SCRAP-BOOK DAL WEB – (in forma di samizdat) giugno 2015

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di Ennio Abate

1.

costruiranno muro – per fermare i migranti
tra Ungheria e Serbia – sempre loro i migranti
spendono miliardi di euro – per fermare i migranti

i regolari sì, gli irregolari no – decide chi fa i muri
e fa i migranti – e rafforza i controlli alle frontiere –
500 milioni di europei sarebbero gli assediati –

centomila migranti e richiedenti asilo gli assalitori? –
che arrivano dal mare, arrivano dal mare – arrivano
sulle coste – quando non muoiono sembrano

come noi – bambini stravolti e genitori disperati –
come fummo in passato noi? – ma noi chi
fummo? – non più compassionevoli  siamo ora –

una volta lo fummo – ma in passato –
realisti adesso siamo – più vecchi di loro –
liberté, égalité, fraternité? – una volta –

quando eravamo giovani e pericolosi
come loro – ora tocca difenderci –
per morire forti , ricchi e potenti

2.
lo Stato dà 35 euro al giorno ai neri –
in nome della solidarietà con gli ultimi
ne importiamo i modelli di segregazione –

tutte le bambine di una classe in Svezia
a una visita medica obbligatoria risultarono
infibulate – ritornatevene nei vostri

paradisi segregati – dove non permettete
alle donne di guidare o uscire di casa senza il tabarro
– balle o non balle, li ho visti con i miei occhi

nel mio paese in montagna – Lizzola – Val Seriana
ridente un dì – 130 abitanti, zero giovani
con lavoro oggi – sono stati ospitati cento

immigrati: hanno lo smartphone e i bancomat –
pure i soldi per comprare sigarette e le scarpe
firmate – se le piacciono tanto, se li porti a casa sua.

io le sputo in faccia il mio lessico d’odio:
bivacco – assedio – zingari – nomadi –
extracomunitari – clandestini – degrado –

esodo biblico – ripulire – un po’ di decoro –
antirazzismo facile – noi filistei dovremmo
pulire dove loro defecano e curargli la scabbia?

le alternative ci sono – due e solo due:
sparargli, affondarli, respingerli con violenza
e rigore doganiere – sono merci non autorizzate –

l’altra soluzione è la guerra: una politica estera
aggressiva – cerchiamo il casus belli – premiamo
sugli alleati occidentali – willing coalition subito –

diamo ordine al disordine africano e mediorientale –
guerra – guerra – cali pure il sipario su nostro benessere-
e no ai mendicanti di spazio vitale – guerra

per risanare il mondo che preme in farraginoso subbuglio
– sforzo nazionale, tasse, spese militari impegno incivile
subito – rinunciare agli equilibrismi – guerra

3.

profughi sì – migranti economici no –
ma una volta rimpatriati un tunisino e un’eritrea
rischiano il carcere in virtù delle legislazioni

in vigore in entrambi i paesi – anche nella Tunisia
senza Ben Ali – cliché – stereotipi – abbasso! – protestano
sugli scogli dei Balzi Rossi a Ventimiglia – poveracci

volti tirati per notti insonni – tensione – sciopero della fame –
– tuttavia non fanno effetto – non toccano – cuori in giro
non ce ne sono – teneri o meno teneri – ma guardate, guardate

a Roma lunghe code – gente comune porta beni
di prima necessità ai profughi scacciati dalla Tiburtina
bravi- bravi – bella roba – non fa effetto, non tocca

di fronte a centinaia di migliaia di persone disperate
che chiedono aiuto chi più fa la scelta di essere umano?
in che anno accettammo di essere buonisti, accettammo

di vergognarci di essere umani troppo umani? – un bracciante
straniero viene pagato 2 euro e 50 all’ora – lo paga un buonista
ostaggi del nostro benessere – i migranti fanno paura –

espellere o integrare – immigrazioni senza precedenti –
cose che sfuggono al controllo – come la morte?
allarme, angoscia quanto più ci sentiamo soli –

Bauman, chi? – dice che gli estranei mettono paura –
spaventosamente imprevedibili nei comportamenti
– dai nostri lupi sappiamo cosa aspettarci.

loro – sconosciute belve straniere – potrebbero distruggere
le cose che ci piacciono- mettere a repentaglio culle e sogni –
i nostri modi di vita – nulla sappiamo dei loro corpi e turbolenze

da cuori di tenebre – capire? – dobbiamo sempre capire?-
hanno i loro modi di comportarsi – stiamo a indovinare
le loro intenzioni e cosa faranno domani? – chi ha tempo

per questo – avvolgiamoci nella nostra ignoranza – che calduccio!
non si sa cosa fare in una situazione che non controlliamo –
ubriachiamoci  di paura – forza Salvini versa!


[…]

Nota

Questa è una poesia in costruzione. Rielabora notizie tratte da vari siti sul Web. La pubblico  in questa forma provvisoria  perché comunque potrebbe  sollecitare  riflessioni. [E.A]

3 pensieri su “SCRAP-BOOK DAL WEB – (in forma di samizdat) giugno 2015

  1. Umano, sì. Come aiuto il figlio disoccupato, l’amico
    in difficoltà, la persona che si sente sbagliata al mondo,
    l’anziano che non ha forza, il bambino che non c’arriva.

    Umano come umano, non come spada o fucile,
    non come schermo, bandiera volta dove tira il vento,
    lieto di poter scegliere tra questo e soltanto questo.

    Libero di andarmene o fuggire, di trovare amore
    altrove e di portarne, di scambiare intelligenza,
    cultura e maniere utili, qualcosa da dare in cambio

    per essere felici di noi, anche se non ho nulla,
    solo la ricchezza di esistere, la sensibilità del cuore,
    la forza delle mie braccia, l’esperienza d’essere nato

    e vissuto fin qui, fino al confine di questo momento,
    al muro che non posso abbattere, io che non so
    volare ma penso, penso senza fermarmi a come fare

    per sopravvivere in un pianeta stretto nel pugno,
    nella morsa di un Dio inferocito, se non vede l’utile,
    il numero tatuato nell’anima, il biondo passaporto,

    l’elettore controllato, lo spettatore sbiiadito, il servo
    che paga il proprio servizio, l’allineato per bene,
    il ricco di domani, sempre di domani, oltre quel muro

    che bello non è, e ti guarda torvo perché qui dovrai
    arrivare, alla morte che ti spetta e che hai comprato
    nascendo: umano che sei, soltanto umano!

    Nota
    scritta di getto, in prosieguo alla poesia di Ennio ma tratta da un’altra rete web: quella dove ci si iscrive gratuitamente, volendo; ed è meglio perché li si pensa, si parla e si agisce. La password è pubblica: megliounacarezzacheunastrettadimano, tutto di seguito.
    Poi rileggo.

  2. una vecchia poesia, di qualche anno fa, quando cominciava l’indifferenza ai ciurmatori

    VERSO IL MALE

    nel senso del latino versus: contro
    il male che affascina e non solo
    me. Le regole per condannare
    e separare i richiedenti
    giustizia amore e compassione
    le crudeli regole per mantenere in vita
    comunità assediate di madri e padri traditori:
    se la tua vita vale la mia
    nulla hai da guadagnare se mi uccidi
    nulla guadagnerei se tu morissi
    ma a salvarsi è chi viene prima.
    Non pensarci, non ci pensare ci occupiamo
    noi dei devianti. In un ventaglio
    di trame dietro cui occhieggiare
    file di deportati. Niente cambia
    né merletti e trine né divise
    né deportati. Senza tempo e luogo.

  3. …”Noi” e “Gli altri”…Sino a poco più di una decina di anni fa: noi nelle case, nel lavoro, nei diritti, sempre relativamente ben “visibili” (o così ci pensavamo), loro gli “invisibili”, davanti ai supermercati, alle stazioni, nei dormitori…isolati o in gruppi erano gli invisibili. Si chiudevano entrambi gli occhi per ignorarli, in quanto niente affatto pericolosi, giusto come certi rifiuti poco inquinanti o le cartacce sui marciapiedi…Ma da allora gli “invisibili” sono diventati i “temibili”. Quanti passaggi si sono saltati? Quello da uomo a uomo, da donna a donna si è forse visto?…
    Alla Stazione Centrale
    lungamente stazionare.
    Non noi- in tutti i modi poveri noi-
    per la supposta smarrita identità
    tormentone d’occidente,
    ma intere raminghe comunità
    artigliate da demoni incalzanti
    a raggiungere un brandello
    di qualcosa di niente,
    un appiglio smembrato
    di famiglie, di cippi lontani.
    Loro respinti dai confini,
    respinti dalla terra
    respinti dal cielo
    presenze indesiderate,
    grumi umani impantanati
    nel caldo afoso
    nelle tempeste scroscianti
    al centro di un mare senza sponde.
    Teste piccole, grandi. ricce, velate
    sbalottate dagli avversi marosi
    in eterni vagabondaggi…
    Quando ci accorgeremo
    “Noi” e ” gli altri”
    di essere tutti
    sulla stessa zattera?

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