“Sta a noi poeti colare nello stampo il nostro sangue/rosso e il nostro mare.”
I due versi di Filippo Nibbi “24 Maggio” sono davvero terribili se, come penso, riferiti alla poesia di Gabriele D’Annunzio, in cui “il vate” inneggio’ alla guerra infiammando gli animi degli italiani, in una sorta di delirio di massa, ad immolarsi in nome dell'”amor patrio”. Sarà la Prima Guerra Mondiale, poi conclusasi in un vero macello…
La poesia satellite dei potenti, un proiettile al piombo verso l’umanità…
Una poesia che ci riporta al presente dove la guerra, le guerre, non cessa di avere potenti e infiammati proseliti…
“Sta a noi poeti colare nello stampo il nostro sangue/rosso e il nostro mare.”
I due versi di Filippo Nibbi “24 Maggio” sono davvero terribili se, come penso, riferiti alla poesia di Gabriele D’Annunzio, in cui “il vate” inneggio’ alla guerra infiammando gli animi degli italiani, in una sorta di delirio di massa, ad immolarsi in nome dell'”amor patrio”. Sarà la Prima Guerra Mondiale, poi conclusasi in un vero macello…
La poesia satellite dei potenti, un proiettile al piombo verso l’umanità…
Una poesia che ci riporta al presente dove la guerra, le guerre, non cessa di avere potenti e infiammati proseliti…