Archivi categoria: APPUNTI POLITICI

Ultime notizie da Vicofaro

di Marisa Salabelle

Dopo un lungo periodo in cui giornali e talk show sembravano aver dimenticato don Biancalani e la sua controversa attività a favore dei migranti, ultimamente i media si sono risvegliati. Ha aperto i giochi, se non mi è sfuggito qualcosa, Il Giornale, un quotidiano di raro equilibrio e di nota obiettività. «Don Biancalani trasforma la chiesa in un centro di accoglienza» titola venerdì 11 ottobre, e apre l’articolo con queste parole: « Decine di materassi in tutta la chiesa e poi scarpe, zaini e vestiti. È l’idea di accoglienza di don Massimo Biancalani, parroco di Pistoia, che ha deciso di ospitare negli spazi della chiesa di Vicofaro, la più grande della città, 250 migranti.»

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Su Immanuel Wallerstein

di Giorgio Riolo

Nell’agosto 2018 è scomparso Samir Amin. Nell’agosto 2019 Immanuel Wallerstein. Dopo la morte di Andre Gunder Frank (2005) e poi quella di Giovanni Arrighi (2009), la cosiddetta “banda dei quattro” si è estinta. La loro collaborazione si era svolta in varie fasi e occasioni. Una importante. Il bel libro collettivo del 1982 Dynamics of Global Crisis (in francese La crise, quelle crise?), poi parzialmente tradotto in italiano. Un modello di analisi a più voci e a più angoli visuali della lunga crisi capitalistica (a seconda della visione a partire dal 1967, dal 1971, dal 1973) seguita ai “trenta gloriosi” della fase di prosperità e di espansione dopo il 1945.

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Negri su Balestrini

di Ennio Abate

Su “il manifesto” dell’8 giugno 2019 (qui) è comparso un ricordo di Nanni Balestrini scritto da Antonio Negri. L’ho letto, riletto, meditato e ho scritto questi appunti critici. [E.A.]

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Noi e loro

Nota a margine de I dannati della terra di Frantz Fanon

di Giorgio Riolo

Pubblico la nota introduttiva a “I dannati della terra” di Frantz Fanon. argomento conclusivo del ciclo di incontri di letteratura che Giorgio Riolo tiene a Milano (qui), accogliendo in pieno – anche con un invito a guardare e ad ascoltare le voci di questo tremendo video (qui ) – l’esigenza di capire il dramma dell’Africa, liberandoci dai paraocchi del sovranismo nazionalista o eurocentrico. Non per “romanticismo rivoluzionario”, ma per obbligo a pensare tutta la realtà. Di fronte alla “tempesta” in corso, non possiamo metterci, come aveva capito Sartre citato da Giorgio, dalla parte dei “seminatori di vento” . Essi l’hanno alimentata e ora se ne lavano le mani. Dobbiamo impedirglielo o, se non fosse più possibile, almeno testimoniare la tragedia. [E. A.]

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Vicofaro un mese dopo

di Marisa Salabelle 

Le lotte che nascono dal basso e isolate possono sempre essere soffocate o morire tra l’indifferenza delle maggioranze silenziose.  Questa del  CAS (Centro di Accoglienza Straordinario) di Vicofaro, di cui Marisa Salabelle sta facendo con tenacia la puntuale cronaca, oggi respira male.  E noi pure – almeno quelli che non accettano le politiche di respingimento o di sfruttamento dei migranti – siamo in affanno.  Si ripropone, perciò, il semplice ma sempre più arduo problema: che fare? Chi ha esperienze, anche minime, di militanza  sa la fatica materiale e il coraggio necessari per affrontare nel concreto le situazioni quotidiane, soddisfare i bisogni dei corpi, curare i pensieri e i sentimenti di quanti lottano in prima persona. In questo caso don Biancalani, i migranti, i volontari che a Pistoia non cedono. Ma sa pure che oggi a fiaccare gli animi dei simpatizzanti della Causa dei migranti sono soprattutto i discorsi che stanno prevalendo sul piano politico e culturale a causa della piega repressiva impressa al governo soprattutto dal ministro Salvini.  Dobbiamo impedire che crescano le complicità o le neutralità dei  “non sono razzista ma…”.  E, abbiamo bisogno più che mai  di “provocatori” – preti e non –  che, contro chi  urla: “Prima gli italiani” o tentenna e rispolvera idee di nazione  e di sovranità nazionale,  tornino a dire: “Prima gli umani”, “ Prima chi sta in basso”, “Prima i proletari”.  È una questione di civiltà, come ha ricordato Romano Luperini di recente (qui). Vorrei che su Poliscritture si moltiplicassero i contributi che critichino  i pregiudizi razzisti, religiosi, ideologici. Sarebbe un modo per aiutare la lotta in corso a Vicofaro . [E. A.]    Continua la lettura di Vicofaro un mese dopo

Chiuso il CAS di Vicofaro

di Marisa Salabelle

Chi la fa, l’aspetti!  dice il proverbio. Cioè:  Chi danneggia gli altri deve aspettarsi risposte e reazioni dello stesso tipo. Ma i proverbi dicono mezze verità (e valide per il mondo di una volta).  Che danni agli altri ha fatto  don Massimo Biancaloni?  La persecuzione (più che ispezione) fa parte della guerra agli immigrati e ai poveri, che è in atto  in maniera esplicita da parte del nuovo governo e in particolare dalla sua punta al Ministero degli Interni, il leghista Matteo Salvini. Non so perché ma mi è passato per la mente il titolo della commedia di Bertolt Brecht “TESTE TONDE E TESTE A PUNTA”. Non ricordavo la trama è l’ho ripescata sul  Web (qui). Ne riporto l’essenziale lasciando a voi i necessari aggiornamenti e  adattamenti : “Nello stato immaginario di Jahoo, la situazione economico-sociale è disastrosa. Non ci sono più soldi, c’è troppo grano e quindi il suo prezzo è crollato, i proprietari terrieri hanno sfruttato i contadini al massimo e questi hanno deciso di fare la rivoluzione. L’ambizioso Iberin riesce a farsi affidare pieni poteri dal re che, molto preoccupato, abbandona il paese. Iberin deve riportare la stabilità nel paese, stabilire l’uguaglianza, ascoltare i contadini. Invece decide di dividere la popolazione per tratti fisiognomici. A seconda della forma della testa, se tonda o a punta, i cittadini vengono infatti divisi in Cik e Ciuk. Si stabilisce così che le teste tonde sono quelle coscienziose, laboriose e fedeli e quelle a punta, al contrario, sono la causa della rovina e per questo debbono essere arrestate, processate e giustiziate. ” [E. A.]   Continua la lettura di Chiuso il CAS di Vicofaro

Su “Ghetto Italia”

Ghetto Italia, di Yvan Sagnet e Leonardo Palmisano, Fandango 2016

di Marisa Salabelle

Qualche settimana fa ho avuto l’occasione di ascoltare Yvan Sagnet, un giovane camerunense che ha studiato e vive in Italia da molti anni. È ingegnere, ma ha voluto fare il bracciante agricolo per un periodo di tempo per conoscere la condizione dei migranti nelle campagne italiane. Fa parte del sindacato USB e ha portato avanti diverse lotte, riuscendo a ottenere un risultato importante: che cioè la realtà del caporalato venisse riconosciuta e che venisse istituito il reato di caporalato. Questo è avvenuto nel 2011. Da allora Yvan gira sul territorio dove lavorano al nero, sotto l’egida dei “caporali”, sottopagati, sfruttati e costretti a vivere in condizioni indescrivibili, moltissimi immigrati, regolari e no, e anche molti italiani. Continua la lettura di Su “Ghetto Italia”

Cene

di Velio Abati

a W.

C’è bisogno di decenni, a volte, per vedere la tenacia dei legami stretti nei luoghi di potere; almeno nel nostro tempo, quando tutto ha un prezzo, la merce trabocca negli scaffali e da ogni angolo dell’esperienza quotidiana ti si proclama che la vita è nelle tue mani. Sospetto una continuità – non dico di sangue, ma di meccanica sociale, nel territorio italiano – tra i circoli famigliari evidenti nella struttura capitalistica moderna e quelli, insieme ristretti e diffusi, della borghesia comunale, i gruppi di eruditi seicenteschi, fino ai salotti illuministi. Non sorprende che originariamente fossero di clan, vista la loro recente origine feudale; degna invece di studio è la resilienza di siffatto automatismo fino ai nostri giorni, tanto che allo storico suggerisce per analogia la lettura delle ere umane trascorse e della loro attuale forza nelle forme del paesaggio agrario intorno a noi. Continua la lettura di Cene