Nella terra

zolle 2

di Paolo Ottaviani

 

…pensando a Franco Scataglini e
a Codicilli – 1. –” di Giovanni Raboni 

 

 

 

Nella terra così come l’aprì
il piccone e la pala, nella terra
perseverante e non lieve così

come alcuni vaneggiano, ma terra
dura e paziente che sa trasformare
lentamente le ossa in altra terra

o polvere, non cenere, e che un vento
improvviso la alzi sopra il mare
della luce oltre ogni sfinimento

di ogni immaginazione, per giocare
nel tempo non più nostro
che laggiù ancora ci ama
e che il cielo s’inchini su quel nostro
polveroso trastullo con la brama
calma di un diogemma
venuto dall’Oriente con la flemma
studiata di chi ha vinto
la morte, variopinto
mutare delle cose, come le ossa
rifiorite che spianano la fossa.

7 pensieri su “Nella terra

  1. “con la brama
    calma di un diogemma
    venuto dall’Oriente con la flemma
    studiata di chi ha vinto
    la morte”
    interessante lettura del cristianesimo, mi pare.

  2. …trovo bella e coinvolgente questa poesia di Paolo Ottaviani, una preghiera laica dedicata ad un poeta scomparso in cui si traccia un percorso di vita del nostro corpo ,”trastullo polveroso”, oltre la vita in sembianze umane, la terra e il cielo all’opera in luminoso processo di trasformazione: “…con la brama/ calma di un diogemma venuto dall’Oriente con la flemma / studiata di chi ha vinto /la morte…”. In questi ultimi versi il poeta mi sembra alludere ad una continuità nel concetto della trasformazione della materia dei corpi presente nella religione cristiana e orientale (brama)

  3. Caro Paolo, in questa seria riflessione materialistica sulla morte sento un po’ come un’intrusione la venuta di un diogemma dall’Oriente. Mi piace molto invece che tu dica che la terra non è lieve “come alcuni vaneggiano”: la terra ti sia lieve, come dicevano i classici, è un’esortazione che non avrà compimento, purtroppo. Ciao, Walter

  4. Un racconto che si fa poesia dove non dice: sulla morte in terra e su chi l’ha vinta, semidei che comunque lì finiranno, tristemente. Complimenti.

  5. Terra mia

    Muoia
    il ratto dell’inquietudine
    fiorisca il campo tanto santo
    all’alito immenso

    Rinasce tra le accolte
    pietre nere il giallo
    celato è il lontano pianto
    in questo bisogno d’amore.

    Emi

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