Archivi categoria: ESODI

Passare i confini

Altri immigratori

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SCRAP-BOOK DAL WEB IN FORMA DI SAMIZDAT

di Ennio Abate
1.
costruiranno muri – per fermare i migranti – tra Ungheria e Serbia – sempre loro – i migranti – spendono miliardi d’euro – per fermare i migranti – i regolari sì – gli irregolari no – decide chi fa i muri – e fa pure i migranti – loro decidono sempre – puah! – loro che «tengono in moto – man mano – l’immenso apparato che produce – e ripartisce i beni – necessari alla vita» – e le frontiere vengono rafforzate – 500 milioni di europei sarebbero gli assediati – centomila migranti e richiedenti asilo gli assalitori – dicono – scrivono – che arrivano dal mare – arrivano dal mare – e li fotografano – arrivano sulle coste – quando non muoiono – come grossi pesci si arenano – quando non muoiono sembrano come noi – bambini stravolti e genitori disperati – come furono in passato i nostri antenati Continua la lettura di Altri immigratori

Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere

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 di Giulio Toffoli

“Ma guarda te, se si può. – stava borbottando fra sé e sé Li Yu, mentre guardava una delle lettere che si erano raccolte negli ultimi giorni sulla sua scrivania – Da quanto tempo non sento più Wang Wei? Forse l’ultima volta ci siamo visti al tempo della Grande Rivoluzione Culturale e anche allora si trattò di un breve saluto del tutto occasionale.

Chissà cosa vorrà?” Continua la lettura di Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere

Con queste mani

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Drammaturgia in versi per voce sola e indignazione molta

di Mariella De Santis

Il testo che segue è stato ispirato da una coraggiosa intervista di Emilio Quadrelli ad Anna (nome di fantasia), apparsa su Alias (nr. 10 anno 5 del 3 febbraio 2007), inserto culturale del quotidiano il Manifesto, allegato al giornale ogni sabato. Dall’articolo riporto quali veri il  rapimento di Anna nel 1996, a 13 anni, per essere portata a lavorare in una fabbrica italiana, i ripetuti stupri e la deportazione in un bordello per militari, paramilitari e civili operanti in Albania dal 1998, la liberazione a mano armata nel 2004 da parte del fratello al comando di una milizia di trafficanti d’armi e la sua condizione di vita al momento dell’intervista.Molto altro di quello che ho scritto mi è stato raccontato da donne immigrate incontrate vivendo…Per questo motivo nel mio testo, la protagonista l’ho chiamata Milena e non Anna. Il resto è da considerarsi mia creazione artistica cosa questa, come sappiamo, non sufficiente ad attribuirle lo statuto di finzione. Questo mio testo è dedicato ai giornali e ai giornalisti indipendenti che molestano le nostra visione delle cose, alle colonne della mia famiglia Lina, Angela e Roberta e alle migliaia di sorelle ignote  che vorrei tutte abbracciare. [M. De S.] Continua la lettura di Con queste mani

Sempre in coda al flusso *reale*, inconoscibile

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di Gianfranco La Grassa

Questo saggio  fa lucidamente il punto, e in termini drastici rispetto ad alcune delle principali tradizioni di pensiero otto-novecentesche, su un tema, quello della realtà, che si è presentato spesso in numerosi post di Poliscritture riguardanti ora questioni di poesia ora di politica; come pure, in modi spesso personalissimi, nei commenti. La tesi di fondo mi pare riassunta in questo passaggio: «è meglio pensare ad una realtà assoluta, autonoma, indipendente da noi e a noi esterna, che tende continuamente a mettere sottosopra ogni nostra transitoria fissità». O in questo: «E’ invece assai più sensato supporre che siamo sempre alla coda del mutamento (casuale e non finalistico) di quel flusso che rappresenta la realtà». Da  questa posizione, alla quale La Grassa è giunto dopo un lungo percorso teorico-politico, discendono una serie di affermazioni che  rifiutano ormai apertamente   idee tuttora correnti di umanità, progresso, cooperazione, solidarietà, pace, utopia ( e magari ancora di comunismo), anche quelle appartenenti alle versioni più critiche (di matrice religiosa o marxiana). In primo piano viene riproposto il «conflitto» sociale e politico. Incessante e non finalizzato. E non più tra le «classi» ma tra individui e gruppi «conservatori e innovatori». (Meglio: soprattutto tra «élites conservatrici o innovatrici»). Conflitto, comunque, sempre condizionato dal «flusso squilibrante della realtà, inconoscibile per sua “essenza”».  Il suggerimento è di leggere più volte il saggio e di discuterne col massimo di intelligenza critica e, perché no, di passione politica. [E. A.]
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Quella marmaglia che scrive su Face book

palline bosco e donna

di Mayoor L. Tosi e Luca Gori

Si scrivono – è vero – anche «commenti-poesia». Quello di Luca Gori, che Mayoor propone,  è nel solco della “sovversione” anche  dei generi letterari che ha attraversato il Novecento. (A me fa venire in mente il più  audace fra gli iniziatori, Friedrich Nietzsche, del resto qui citato da Gori stesso). Prendo le distanze dall’operazione, ma non  esito a pubblicare il carteggio e invitare a discuterne. Anche nei contenuti specifici trattati. Le cosiddette “centro strade” della poesia vanno tutte esplorate. Poi ciascuno/a deciderà quale sia la più valida o la sua.[E. A.]
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Vienimi in sogno spesso, amico mio, aiutami

bisaccia di avellino
Piazza del Belvedere a Bisaccia di Avellino

di Donato Salzarulo

«Il mondo non c’è più, io debbo portarti».
(Paul Celan)

 

Ogni volta è la fine del mondo,
la fine di un mondo.
Ogni volta unica irripetibile traumatica.
Come unica irripetibile traumatica è la fine
di questo mio fraterno amico,
preziosissimo amico.
È come affacciarsi su un baratro,
un vuoto che risucchia,
una vertigine scioccante,
un enigma che si svolge in piena luce
e lascia addosso (dentro, dappertutto)
una sensazione profonda di perdita,
un silenzio gigantesco,
un’assenza incolmabile,
una mancanza insanabile. Continua la lettura di Vienimi in sogno spesso, amico mio, aiutami

QUALE POESIA OGGI? E Majakovskij rispose così…

Majakovskijj 1

La poesia tradotta da Paolo Statuti è tratta dal suo blog “Un’anima e tre ali” (qui)

Ho pensato di porre la domanda ‘quale poesia oggi?’, che Poliscritture affronterà in uno dei prossimi numeri del cartaceo, anche ai poeti morti che in qualche modo vi hanno già risposto (in versi o in prosa). Senza alcun ordine preciso comincio da questo testo di Vladimir Majakovskij. [E. A.] 

A tutta voce
(Во весь голос)

(Prima introduzione al poema)

Egregi
compagni posteri!
Scavando
nello sterco impietrito
del presente,
studiando le tenebre odierne,
voi,
forse,
chiederete anche di me. Continua la lettura di QUALE POESIA OGGI? E Majakovskij rispose così…

Il bisogno del lupo

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Testimoni muti

DIALOGHI SEMIMUTI CON PIETRANTONIO ARMINIO

di Donato Salzarulo

 «Fratello, ti do noia ora, se parlo?»
«Parla: non posso prender sonno».
G. Pascoli

 1 – Spesso, quando arrivo, Pietrantonio non c’è. È su, nelle stanze al primo o al secondo piano della casa di via Forno Giardino. È quella in cui è nato ed è quella che più di tutte è stata trasformata dalle sue mani e dalla sua intelligenza artistica. Vi ha portato la luce. Quella naturale, dell’alba, dei mezzogiorni e dei tramonti. E quella dell’arte che sa coniugare bellezza e funzionalità. Continua la lettura di Il bisogno del lupo

Le forme del tempo nella poesia

KAIROS 2

di Rita Simonitto

Sono stata molto sollecitata dal post di Mannacio “L’innocenza del tempo” (qui) – e ci ho riflettuto a lungo anche perché di stimoli ne dava parecchi – ma anche dalla osservazione di Mayoor (nello stesso post): *Il tempo non sarebbe dato da quanto impiego per muovermi da A a B ma da quel che accade durante il tragitto. Ne consegue che Cronos è l’azione umana e concreta dell’esperire*.
Il che farebbe pensare che accanto all’esistenza di un tempo ‘quantitativo’ – basato sulle infinite segmentazioni per cui Achille non può mai raggiungere la tartaruga – ci sia ad un tempo ‘qualitativo’, quello delle relazioni, a fronte del quale viene invece perseguito l’incontro, il momento opportuno nel quale si incrociano gli eventi. Continua la lettura di Le forme del tempo nella poesia

Kalì

SALOTTO-DEI-POVERI

di Lucio Mayoor Tosi

Riporto in evidenza il commento lasciato da Lucio qui. [E. A.]

Tre mesi fa è morto un mio vecchio amico, è morto al Sacco di Milano. Aveva trascorso gli ultimi due anni della sua vita tra i senza tetto, era uno di loro. Vendeva i suoi disegni in via Madonnina, a Brera. Era un bravissimo artista ma gli è andato tutto storto. Continua la lettura di Kalì