Dall’introduzione di “Verba”
Alberto Rizzi : “provo a meditare sull’uso più generale del linguaggio, sul suo inevitabile imbastardimento e sulla superiorità di quelli che vengono liquidati come “dialetti” di fronte alle “lingue franche”; e infine sul celebre paradosso di Achille e la tartaruga, applicato al comunque inutile tentativo di raggiungere la totale convergenza tra significato e significante”
Vive e lavora a Lendinara (RO). Dal 1975 ha praticato Astrattismo, Mail Art e scrittura poetica. Ha pubblicato circa 25 raccolte poetiche e due romanzi: “I pesci nel barile” e “Uomini non di questo tempo”. I suoi testi compaiono in una ventina di antologie italiane e straniere. Per contatti e altri informazioni: seautosprod.wixsite.com/seautos
Salve.
Ti considero uno dei migliori poeti italiani, da cui traggo ispirazione.
Ultimamente sono andata in crisi come poetessa per il motivo che puoi immaginare (non mi sento riconosciuta, per cui mi sono data alla poesia in lingua inglese e alla narrativa).
Ti scrivo per informarti che mi è pervenuto il tuo gradito “Verba”, che non mi ha delusa.
Ora sono pensionata. Sto per lasciare Pistoia.
Il mio nuovo indirizzo:
Anna Maria Dall’Olio
via Fiorentina, 26
51017 Pescia (PT)
“se si potesse non parlare
ci fosse impedito il parlare
si avrebbero sensi adatti a ogni cosa”
a tagliare la legna, ad accendere la stufa, a guardare i picchi che beccano gli insetti dalla corteccia delle querce, come le bufaghe e i gabbiani sui grandi animali, e non parlano ma si intendono per nutrirsi e ferire.
Ma a noi, chi potrebbe impedirci di parlare o di scrivere? In realtà solo di certi argomenti, distinzioni che gli uccelli non comprendono. Noi invece del silenzio selettivo sappiamo molto se non tutto. E i sensi adatti a comunicare (“a ogni cosa”) sono equivalenti a un linguaggio verbale, come la musica e il ritmo innervano la poesia.