Archivi categoria: APPUNTI POLITICI

Colognom. Vicinanze e distanze

di Ennio Abate

Seconda risposta a Donato Salzarulo

 «Chi ai nostri giorni voglia combattere la menzogna e l'ignoranza e scrivere la verità, deve superare almeno cinque difficoltà. Deve avere il coraggio di scrivere la verità, benché essa venga ovunque soffocata; l'accortezza di riconoscerla, benché venga ovunque travisata; l'arte di renderla maneggevole come un'arma; l'avvedutezza di saper scegliere coloro nelle cui mani essa diventa efficace; l'astuzia di divulgarla fra questi ultimi».

(Bertolt Brecht, «Cinque difficoltà per chi scrive la verità») 

Caro Donato,
dopo il tuo intervento (qui) rilancio ancora:

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Sul governo dopo un ricovero in ospedale

di Roberto Bugliani

Nei giorni scorsi ho avuto l’opportunità d’essere ricoverato in ospedale. Fortunatamente, niente a che vedere col nemico del momento, anche se la sua invisibile presenza s’avvertiva dappertutto, a cominciare dalle mascherine chirurgiche indossate da degenti e personale ospedaliero, protezione rafforzata, nel caso del personale medico, dalle ormai celebri Ffp2/3.

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Siamo tutti in pericolo

di Lorenzo Merlo

Questo articolo di Lorenzo Merlo fa da specchio fedele alle paure e alle incertezze del tempo sospeso e gravido di incubi in cui siamo capitati. Ha echi pasoliniani: la critica al “sistema di educazione che ci divide in soggiogati e soggiogatori”, una nostalgia per le epoche in cui gli uomini non erano “analfabeti in tutte le materie della creazione che si studiano con le mani”, la scelta di “stare con i deboli”. Non cade nella facile visione complottista oggi diffusissima (anche se, qua e là, pare la sfiori). Ci vedo anche un tentativo di distanziarsi criticamente da una realtà indecifrabile e angosciante narrando al passato eventi appena accaduti o che ancora stanno accadendo. Il nucleo emotivo e intellettuale dell’articolo sta nella fila caparbia e lucida dei ‘perché’ e dei ‘vogliamo’ polemici che Merlo accumula. E che chiedono, però, almeno un abbozzo di risposte. [E. A.]

Era lontana la Cina. Arrivavano notizie di qualcosa d’importante. Per fare fronte all’emergenza fermarono la routine della vita nota. Attraverso la tv, prima che spaventoso ed esiziale pareva irreale. Strade vuote, morti, ospedali traboccanti, tutto immobilizzato. L’allarme era mondiale ma tutti stavano a guardare.

Era lontana la Cina.

Finché non si fece sotto e fu vicina come non avremmo mai detto. Ed eccola qui. Era in casa.

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Coronavirus: il buco nero della Lombardia e lo stato della sanità pubblica in Italia

di Giuseppe Natale

La pandemia da coronavirus ha drammaticamente messo in evidenza l’inadeguatezza e l’insostenibilità della sanità gestita dalle regioni. Un sistema che è peggiorato da quando da nazionale e unitario si è differenziato , quasi frantumandosi, nella gestione diretta delle 20 regioni e delle due province autonome di Trento e Bolzano.

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Niente panico?!

di Alessandro Scuro

Il brainstorming (o “tempesta di cervelli”) scaturito dalla pandemia di Coronavirus è di una tale intensità e vastità da scoraggiare chiunque voglia mantenere un minimo di lucidità e di controllo dell’ansia dall’inseguire il flusso ininterrotto e crescente di notizie, video, commenti, proclami politici, dichiarazioni scientifiche. La sobrietà in questa situazione mi pare una virtù fondamentale. E perciò su Poliscritture ho finora evitato di segnalare anche la minima parte delle cose che vado leggendo. Sto ospitando, infatti, esclusivamente contributi che mi vengono proposti da amici e amiche. Questo arrivatomi da Alessandro Scuro, collaboratore di Poliscritture per un lungo periodo con articoli sulla letteratura spagnola, è il primo che affronta il tema del cosiddetto “dopo-Coronavirus” su un piano direttamente politico e con una scelta “militante” molto orientata. Proviamo a discuterne. [E. A.]

Alcune settimane fa, su El País, è stato pubblicato un trafiletto di Fernando Savater, filosofo di chiara fama qui in Spagna, intitolato Cúnico(sulla falsa riga di una famosa battuta “¡Que no panda el cúnico!”, storpiatura dell’esclamazione “¡Qué no cunda el pánico!”, ovvero “Niente panico!”). Savater se la prende con i sacerdoti dell’apocalissi che in momenti come questi, oggi come mille anni fa, interpretano il disastro come una punizione divina, come il giusto castigo per le malefatte dell’umanità, riferendosi in particolar modo a chi sta approfittando della situazione attuale per denunciare lo stile di vita criminale al quale fino a poche settimane fa, volenti o nolenti, tutti eravamo ben abituati. L’articolo si conclude con un augurio del filosofo che, con grande sicumera, tranquillizza i lettori: Niente panico! Sconfitto il virus tutto tornerà come prima!

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Nani, Baroni e Ballerine

di Paolo Di Marco

‘beato il paese che non ha bisogno di eroi’..

Non è uno spettacolo edificante, con personaggi alla ribalta investiti ufficialmente o autoinvestiti di responsabilità pubbliche che dicono tutto e il contrario di tutto, si affacciano alla ribalta per smentire quello che ha appena detto l’altro, e con quello anche le decisioni ufficiali appena prese…

Forse la Scienza ha preso il posto della religione, come dice qualche commentatore, ma la fa anche rimpiangere: in tempi di crisi il dogma dell’infallibilità del papa almeno dava sicurezza; ma il problema in realtà è: di quale scienza stiamo parlando?

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Vicofaro ai tempi del coronavirus

di Marisa Salabelle

Quando hanno cominciato a girare le prime notizie sull’epidemia che poi sarebbe stata battezzata COVID19, l’attenzione di tutto il mondo era rivolta alla Cina. Bisognava in tutti i modi evitare che da lì il contagio si diffondesse, e allo stesso tempo bisognava dimostrare che non si era mossi da pregiudizio o razzismo, ma solo da una prudenza volta a salvaguardare la salute di tutti. In Italia, per esempio, si sono soppressi tutti i voli provenienti dalla Cina, un provvedimento scarsamente risolutivo, se non controproducente, ma non è di questo che volevo parlare. Qui da noi, in Toscana, tra Prato e Firenze abbiamo una delle comunità cinesi più numerose d’Europa. E per un motivo o per un altro tutti ne eravamo preoccupati: vuoi che non ci fosse, in quell’immenso formicaio, qualcuno che era stato da poco in Cina, o che in un modo o nell’altro ne stava per tornare? Il contagio, noi, l’aspettavamo, e l’aspettavamo di là. Il presidente della Regione, Enrico Rossi, aveva stabilito delle misure che ai più sembrarono scarsamente efficaci.

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Epidemie, sovrappopolazione, viaggi

Un “medico” con la classica maschera a forma di becco, nel quale erano inserite spezie che si pensava purificassero l’aria evitando i contagi da peste, in una stampa di metà Seicento (Hulton Archive/Getty Images)

di Luciano Aguzzi

Negli anni Sessanta e parte dei Settanta diversi studiosi hanno lanciato l’allarme sulle conseguenze disastrose del continuo aumento della popolazione mondiale sugli equilibri ecologici e su quelli sociali. Poi il tema “sovrappopolazione” e la battaglia per la riduzione delle nascite sembrò passare di moda e, anzi, negli ultimi decenni si spinge per riprendere una politica di aiuti alle famiglie per rialzare il tasso di natalità in Italia e da molti parti si dice che accogliere i migranti stranieri è necessario per colmare i vuoti della bassa natalità nel nostro Paese.

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E che ne sai tu di un Migrante?

a cura di Ennio Abate e Jorida Dervishi

In questa rubrica (Del migrare) inizio una collaborazione con Jorida Dervishi. Ho già presentato (qui) una sua prima raccolta di storie di migranti. Altre ne sta raccogliendo e mano mano le pubblicheremo su Poliscritture. Le introdurrò con brevi riflessioni, in modo che la vivacità giovanile delle sue interviste si confronti con i pensieri di un migrante italiano di vecchia generazione. Per un possibile dialogo. Comincio con la presentazione di “E che ne sai tu di un Migrante?”, uno scritto che dà conto dell’idea che Jorida ha del nomadismo d’oggi. Lei – ed è questo anche il mio punto di vista – ne vede gli aspetti dinamici e coraggiosi: “chi è nomade vede il mondo in un continuo cambiamento, non si nasconde dietro le sicurezze”). E considera – anche su questo sono d’accordo – ragionevole la necessità del migrare: “Per molte persone oggi l’unico modo per trovare la salvezza è fuggire dalle proprie terre”. Ma – devo dirlo – a me pare troppo ottimista quando scrive: “la STORIA UMANA è fatta da tante storie, piccoli pezzi raccolti lungo il viaggio, le piccole storie di molte persone come lui [il migrante] che hanno lottato per vincere, sono stati sbattuti a terra per rialzarsi”. Perché, come purtroppo la cronaca degli ultimi anni ci dimostra, i potenti che agiscono da posizioni di vantaggio si danno da fare ferocemente per scartare proprio “le piccole storie di molte persone”. Sì, molti hanno sperato che “l’apertura dei confini avrebbe potuto far sì che tutte le persone potessero muoversi liberamente”, ma si sono illusi. Noi assistiamo proprio al ritorno alle “fortezze”. E, più che stupirsene, c’è da pensare ai processi reali che stanno accadendo nel mondo globalizzato e al pericolo che la crisi del sistema sociale democratico in Occidente spinga un numero crescente di europei ed occidentali a considerare le migrazioni “come un semplice “problema di sicurezza” esterno” e – come pensava lo studioso Robert Kurz – a classificare come “superflui” paesi e interi continenti che si rivelano inadatti alla riproduzione di mercato. [E. A.]

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Teoria e pratica della prescrizione

Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del Buon Governo, la Giustizia (Sala dei Nove, Palazzo Pubblico, Siena )

di Giorgio Mannacio

Il linguaggio giuridico specialistico che Mannacio usa in questo articolo per ragionare sul tema della prescrizione, che è attualmente dibattuto in modi tormentati e confusi, non ha nulla a che fare – c’è bisogno di precisarlo? – col latinorum o col “burocratese”. Richiede (e merita) solo lettori più attenti. [E. A.]

1. L’oggetto

Il mio intervento riguarda la prescrizione dei reati, uno dei tanti argomenti di scontro tra maggioranza e opposizione. Incredibile a dirsi ma su tale argomento è già stata approvata una legge che si cerca immediatamente di modificare. Ciò prova lo stato confusionale dell’attività che caratterizza la situazione politica italiana in questo momento.

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