Un beffardo mefistofelico specchio
studiò e derise il segreto nascosto
dalle tue cosce di burattina.
Ah, impacciata paffutella ballerina!
Vòlgiti dal legnoso tuo passato
a noi, coppia reclinante
nella diagonale del lutto
nel medesimo buio:
busti incastrati, guance appaiate
volti dal silenzio e dall’amarezza tumefatti.
Il male – nel libro che leggevamo già predetto
penetrò, gigantesco pugno, dall’abbaino!
Raccogli da noi la tua monacale vergogna.
È là nella pallina sasso ormai compressa.
Tra la mano stanca e il gomito disperato.