di Gianfranco La Grassa (Franco Nova)
SARA’ PROPRIO COSI’? Si sogna e s’appanna la realtà, ogni attimo della nostra vita si colora di rosa e sprofonda in un abisso non mai affrontato. Si vedono fiori mai esistiti mentre l’insieme si scolora e procede a noi accanto con un continuo sussurro che copre l’insensato urlio di ignoranti sempre inascoltati. Il mondo sembra sprofondare in un vuoto senza riferimento se non quello di una massa di animaletti simili all’uomo. E sono in verità parlanti e ragionanti ma senza senso con il desiderio d’essere uditi. E lo saranno in un futuro che diverrà orrido presente; tutto finirà nel silenzio di una mai pensata nullità SPERARE IL NULLA E’ IL VERO REALE Sempre nuove speranze scorrono nella mente e cuore di ingenui i cui sogni si aprono la via verso le nubi del cielo azzurro. Appaiono pure turbe di fanciulle dai lunghi capelli biondi sciolti che nascondono alla vista illusioni sempre confuse con realtà illuminate dalla luce di sfocate immagini. L’amore afferra animi inteneriti dall’insipida abitudine di pescare nel torpido ammasso di sogni confusi. Così le speranze si fanno pietre su cui battono scalpelli inventati da desideri senza sereno scorrimento. Arriviamo alla fine alla morte che rende il Tutto un Nulla radioso, rendendo reali le passate fantasie di esseri resi così veri pensanti INSOSPETTABILE LA VERA SOLUZIONE Quanto a valle s’esprime l’amore mentre sui monti la roccia è ben muta. Uno squillo attraversa la valle ma è solo il vento insofferente a quel muro di sassoni nerastri eguali ai pensieri di chi scala e si afferma nell’aggrapparsi ad una vita così priva d’appoggi. E’ triste e pure sconsolante pensare a tutte le ore passate lassù senza un minimo lamento, nella serenità di quell’ascesa dove l’ostacolo è ben accetto perché è la ricchezza del vivere sempre alla ricerca del nuovo. Nulla si ferma è resta eguale perché la vita pulsa il diverso e ferma il respiro che poi riprende, lasciando insolute le vere domande. E’ bello non mai sapere ciò che verrà nel felice o triste senza risposta. IL NOTO DESTINO CINICO E BARO (SCRIVERLA) I gabbiani volano alto e ignorano sentimenti umani, le loro ali sbattono l’aria e cancellano l’arido dell’assente. Laggiù nel mare troneggiano le vele di battelli con l’oblio in stiva e una rotta curvilinea tesa ad evitare ogni futile pietà. Le nuvole in cielo diradano i loro cumuli per la tristezza pronta ad alzare fitte nebbie ad inabissare senza vortici l’inutile procedere dei velieri verso la fine dei moti d’animo. Non vi è più un essere degno di procedere nell’Universo; crede d’essere unico per la scoperta di tecnologie volte alla vita artificiale. La natura è abiurata e indignata, infine si ribellerà e libererà la Terra di quest’orrore crescente.