Sette poesie

di Cristiana Fischer

Il nero delle stoffe non è puro
ha un po' di giallo e un po' di blu
il giallo lo vira sul grigio
e il blu sul nero della notte
poi quando viene il sole stoffa nera
è piena di macchie e fili bianchi
che spiccano e ricordano che il nulla
si riempie della vita di ogni giorno
delle sue cose e il cielo non risponde
a notte e sole, scorre indifferente
all'immaginazione e alle paure.
Così siamo felici e troppo spesso
smarriti di usi e di pensieri
non c'è passato né futuro soli
siamo e ciechi in universo
nero.
			* * *
quando sei vecchia il corpo pesa
il corpo pesa perché dell'età
non abbiamo creato una cultura
solo sopravvivenza giovanile
fin che dura.
Invece - poco cielo e lungo sguardo -
un sapere infinito ci raccorda
nei confini del tempo (che ci resta)
a un eterno prossimo futuro:   
un mondo neoplatonico di idee
che vivono di altrove più reali
di ogni eccelsa civiltà mortale.

			* * *
la carne si ammassa nelle carni 
le dita protruse a contenere
in un intreccio dinamico il nulla
di legami da possedere,
nulla ci inchioda all'unico presente:
vita distrutta e unica perfetta 
prospettiva reale noi siamo 
una specie naturale che natura 
produce senza senso oppure noi
che cerchiamo il senso in ogni cosa
chi ce l'ha insufflato? chi ha affermato 
che il senso ha senso in ogni cosa? 
chi dallo zero di esistenza 
sabota maledetta ogni credenza 
che garantisce ogni ideale? 

			* ** *
va dove vuole
perde l'equilibrio
(cambia il rapporto tra le parti in cui consiste)
si appropria
distrugge
ammira e si meraviglia
contempla e si astiene dal bisogno/piacere
spedito o inerte
o prepotente sottomette
fisicamente o in simboli
si rafforza in riti e vestimenti  
esiste collettivamente
nei cori di dominazioni e troni da cui ascende
all'amor sui: il diffuso
cherubico intelletto
che conosce il divino universale  

			* * *
Se guardo il mio corpo ormai invecchiato
esamino i pensieri ponderati di esperienza
la discrasia tra morte e agganciamento
alla cieca speranza senza frutti
mi ricaccia alla sua decadenza
quella del corpo intendo: sopravviva
quanto può ma non mi aspetto rivelazioni nuove
se non inflazionate speranze che al passaggio
aprono spie nascoste. Essere atea vuol dire
confluire in materia intellegibile
quindi universale e l'incredibile
so: che si conserva eternamente
il cosmo nella Mente corporale.

			* * *
Come fasi lunari che nel tempo ritornano
in crescita pienezza e decadenza
fino alla notte nera del pensiero
che torna su se stesso e sulle forme
che vede interpreta e conforma.
Non ho dio non ho figlio né madre
sola del figlio
divino, sua potenza
di proseguire in eterno il mondo. Invece
la mia materia peregrina
se tutto va e tutto si conforma alla sua eternità
come materia mentale si conserva
in una irreale dimensione: forse un altro mondo
si apre in cui materia
divina sia l'unica realtà ma il dio umano
non corrisponde a materia insondabile e sostanza
impenetrabile: un materialismo
conseguente per la nostra umanità, la vita
si estende nella vita e la memoria
dei nostri morti ci affaccia alla fine.
Si vive così veleggiando
sul vuoto, l'anima del vento
annuncia
quel che lo spirito ha afferrato, perché mai
cessa l'avvertimento
che l'infinito non è spazio né tempo
ma reale nella sola dimensione
corporale.   

			* * *
sono diventata materialista
atea e materialista in universo
e pluriverso di cieli infiniti
la materia che nasce dal vuoto
da vibrazione quantica
irride a ogni speranza di senso
il dio dei monoteismi è il dio padre
dei loro maschi figli e sacerdoti, noi sappiamo
amare i figli che cresciamo
educarli al rispetto naturale
per chi è vivo: il resto non conta
perché non ci appartiene
ma ci cancella se ci ribelliamo
e non c'è dio che ci può salvare.

1 pensiero su “Sette poesie

  1. nelle poesie di Cristiana, belle ed enigmatiche, leggo un dualismo tormentoso: da una parte un’aspirazione all’infinito, alla perfezione, alla ricerca di senso e, dall’altra, la materia dei nostri corpi, la carne che ci vincola al qui e ora, alla decadenza e pesantezza della vecchiaia, al poco tempo che ci resta…La ragione, dopo aver “veleggiato” in :”…un mondo neoplatonico di idee/ che vivono di altrove piu’ reali/ di ogni eccelsa civiltà mortale.”. Alla ricerca di ricomposizione in qualche modo unitaria fa afferando : “…si conserva eternamente/ il cosmo della Mente corporale.”, ma ritrovo maggiormente Cristiana nella terza poesia dove l’enigma resta aperto: ” …chi ce l’ha insufflato?/ chi ha affermato / che il senso ha senso in ogni cosa? chi dallo zero di esistenza/ sabota maledetta ogni credenza/ che garantisce ogni ideale?”
    A colpirmi è soprattutto la prima poesia, “il nero delle stoffe…”, come se tutto il mondo naturale fosse rivestito di “stoffa”, un materiale di fabbricazione umana allargato alla immensa stanza del mondo: la stoffa e i suoi colori, dove il nero primeggia, con infiltrazioni di giallo, blu, bianco al cambio della luce, notte e giorno…e questi piccoli bagliori rendono felici noi umani, ma in realtà . “…troppo spesso/ smarriti di usi e di pensieri/ non cè passato nè futuro/ soli/ siamo e ciechi in / universo/ nero.”

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