Non abbiamo notizie di Francesco Di Stefano, il poeta autore dei sonetti e delle quartine pubblicate su “Poliscritture sito” numerose volte. Abitava ad Amatrice, paese distrutto dal terremoto. Ieri ho inviato una mail al suo indirizzo di posta elettronica ma finora non ho ricevuto risposta. Qualcuno ci può aiutare nella ricerca di notizie? [E. A.]
Ero titubante, nel lasciare il mio di ieri, non escudevo potesse essere questo lo stato delle cose trasferito da Ennio. Spero con voi che non si faccia vivo unicamente perche senza parole , più atterrito di noi sgretolandosi dentro fra ciò che fuori e dentro era e non é più.
Pensavo ci fosse un numero telefonico presso l’Unità di Crisi per avere notizie su nominativi che non rispondono all’appello, ma non l’ho trovato: credo che tutti siano ben impegnati in necessità più incombenti.
Non rimane che affidarsi, a chi lo sa usare, al tam-tam di FaceBook.
Davvero non ci sono parole di fronte a questa catastrofe!
Rita
Ho saputo in questo momento da Giulio Toffoli che Francesco Di Stefano si trova sano e salvo a Roma. Per fortuna una piccola buona notizia. Resta la tragedia che non dobbiamo perdere d’occhio.
…sono contenta per Francesco Di Stefano.In quanto alla tragedia, è davvero impossibile perderla d’occhio, ma ammutolisce
L’angelo della morte
Nessun patriarca ha ordinato
una notte di tarda estate
di tracciare sulle case di Amatrice
il segno distintivo di un popolo
eletto dal Signore
affinché l’angelo passando
lo risparmiasse dalla piú tremenda
delle piaghe.
Così quando l’angelo è arrivato
ha colpito duro senza distinzione
nel mucchio
non pago soltanto della primogenitura
e alla fine dell’opera
soddisfatto é risalito in cielo
lasciando i superstiti a scontare
un ergastolo di dolore
settanta volte sette piú intenso
della morte.
Un abbraccio, Francesco
…grazie Francesco per queste potenti parole che mostrano la nostra impotenza davanti all’angelo impietoso della morte… dal volto in parte umano umano
In un Pantheon preellenico – non ricordo più la collocazione geografica – le divinità avevano paura della Dea Parola temendo che, accoppiandosi con gli umani, ciò avrebbe decretato la perdita del potere degli dei e, di conseguenza, il loro spodestamento.
Così con questi versi rabbiosi e struggenti di Francesco, non verrà sanato, no, il dolore per questa ecatombe ma l’Angelo della Morte non potrà tornare su in cielo soddisfatto ma scornato.
Coraggio, ci vuole coraggio per cantare anche con le macerie sopra il cuore.
Un abbraccio.
Rita