In un incontro della redazione di Poliscritture del 5 ottobre 2015 sono stati elencati schematicamente una serie di temi su cui lavorare nei prossimi mesi:
1. Mezzi e linguaggi ;
2. Stato o sovranità nazionale, democrazia, cittadinanza, post-democrazia;
3. Alimentazione (Expo), nutrire, distribuzione delle risorse;
4. Paesaggio, paesaggi, geografia umana, risvolti nelle arti;
5. Ecologia/ ecologia profonda (Arne Naess);
6. Storia, memoria e uso pubblico (e distorto) della storia;
7. Poesia esodante (quale poesia oggi?);
8. Trasparenza;
9. Guerra/e;
Su ciascuno di essi singoli redattori proporranno delle scalette ragionate, che verranno pubblicate sul sito di POLISCRITTURE (e su POLISCRITTURE FB) anche per sollecitare critiche o suggerimenti ed eventuali collaborazioni da parte di quanti ci seguono. Qui sotto pubblico la scaletta preparata da Giulio Toffoli. [E.A.] Continua la lettura di CANTIERI DI POLISCRITTURE “Guerra&Guerre” di Giulio Toffoli
Archivi categoria: APPUNTI POLITICI
Edoardo Galeano, un critico antisistema
di Giorgio Riolo
Ci sono opere e persone che, al di là del valore intrinseco, grande o piccolo, non importa, svolgono un ruolo formidabile nel contesto storico in cui sorgono. Diventano metafore di un moto storico, di un cammino in corso.
Diciamo subito che il valore letterario e di contenuti degli scritti di Galeano era veramente grande. Fossero libri o i suoi tipici folgoranti pezzi giornalistici, egli mostrava quale forza si può celare nella penna, se la si sa usare e a qual fine usarla. Sciascia ricorreva a questa metafora della penna come spada, pensando al suo ruolo di scrittore e di intellettuale. Impensabilmente coincidente con quello che l’analfabeta bracciante siciliano riteneva a proposito del valore, dell’importanza della cosa scritta. Ma oggi con il minimalismo, la ciarlataneria chiassosa, le parole in libertà, in ogni dove (la falsa democrazia del Twitter, Facebook e minchiate varie), tutto ciò assume distanza, alterità omerica, biblica. Continua la lettura di Edoardo Galeano, un critico antisistema
Gli sciacalli e i profittatori dello scontro di civiltà
di Giorgio Riolo
È il momento della retorica ributtante, del fiume di parole, del circo mediatico scatenato e senza freni, dei manipolatori di professione. I dominanti imperiali sono all’opera. Stregoni, non più apprendisti da molto tempo ormai, suscitatori, creatori e finanziatori di mostri, che qualche volta si rivoltano e non sono più controllabili a piacimento, per scatenare guerre “umanitarie”, “per la democrazia”, “per portare la libertà”. In Afghanistan, in Iraq, in Siria, in Libia, ovunque. Dominanti assassini per il controllo del petrolio, del gas, delle materie prime, per il controllo geopolitico di aree strategiche del pianeta. Continua la lettura di Gli sciacalli e i profittatori dello scontro di civiltà
Peggio dei nazisti
Di fronte allo scempio di quel che sta accadendo a Gaza sento sempre più spesso ripetere: Israele oramai è peggio dei nazisti. E non capisco.
Intanto Israele è uno Stato e i nazisti furono un partito politico, sì che bisognerebbe dire semmai “Israele è peggio della Germania” o “I sionisti sono peggio dei nazisti”, ma questi son dettagli da professore. Quel che non mi spiego è in che senso “Peggio dei nazisti”?
Non sono ingenuo, comprendo la funzione di shock dell’esagerazione, della bestemmia, dello slogan feroce o del paradosso. Eppure i conti non tornano.
Mi chiedo: c’è del vero? In che cosa Israele è oramai peggio dei nazisti? E faccio l’elenco, il tristissimo elenco. Continua la lettura di Peggio dei nazisti
Sul Festival dell’economia di Trento
di Luca Chiarei
Dopo due giorni e mezzo di incontri, dal festival dell’economia di Trento, dedicato a “Classi dirigenti, crescita e bene comune”, la prima impressione che si ricava è che si è parlato molto delle prime e della seconda, mentre del terzo aspetto assai meno. Che il paese abbia un problema di classe dirigente in termini di competenza e credibilità questo è indubbio, come la cronaca politica e economica ci ricorda quasi quotidianamente. E’ però altrettanto vero che un ragionamento di prospettiva non possa non sviluppare adeguatamente anche l’altro aspetto del problema: l’accesso ai beni comuni, sempre più problematico, per la fetta maggioritaria della popolazione che classe dirigente non è e che gli effetti delle scelte di politica economica li subisce. Continua la lettura di Sul Festival dell’economia di Trento