cinesi hanno messo in crisi anche questo equilibrio, sviluppando un vettore ipersonico ad orbita parziale-una sorta di aliante che può scendere dal livello orbitale e risalire, rendendo imprevedibile il momento di uscita dall’orbita e riducendo quindi i tempi di avvistamento.
3- un po’ di guerra batteriologica
a)la guerra batteriologica
Sono passati solo 160 anni da quando Pasteur scoprì i microbi e il loro ruolo nelle malattie. Ma la guerra batteriologica è forse più vecchia: si narra di carogne con la peste lanciate al di là delle mura di città assediate, si sa delle coperte infettate dal vaiolo regalate agli indiani d’America dai gentili coloni inglesi; è solo l’inizio di un percorso che si perfeziona con cognizione di causa dopo Pasteur e viene applicato su larga scala dopo la Grande Guerra, dove ci si era limitati alle armi chimiche. I giapponesi in Cina, gli americani in Corea fanno, in segreto, esperimenti di massa sui nemici. Dopo la seconda guerra mondiale si moltiplicano i laboratori e i paesi che sperimentano, si arriva a generare microrganismi con una mortalità superiore al 50%.
Una guerra fatta coi microrganismi (batteri o virus) richiede quattro fasi: in laboratorio si parte da un microorganismo noto e altamente infettivo e lo si modifica in modo da ottimizzarne l’attacco all’uomo; poi si prepara un vaccino da somministrare alle proprie truppe; quindi si sparge il microorganismo sul territotio o tra le truppe nemiche e quando ha fatto effetto si mandano le proprie truppe vaccinate sul terreno. La parte pericolosa per chi costruisce i microorganismi assassini è quando non c’è ancora il vaccino, per cui una fuga casuale dei microorganismi andrebbe a colpire il proprio territorio. Ovviamente la cosa si è verificata ripetutamente (qualche episodio ogni anno), talvolta contenta per un filo, talaltra con migliaia di vittime (Russia, un campione lasciato incustodito in frigo), altre volte con vittime mirate (USA, antrace spedito ai senatori democratici). Finchè i pericoli hanno spinto a produrre un trattato internazionale che ha proibito queste ricerche.
Come spesso succede il trattato è servito solo a mettere sotto controllo i piccoli paesi, mentre il Grande Paese cambiava pudicamente il nome della ricerca: da guerra batteriologica ad inserimento di nuove funzioni (gain-of-function) ma contemporaneamente estendeva all’estero il numero di laboratori controllati, che ora sono dell’ordine dei 50. Fino all’anno scorso il finanziamento era fatto indirettamente: da Fauci alla EcoHealthOrganization di Peter Daszak e da questi ai diversi laboratori.
b) una piccola pandemia
Wuhan era uno di questi laboratori (finanziato dalla CDC fino a Giugno del ’22). E nonostante il parere non sia unanime (la CIA si astiene ancora, altri sono contrari) FBI e Dipartimento dell’Energia sono convinti che il Covid venga dal laboratorio di Wuhan, e le prove a favore di questa ipotesi sono schiaccianti. Il ragionamento (v. in particolare l’articolo sul NYTimes di Zeynep Tufekcı) ricalca sostanzialmente quello presentato 3 anni fa da Wade sul Bulletin of the Atomic Scientists: l’epidemia ha l’epicentro a Wuhan, la stessa città dove si fanno ricerche su un virus dei pipistrelli che è un progenitore del SARS Covid; non si trovano animali che possano aver fatto da ponte dai pipistrelli (peraltro i più vicini a centinaia di Km) verso l’uomo (e ancora adesso non ci sono: han trovato animali anche loro infetti, ma nessuno osa stabilire un rapporto causale-sarebbe come dire che visto che mia madre fuma e i camini fumano allora mia madre è un camino); quindi la probabilità che il virus venga dal laboratorio è altissima; si aggiungano 4 elementi:
-al virus SARS è stato aggiunto artificialmente un pezzo per renderlo più efficace verso l’uomo (è stata desecretata il mese scorso la lettera in cui Daszak chiedeva al DOD (Ministero della Difesa) il permesso di inserire nel virus un elemento -il furin cleavage site, l’elemento centrale della proteina spike che rende il virus trasmissibile nell’uomo)
-3 ricercatori del laboratorio si sono ammalati con sintomi respiratori nell’Agosto/Settembre ’19
-Si è appurato che il virus veniva maneggiato con livello di sicurezza 2 invece di 4
-Emerge anche l’ipotesi che la rapidità con cui sono stati costruiti i vaccini (poi anche prodotti, ma questo è un passo ulteriore reso possibile dal primo) dipenda al fatto che fosse già in elaborazione la quarta fase, cioè la progettazione del vaccino per le proprie truppe, accelerando il processo di ingegnerizzazione a partire dalla struttura molecolare.
Rispetto ai dati bruti sulla mortalità mi viene difficile pensare che tutti i paesi del mondo abbiano falsificato le proprie statistiche sulle morti, e preferisco prendere per buone le stime del Bulletin of the Atomic Scientists che indica un totale di morti compreso tra 6,7M e 28,1 M; meno dell’HIV/AIDS (40 M) e dell’influenza del ’18 (40-50M..a proposito, anche si si chiama spagnola l’origine sono gli USA) ma più dell’influenza asiatica del ’58 (da 1 a 4 M).
Stupisce molto che tutto il dibattito sulla pandemia sia girato intorno a maschere o nomask, vaccini e complottini senza vedere l’elefante che occupava tutta la stanza, l’esistenza e la prova di esercizi di guerra batteriologica. Credo che, come nel caso dell’AI, non ci stiamo facendo una bella figura. E mi auguro che degli altri 49 laboratori finanziati dagli USA non se ne parli per un po’.
4-Clima e ancora caos
Dai tempi della farfalla di Lorenz sappiamo che il clima è un sistema caotico: Lorenz aveva scritto un sistema di equazioni con 3 variabili, e già lì si poteva vedere il caos (‘il battito d’ali di una farfalla nel golfo del Tonchino produce dopo 3 giorni un tornado in Messico’); ma ormai il numero di variabili che possiamo misurare e prendere in considerazione è dell’ordine delle decine..e il caos quindi è sempre dietro l’angolo. Quello che val la pena di aggiungere è che col riscaldamento globale (ormai senza freni e orientato a +2° entro il decennio) aumenta anche l’energia globale: il mare e la terra assorbono calore che trasmettono all’aria che trasmette ai venti…e aumenta anche il caos;
detto in maniera un poco tecnica: visto che la caoticità è misurata dai numeri di Ljapunov (che ci dicono quanto divergono le orbite successive del sistema) e che da questi deriva l’entropia, possiamo anche dedurne che aumenta l’entropia globale.
Una delle tante consguenze empiriche è che non possiamo aspettarci fenomeni uniformi, ma temperature, venti, pioggie e compagnia bella saranno assai più irregolari sia in sè che nella distribuzione nel tempo e nello spazio.
In modo ancora più controintuitivo di quello che vediamo ora, con l’Artico che ha i massimi livelli di aumento (+9°) ma anche le montagne che si scaldano in proporzione più delle pianure….
5- il cuore della guerra
a) l’informazione come potere
Recentemente il NYTimes analizzava il cambiamento di tattica delle truppe russe, e intervistava un soldato ucraino che aveva respinto quasi da solo un attacco alla propria trincea: questi sottolineava che rispetto alla tattica di forza bruta precedente gli attacchi russi ora erano molto più complessi e raffinati..ma non era ancora sufficiente: mancavano loro informazioni essenziali (tipo dov’era esattamente la trincea). Quello che veniva sottaciuto con cura era che invece gli ucraini di queste informazioni avevano abbondanza, grazie alle centinaia di satelliti spia americani (ed europei) che permettevano loro di sapere con esattezza anche il tipo di scarpe delle truppe russe, i loro rifornimenti esatti, i movimenti che avrebbero fatto nelle prossime ore.
E questo non vale solo per l’Ucraina, ma avviene in tutto il mondo. Dalle informazioni militari a quelle commerciali, dai programmi di riconoscimento facciale alle transazioni monetarie alle reti social.
L’elemento spesso trascurato è che non conta solo la quantità di informazione raccolta e neppure il grado di elaborazione che sono in grado di fare; conta anche tutta l’informazione negativa -la disinformazione- che l’accompagna. La campagna di Ucraina è stata in parte non piccola basata su questa, con i grandi organi di trasmissione dell’informazione scritta e parlata schierati anch’essi come carri armati; e la pressione su popolazioni, governi e parlamenti funzionale non solo al consenso ma alla creazione di una macchina bellica produttiva e distributiva che ha pochi precedenti se non nei filmati dell’Inghilterra di Churchill.
Anche la formazione di tribù sempre più separate ed autocertificanti non è possibile senza una gestione accurata di informazione positiva e negativa; un processo che una volta si chiamava divide et impera.
Una volta si pensava alle crisi e al caos come incubatori di rivoluzione, oggi l’aumento della frammentazione e dell’entropia lavorano per rendere più stabile il potere dato.
Ma il problema è solo spostato: come abbiamo visto all’inizio parlando dell’AI, e la sua integrazione con gli apparati bellici rinforza l’argomento, c’è un binomio di caos e alienità che si espande nei centri vitali della gestione del potere; e il sogno dell’equilibrio e del dominio assoluto si rivela chimera.
Detto in termini matematici: una volta presi nell’attrattore caotico si è obbligati a seguire una delle sue traiettorie. E si salvi chi può.
Tempo fa parlavamo su queste pagine (Exodus) del fatto che questo esito è ben chiaro agli uomini più potenti del pianeta, i gestori dei fondi di investimento, e che la loro domanda alla scienza era una sola: e io come me la cavo dopo?
b) una modesta proposta
Noi piuttosto faremmo una modesta proposta: concentrare tutte le risorse nella costruzione di una macchina del tempo che vada ad estirpare il virus maligno, lo stesso che ha generato l’idiozia collettiva: nei tempi moderni il profitto, nei tempi antichi il denaro stesso, ancora prima, suggerisce Graeber, quel primo germe che fu la schiavitù nata dalla razzie.
E se proprio non riusciamo a costruire la macchina e non vogliamo rassegnarci ci tocca darsi da fare per abolire questo virus qui ed ora. Chè tanto le forze produttive necessarie per andare avanti senza e per ricostruire il giardino dell’Eden ci sono tutte.
Il guaio è che anche tolto il germe il caos non se ne va da un giorno all’altro, anzi.
Servono due strumenti: il primo non è semplice ma possibile, una grande matrice input/output di Leontiev che abbia come ingresso i dati dell’economia produttiva attuale e come uscita i dati del nuovo mondo: non necessariamente frugale ma privo di denaro e compatibile con le risorse e gli equilibri del pianeta. Questa matrice contiene tutti i dati (incluse le tappe intermedie) per la transizione. Qualche semplice calcolo ci mostra che è una trasformazione robusta, ovvero che ha molti margini di successo; una misura indicativa è data dall’altissimo rapporto tra capitale finanziario e capitale produttivo (dell’ordine di 10n a 1, con n stimato tra 1,5 e 3) che ci dice anche l’eccesso di risorse prodotte dal lavoro; e quindi anche la riduzione possibile del tempo di lavoro individuale (dell’ordine dell’inverso del rapporto precedente).
Il secondo è più difficile, la gestione della transizione: evitare che succeda come nella Russia che in pochi anni perde il 90% della propria ricchezza col resto concentrato nelle mani di bande armate che si chiameranno oligarchi non è compito facile.
E non ho dimenticato che per una transizione ci vuole anche un inizio…ma per quello lasciamo fare al caos.
Non condivido la posizione catastrofista. La retorica de “l’AI ci distruggerà tutti” è montata ad arte per fare pressione sulla pancia del popolo e introdurre barriere legislative a difesa della lobby che si sta costituendo o negare ai paesi emergenti l’accesso alle risorse computazionali necessarie.
Per capire meglio questa retorica si può seguire questa “traduzione” dell’intervento di Altman al congresso https://youtu.be/hsYshujTqZs
L’europa con la recente introduzione dell’AI Act (il 14/6/2023) si è dimostrata quantomai sensibile alle logiche protezioniste di cui sopra, perdendo l’ennesima occasione per promuovere i “valori occidentali smarriti” di cui parlavi in un precedente intervento, malgrado il movimento open source rappresenti già oggi una valida alternativa ai modelli americani.
https://www.semianalysis.com/p/google-we-have-no-moat-and-neither
Secondo me occorre distinguere due cose molto diverse: la prima l’AI alla ChatBot, che è una grande fuffa ma però è sufficiente a mandare a casa i lavoratori dei callcenter e dei lavori ripetitivi ; e la seconda l’integrazione di AI diverse, civile, militare, di sorveglianza, che configura un sistema centralizzato di informazione e controllo- con tutto il male che questo rappresenta; ma comporta anche rischi dal punto di vista della stabilità, come la risposta a una situazione letta come rischio nucleare, analoga a quella che si è presentata nel ’56 durante la crisi di Suez, quando 5 elementi casuali vennero letti come disegno di attacco..e solo all’ultimo momento si ritirò lo stato di allerta del NORAD.
Prima parte delle risposte a questo documento fiume; per fortuna non ho avuto bisogno di dilungarmi, anche se mi sembrerebbe meglio trattare uno o due argomenti per volta, anziché cinque o sei.
1) – INTELLIGENZA ARTIFICIALE… E IDIOTI NATURALI
Concordo in linea di massima con l’analisi fatta in questa parte dell’articolone (a quando post più snelli, pensando a quanto sia difficile avere, in rete, tempo e modo per commenti approfonditi su un singolo argomento, figurarsi se un articolo ne raggruppa 3 o 4…): quand’ero militare mi si diceva “meglio dare l’allarme per nulla, piuttosto che non darlo e trovarsi con delle gole tagliate”.
Di fronte a questo nuovo traguardo del progresso umano, senza essere luddisti, ma ricordandoci quanto danno ha fatto detto progresso all’Umanità, è bene tenere la guardia alta. Non foss’altro perché il fine ultimo di chi ci governa è di creare una società sempre più alienata e con maggiori diseguaglianze sociali possibili; e spesso con la logica del tutti contro tutti: ed è chiaro che la perdita di posti di lavoro a cui l’AI potrebbe portare, unita a forme lavorative sempre più staccate dalla socialità (le misure antiCovid avevano lo scopo di testarle), vanno in questa direzione.
È pure ovvio, che una “conoscenza” standardizzata su concetti limitati e omologati da chi ci governa, è il sogno di tutti coloro i quali hanno come scopo una società fondata in qualche modo sulle care, vecchie caste. Senza bisogno di scomodare per questo Orwell.
2) – LA BOMBA E IL PROBLEMA DEI TRE CORPI
Il fatto è che, a monte del problema relativo all’arsenale nucleare, c’è già tutto l’ambito geopolitico che si presenta come un gioco a tre; e in teoria anche in più di tre…
Proprio per questo assistiamo al tentativo della N.A.T.O. di metter fuori gioco la Russia e di impedire per sempre all’Europa di avere un qualsiasi peso economico e politico negli scenari internazionali da qui ai prossimi 50 / 100 anni, partendo dal presupposto che negli ultimi 50 aveva già fatto di tutto, per averne il meno possibile.
Gli Stati Uniti (ma ormai è meglio parlare di “anglo-americani”) tentano disperatamente di rimanere entro un mondo bipolare, cioè loro e la Cina, sul modello di quanto era stato realizzato dopo Yalta: perché come ovvio più facile da gestire a loro favore.
Inutile dire che la vedo molto dura: di Zelenski se ne possono trovare a iosa in ogni Paese, ma un conto è tentare una “rivoluzione più o meno colorata” in una nazioncella come quelle nate dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, o del Terzo Mondo: nelle quali presentarsi come combattenti contro la corruzione interna è un’arma facilmente vincente; altro è tentare di fare lo stesso in nazioni molto più strutturate come i cosiddetti “BRICS”, o in quelle dove la penetrazione cinese è ormai assodata.
Non dimentichiamo anche il peso che in uno scenario del genere può dare la “de-dollarizzazione” del mercato. Le sanzioni hanno infatti spinto la Russia a basare di nuovo il valore delle monete di scambio sull’oro; e poiché altre Nazioni le si stanno accodando, questo potrebbe far esplodere la bolla delle monete “fine a se stesse”, come appunto il dollaro; e l’euro, a proposito di monete gonfiate.
saranno passati 3 giorni da quando parlavo qui dell’aumento di energia e del clima caotico ed ecco che a Milano, per 2 sere di seguito, ne abbiamo un esempio in grande stile: il 3 Luglio alle 10 una tempesta a ciel sereno sulla zona Nord, con una quantità e varietà di fulmini impressionante: solo fulmini ma continui e multiformi, dritti, circolari …; il 4 Luglio invece un più classico temporale tropicale, sempre sulla zona Nord, preceduto dalla tempesta di fulmini ma poi seguito da acqua a catinelle. La quantità di energia elettrica credo fosse dell’ordine del bombardamento di Dresda….
Seconda tranche delle mie risposte… (E secondo tentativo per pubblicare il commento qui: vediamo se l’IA – cioè l’Idiota Artificiale – che fa funzionare il blog stavolta capisce…)
3) – UN PO’ DI GUERRA BATTERIOLOGICA
Onestamente la genealogia del Covid mi interessa poco: sia stata un’evoluzione naturale, un’incidente da un laboratorio, o una “fuga” dolosa, il punto è che è servita a far partire un’operazione di controllo globale: ed è questa che mi preoccupa, anche perché siamo appena agli inizi.
Sulla genesi di questo virus penso che ci vorranno anni e anni (decenni?) per far chiarezza; ammesso che sarà mai possibile. Di sicuro la N.A.T.O. sta riposizionando almeno una parte dei laboratori (per lo meno quelli in Ucraina), portandoli in Paesi del Terzo Mondo o in altri i cui popoli abbiano una morale e un’etica sotto i tacchi, come l’Italia.
Beninteso non è che negli altri “blocchi” del puzzle geostrategico si stia con le mani in mano…
Riguardo al “decorso” dell’epidemia, credo che poche considerazioni bastino a far capire quanto la situazione sia stata manipolata:
L’aver ricoverato pazienti infetti di qualcosa che – almeno ufficialmente – non si riusciva a controllare in strutture zeppe di pazienti fragili, la dice lunga sulla voglia di espandere il contagio; e sappiamo poi per quale capolavoro di psy-op siano serviti i poveri morti di Bergamo.
Una volta superato lo choc degli avvisi governativi (e dell’auto della Protezione Civile che nel mio paese girava “3rd Reich style”, con il perentorio avviso di rimanere chiusi in casa, mi sono basato sui dati dell’ISS: i quali certificarono una mortalità compresa tra l’1,5 e il 2,5%, cioè appena superiori alle percentuali dell’influenza; il che spiega perché non c’erano le pile di cadaveri e i monatti di manzoniana memoria per le strade…
Bisogna considerare che questi numeri furono di sicuro gonfiati: lo ammisero en passant (e per sbaglio) abbastanza presto membri “minori” delle Istituzioni (uno dei quali affermò anche che il famoso coprifuoco non aveva basi scientifiche, ma il solo scopo del controllo sociale.
Ricordo che lo stesso Governatore del Veneto (Luca Zaia) ammise candidamente che il dato era stato gonfiato per ordini dall’alto… Ma per ¾ dei veneti il Governatore rimane un salvatore dell’Umanità.
Non dimentichiamo che oltre al controllo sociale, oltre al business dei vaccini e a quello di assurdità come i banchi a rotelle per le scuole e i cumuli di mascherine, un altro dal quale con molta difficoltà si riuscirà a venir fuori è quello legato (sia dal punto di vista dei farmaci che da quello delle cure specialistiche) al disagio psicologico creato dalle note misure, specie nei più giovani.
In altre parole, piuttosto che di elefanti che possono nascondersi qui e là, mi preoccupo del dinosauro (carnivoro) che è ancora ben attivo tra di noi.
4) – CLIMA E ANCORA CAOS
Come spiegato, è una situazione caotica; anche qui è meglio affidarsi alla regola del “qui e ora”: predisporre nel luogo dove si vive le misure adatte a pararsi il culo, in vista di fenomeni estremi (come dire che se abito in una zona dove da anni non si fa la pulizia del letto dei torrenti, la manutenzione dei loro argini e delle loro casse di espansione, è meglio che mi prenda un canotto gonfiabile); ben sapendo che il Governo sfrutterà anche queste emergenze, per aumentare il controllo sociale.
Terza ultima parte delle mie considerazioni su questo articolo; e per fortuna in questo caso me la sbrigo presto.
5) – ILCUORE DELLA GUERRA
Qui non è che ci sia molto da commentare: che l’informazione sia “embedded” e funzionale ai desiderata del Potere, dopo le porcate scritte sul Covid dovrebbe esser chiaro a tutti/e.
Detta in altra maniera, lo spazio rimasto al giornalismo d’inchiesta e “indipendente” è sempre più ristretto, colpevolizzato (tra un po’, se continua così, criminalizzato anche da noi) e messo ai margini dell’informazione. Col che la popolazione si divide in chi si sforza di informarsi per capire, restando a galla nella confusione creata dalla propaganda; e chi ha già capito tutto, perché felicemente rincoglionito da detta propaganda.
Ovvio che a me interessa lavorare coi primi, i secondi vadano pure incontro alla loro buona sorte…
6) – UNA MODESTA PROPOSTA
La proposta sarà pur modesta; ma mi piacerebbe tanto sapere chi dovrebbe porre in atto tale matrice e di quanto tempo ci sarebbe bisogno.
Ah, tra parentesi “l’inizio” c’è già stato: il caos sociale creato con le regole pseudo-pandemiche è stato appunto il segnale del momento dal quale possiamo pensare di creare (ovviamente nel nostro piccolo: ragionare a scala Provinciale già sarebbe un problema, figuriamoci come può definirsi uno illuso di poter cambiare le cose a scala mazionale…) un’alternativa a tutto questo.
Mi sembra che il Covid qualche effetto l’abbia avuto, perlomeno sulla lucidità della gente: ignorato il controllo scientifico dei dati (per intenderci quelli certificati da Istat e analoghi) ci si affida ai pettegolezzi:’ Zaia, dice’, ‘i dati dell’ISS..ma di quando?’
Il controllo? ma di cosa, non scherziamo; due mascherine e un pò di quarantena sono diventati il cardine del potere capitalistico?
Mi sembra quasi un complotto alla rovescia, prendere un epifenomeno (gonfiato a dismisura …sembra di essere in un’opera di Mozart..) per non parlare più del fenomeno;
e il sospetto aumenta quando si dice ‘ci vorranno decenni per sapere’: ma come, abbiamo ora le prove (e anche l’FBI concorda!) e non le vogliamo vedere?
Non interessa l’origine?? cioè la guerra batteriologica, che è fatto pesante come macigno, mentre invece piace sproloquiare di ‘controllo globale’ che non si sa cosa sia, non c’entra nulla con Marx e assomiglia tanto a Qanon e simili…
Non ci siamo: il giornalismo d’inchiesta non c’è quasi più, ma se chi dovrebbe farlo corre dietro ai fantasmi …meglio l’opera
Non sapere cosa sia il controllo globale (o meglio, il suo tentativo) e, dato che mettono in crisi la propria tesi, ritenere “pettegolezzi” un’uscita ufficiale di un personaggio politico importante, almeno a livello regionale, come Zaia; e i dati ISS sciorinati giorno per giorno durante il periodo dell’epidemia, che dovrebbero essere proprio la base per qualsiasi discussione e per qualsiasi decisione su una determinata malattia, la dice lunga.
Non sulle conseguenze del Covid, ma sulla disponibilità a farsi manipolare “a prescindere”, per dirla alla Totò.
La perla finale è la mancanza di credibilità di una mia osservazione, perché “non c’entra nulla con Marx”.
Ognuno ha i suoi miti e il mio NON è Qanon.
Capisco che un contraddittorio e un approfondimento, in questo caso non sono possibili, ma tanto basta: a me interessa che il mio punto di vista sia disponibile, per chi ci vuole riflettere, e lo è. Grazie lo stesso e buona vita, con o senza Covid.
Ci sono i dati controllati e controllabili, e sono quelli ISTAT per l’Italia e analoghi per gli altri paesi; e da questi risultano i numeri che ho riportato che smentiscono l’affermazione del Covid come ‘poco più di un’influenza’;
se uno preferisce scegliersi le dichiarazioni Di Zaia o ISS o Caio perchè gli fan più comodo non può anche pretendere di essere attendibile e accusare tutti gli altri di essere manipolati
Termini come ‘controllo globale’ sono privi di contenuto ben definito, e quindi estranei ad un discorso scientifico com’è la tradizione marxista; sappiamo cos’è il potere di classe, sappiamo anche cos’è l’imperialismo (anche se Rizzi non concorda) e il suo dominio; ma il discorso sul controllo globale e sul Covid come esercizio del medesimo
nasce con Steve Bannon (esperto anche di potere reale, è quello che quale consigliere speciale di Cossiga si è assicurato che Moro fosse fatto fuori) e i suoi amici Qanonisti.
Approfondimenti e contradditori presuppongono si parli di fatti e ci si basi sui dati della realtà; allora ben vengano,
Quindi i dati ISTAT sono veri, perché confermano la sua tesi; quelli ISS (che a livello istituzionale, rispetto all’altro se non è zuppa, è pan bagnato) son falsi, perché confermano la mia.
Mi piace anche il concetto secondo il quale se l’ha detto Marx, è giusto; e quello di cui non s’è occupato, non esiste. E che se qualcuno “del campo avverso” tira fuori un problema reale, quel problema è falso, perché il tizio che l’ha sollevato è appunto “del campo avverso”.
Poi si capisce perché l’Umanità – Marx o non Marx – è ridotta così… Dopo la deregulation scolastica che sta portando le giovani generazioni nell’analfabetismo funzionale, tutto questo sarebbe qualificato come geniale.
Vabbe’, come ho scritto prima, l’importante è che chi segue questo post, abbia accesso anche alle mie considerazioni; a questo punto, confido nel pensiero critico rimasto.
Mi spiace, ma sei ancora male informato: gli unici dati convalidati sono quelli Istat, indipendentemente da chi legge; e qualunque giornalista dovrebbe saperlo. Anche perchè quelli ISS non sono serie omogenee nè controllate.
Perchè la cosa non degeneri a livello di rissa scolastica voglio precisare che sono sempre interessato alle opinioni altrui e avido di notizie. E visto che l’informazione reale è oggi fatto raro ci affidiamo tutti a Internet;
ma se uno va nella giungla deve perlomeno avere un machete, se no resta subito impigliato in liane e sommerso da serpentelli. E il machete da impugnare ha una lama di logica e un manico di statistica.
Ricordo che anni fa, quando andavo sui siti USA a cercare dei rapporti tra droga e CIA trovavo notizie preziose mescolate a farneticazioni: e la distinzione era dove si fornivano dati controllabili e dove si facevano teorizzazioni senza dati, anche nello stesso sito.
Poi uno ha il colpo di fortuna di trovare un faro come in quel caso il bellissimo libro di McCoy (la CIA e la politica mondiale dell’eroina) basato su enormi quantità di dati; o, come nel caso del Covid, dopo aver letto una miriade di articoli scientifici (quelli veri, pubblicati sulle riviste controllate dalla ‘revisione dei pari’), trova un articolo illuminante come quello di Wade sul Bulletin of the Atomic Scientists.
O ci si rende conto che in giornali come il NYTimes compaiono ogni tanto articoli veri di giornalismo d’inchiesta (come quella sempre bellissima su Nestlè nelle favelas brasiliane) o articoli di scienziati che pur con molte cautele non rinunciano alla propria integrità (come la Tufekcı).E occorre anche imparare in fretta a districarsi dai reticoli dei vecchi ‘maître à penser’ alla Sofri o Cacciari o Agamben, forti in retorica ma poveri di informazioni reali. Ma soprattutto evitare concetti fumosi, mal definiti, evocativi ma privi di contenuti controllabili.
Faccio un esempio: ho letto recentemente su sinistrainrete un articolo che iniziava dando per scontato l’inesorabile declino economico, militare e tecnologico degli Stati Uniti. Che è un’affermazione che piace ideologicamente ma fa trasecolare chiunque abbia sottomano delle statistiche economiche, una mappa delle basi militari di questo pianeta, un’idea del controllo che gli USA esercitano sui brevetti tecnologici (sulla qual base hanno dichiarato di fatto guerra alla Cina).
Trovo sconsolante che in questo mar dei sargassi dell’informazione anche molti bravi ragazzi diano un contributo di confusione.
Un’ultima cosa su un argomento che sarebbe quasi stantio se non fosse diventato quasi luogo comune in parti di quella che fu sinistra: il Covid e la libertà.
È abbastanza ovvio che in presenza di una epidemia mortale-tipo peste nera-nessuno potrebbe ragionevolmente obiettare a misure di limitazione della libertà tipo quarantena, o anche alle vaccinazioni obbligatorie. Quindi il punto base del sillogismo è che in realtà il Covid non era così grave come veniva presentato. Per far questo si presentano una serie di dati parziali o ad hoc o di fonti ‘alternative’ ignorando quelle che sono le uniche fonti statistiche attendibili: gli enti nazionali tipo ISTAT. Questo non dà ancora elementi certi (il Bulletin of Atomic Scientists presenta infatti una forbice assai larga, dovuta soprattutto all’incertezza in molti paesi di Africa e Asia) ma dà un limite minimo, 6,7 milioni di morti e una mediana di 14 milioni che lo pongono fra le epidemie più mortali della storia; e smontano quindi la base del sillogismo.
Ma una delle vittime non dichiarate del sillogismo è anche l’idea di libertà: quarantena e mascherine e vaccini avrebbero leso una libertà fino ad allora piena; e così tutta l’analisi marxista su sfruttamento ed alienazone finisce in soffitta. E sembrerebbe che noi si fosse liberi di scegliere tutto della nostra vita quando neanche riusciamo a decidere da soli la marca di detersivi per il bucato.
Ora anche un minorato in Italia sa che di libertà effettiva non ce n’è molta, mentre il mito è molto vivo e creduto negli USA, non a caso patria di origine del nucleo di queste affermazioni sul Covid liberticida.
Ora che ci penso, pare anche a me di ricordare che da noi c’erano mucchi di morti per le strade, famiglie murate nelle case che ricevevano cibo solo grazie alla carità di coraggiosi individui (quando c’erano) e turpi monatti che si aggiravano scampanellando.
Questo fino all’arrivo del vaccino, perché fin dalla prima dose, tutto ciò è improvvisamente sparito…
Sul discorso della libertà più o meno limitata, il mio parere è che noi sia sempre stati schiavi: ci è stato fatto credere il contrario nell’ultimo paio di secoli, agitando il mito della democrazia (o di altre forme sociopolitiche più “inclusive”); ma ora questo mito non serve più e chi comanda davvero può gettare la maschera: tanto i sottoposti sono così sbronzi della loro illusione, da non accorgersene nemmeno.
Di fatto si è potuto considerare libero chi ha saputo leggere tra le righe gli avvenimenti coi quali ha dovuto confrontarsi: e questo più o meno ovunque, non solo in Italia, beninteso.
Detto questo, tutto bene? Cioè siamo felici di questa libertà già limitata e disposti, sulla base di dati forniti da un Potere evidentemente in malafede, a farcene rosicchiare ancora?
Personalmente, no; anche a rischio di sbagliare la mia autonoma ricerca, sui dati che riesco a procurarmi. Se c’è di mezzo un’oncia di libertà in più o in meno, il gioco varrà sempre la candela.