Archivi categoria: ESODI

Passare i confini

Futuri? Passati?

Carlo-Broschi-Farinelli (1705 -1782)

di Antonio Sagredo

“Spero di costruire una Poesia più mostruosa della mostruosità che mi  circonda”, scrive Antonio Sagredo, inviandomi le sue “POESIE DALL’ANNO ZERO”, che hanno come sottotitolo “Ultime prove mostruose” e si possono leggere interamente sotto, in Appendice. Sul blog L’OMBRA DELLE PAROLE in un commento  dichiara poi che  probabilmente saranno le ultime che scriverà “intuendo o avendo la sensazione che la Poesia si trova in uno stato o posizione o ruolo di fine-inizio”. Impossibilitato a inoltrarmi in un’analisi degli  otto complessi componimenti,  metto in evidenza il quarto – quello intitolato “Futuri? Passati?” – che  riassume al meglio, a mio parere, l’esito nichilista della sua poetica. Vorrei  che lo si leggesse alla luce della discussione svoltasi su “Mie città” di Rita Simonitto nel post precedente (qui):  per intendere  vicinanze e distanze tra due modi diversi – approssimativamente: romantico/classico o ermetico/storico? – di affrontare la crisi o questa “fine-inizio” (la transizione a una nuova epoca, a una nuova poesia, a un nuovo mondo, a una nuova società?) che non riusciamo a capire e a nominare. [E. A.]

Levatrice dei morti —- la notte coi suoi gemiti e le stelle così lontane!
Non abbiamo parole noi – nella luce! Stiletti di pensiero sono infelici passi,
fitte delle nostre colpe i ritorni dell’eterno: rifugi, cisterne di insensati giorni.
Inconsapevoli in un qualcosa da cui nascemmo: senza una fine e un principio! Continua la lettura di Futuri? Passati?

Sulla poesia esodante. Intervista (2013) di Ezio Partesana a Ennio Abate

giacometti esodo Sia pur nel contesto “estivo” della riflessione avviata sui concetti di moltinpoesia e poesia esodante, pubblico anche su POLISCRITTURE  questa approfondita e per me ancora attuale  intervista  che mi fece Ezio Partesana.  Era apparsa sul blog POESIA 2.0 (qui). [E.A.]

Questa intervista è il risultato di un amichevole e fertile duello tra me e Ezio Partesana, filosofo agguerrito, uomo di teatro e poeta tuttora in disparte e “in clandestinità” (quasi quanto me). Partendo dal mio saggio «Appunti – Per una poesia esodante. Sulla ex-piccola borghesia o ceto medio in poesia» e dalle «Quattordici tesi per una poesia esodante» del settembre 2012, Ezio mi ha incalzato con una serie di domande mirate soprattutto a scandagliare i punti che più potrebbero interessare un lettore esigente, non frettoloso né compiacente. La prima domanda porta la data del novembre 2012, l’ultima del luglio 2013. Ne è uscito un testo  più che meditato, che spero dica di lui e di me e di una comune esigenza di rigore e sincerità.  Lo pubblico suddividendolo in  sezioni e premettendo  brevi indicazioni sui temi trattati. [E.A.]     Continua la lettura di Sulla poesia esodante. Intervista (2013) di Ezio Partesana a Ennio Abate

L’innocenza del tempo

cronos goya
di Giorgio Mannacio

1.
La cosmogonia greca, qual è descritta nell’opera letterariamente più nota in argomento (La Teogonia di Esiodo: VIII secolo A,C. ) si presenta , all’inizio, come estremamente semplice.
La prima entità ( ma non si sa bene se generata come farebbe presumere il verbo utilizzato per indicare il suo apparire sulla scena ovvero esistente da sempre ) viene chiamata Chaos. Continua la lettura di L’innocenza del tempo

“Keffiyeh”. Presentazione a Piateda (10 aprile 2015)

Keffiyeh

di Ennio Abate

Parrà forse irrituale  ma ci sono buone ragioni per cominciare la presentazione di «Keffiyeh», cioè dell’ultima raccolta di «scritti e poesie dissidenti»  curata da Mario Rigli e Gianmario Lucini», partendo da alcuni dati generali sulla distribuzione della ricchezza nel mondo negli ultimi decenni e sulle spese statali per le armi. I primi li ho desunti da un’intervista a Saskia Sassen, sociologa ed economista statunitense. I secondi da un articolo di Manlio Dinucci su “il manifesto”. Continua la lettura di “Keffiyeh”. Presentazione a Piateda (10 aprile 2015)

L’alba

 ninfeo 2

di Eugenio Grandinetti

Questa è la seconda parte de “Lo scorrere della sabbia” (pubblicata qui). [E.A.]

L’alba

L‘alba ha gli occhi di sonno: un velo lieve
ricopre le pupille e tutto pare
non avere confini. Eppure
occorre andar oltre, attraversare
orizzonti d’abbaglio, non fermarsi
alle prime apparenze ed aspettare
la luce senza palpiti del giorno.

Continua la lettura di L’alba

Solo parole

universo remoto

di Cristiana Fischer

Queste poesie, astratte e contraddittorie, sono state scritte insieme in un breve periodo. Il loro tema è l’oscillazione, la scelta, l’impossibilità di decidere su argomenti che la tradizione chiama Dio Creazione Verbo e la cultura razionalizzante e scientifica in cui ho trascorso la vita non chiama. Ma lavora accanitamente su costellazioni che quei nomi riassumevano. Pare che io possa scegliere per la Creazione o per l’eternità dell’universo. Posso scegliere per la potenza creatrice della parola (“fiat lux!”) o per il nichilismo dove Satana l’avvocato mi tenta con la miscredenza.
Scrive Mario Novello (insegna presso il Centro brasiliano di ricerca fisica di Rio de Janeiro) a proposito del perché “esiste qualcosa invece del nulla”: “quest’analisi ci avvicina inevitabilmente agli antichi saperi, che hanno altre forme di argomentazione e non utilizzano il metodo scientifico … E’ possibile sviare questa domanda dal percorso lungo il quale, durante tutta la storia, essa è stata tradizionalmente posta, subordinandola al trattamento dei filosofi, e fornirle una differente connotazione scientifica attribuendo ad essa un significato nuovo?” ( M. Novello, Qualcosa anzichè il nulla, Einaudi, 2011) Tradizione e scienza girano intorno alle stesse questioni.
E poi, il disordine e la grave incertezza del nostro Occidente si accompagnano al mio particolare biografico, di anziana con breve futuro, la sorte personale echeggia i segni di una crisi generale. Le grandi parole con cui ho lavorato nelle prime cinque poesie sono anche le piccole e comuni parole della fine, per i vecchi e i molti infelici che la perdono ogni giorno tra guerre e sfruttamenti. La potente parola che crea, miti e simbolico, è la sfuggente parola che nomina l’insussistenza, il niente vitale. Con l’ultima poesia ho riassunto il tema.[C.F.]
Continua la lettura di Solo parole

Cantico di stasi 2011- 2014

notte di michelangelo

di Marina Pizzi

C’è una poesia – questa di Marina Pizzi – che va difesa. Perché si presenta inerme e oscura e rischia di passare sotto silenzio. Pochi ma attenti critici, come una veloce esplorazione sul Web conferma, se ne sono finora occupati  e con grande intelligenza. La sottovalutazione o l’imbarazzo o il silenzio equivoco viene, invece, dai lettori “semplici”, che critici non si ritengono e però fanno valere testardamente (“spontaneamente”) i loro pregiudizi o le loro resistenze. Continua la lettura di Cantico di stasi 2011- 2014

Uno di noi

lucini 1

 Ricordo di Gianmario Lucini

di Ennio Abate

Questo è l’intervento rielaborato che ho presentato alla serata del 10 dicembre 2014 in memoria di Gianmario Lucini  svoltasi a «ChiamaMilano» in Via Laghetto 2 purtroppo alla presenza di pochissimi suoi amici.

 1.

È troppo presto per capire quanto poliedrica, contraddittoria, caparbiamente volta al futuro sia stata la vita di Gianmario Lucini. L’amicizia potrebbe travisare il giudizio. Che meno avrà tratti amicali e più sarà valido. Per parlare, infatti, di lui – uno di noi – è necessaria non meno ma più distanza critica. Continua la lettura di Uno di noi

Compiti e libertà della poesia o dell’arte

libertà arte

di Gianmario Lucini e Ennio Abate

La morte di Gianmario Lucini ha portato dolore e smarrimento. E’ bene tacere, soffermarci, ascoltare il nostro turbamento, esprimerlo nella sua immediatezza, non passare subito ad altro. Ma Gianmario è stato poeta, saggista, editore, organizzatore di cultura. Basti visitare il sito poiein (qui) o quello delle edizioni CFR (qui) per avere un’idea della molteplicità del suo lavoro e capire che c’è un patrimonio da salvaguardare e interrogare criticamente.  Spero che assieme ad altri lo si possa fare in modo serio nei prossimi anni. I tempi però non sono favorevoli alle collaborazioni e perciò a me pare giusto cominciare da solo ad accumulare riflessioni che volentieri farei confluire in un lavoro di cooperazione mirato a un progetto meglio definito. Intendo, dunque, ospitare – a mo’ di documentazione,   di tanto in tanto e senza un preciso ordine – carteggi e riflessioni miei o di altri sui temi affrontati da Gianmario. Comincio con questo scambio di mail tra me e lui sulla questione dei “compiti e libertà dell’artista o del poeta”. Risale al 2013 e  avvenne al margine  di una discussione (qui) sul blog “Poesia e Moltininpoesia”. [E.A.] Continua la lettura di Compiti e libertà della poesia o dell’arte

Divagazioni sulla lingua dell’Eden

adamo ed eva durer

di Giorgio Mannacio

1.
Chi ha osato parlarci dell’Eden, cioè di quel luogo di delizie in cui vissero Adamo ed Eva per qualche tempo ( ammesso che a tale categoria kantiana possa farsi riferimento nel loro caso ) non ci ha riportato alcuna frase che sia intercorsa tra i nostri progenitori. Sì, certo, lo stato dell’innocenza fu brevissimo e loro, forse, non ebbero neppure il tempo di parlarsi ma, probabilmente, la ragione di una tale lacuna è meno banale. Chi legge Genesi si accorge subito che fino ad un certo punto la descrizione biblica non fa che riportare un lungo ed ininterrotto monologo del Signore, monologo che finisce là dove ( Genesi, 3 ) quest’ultimo domanda ad Adamo: “ dove sei ? “ ed ottiene la risposta che è la prima parola attribuita all’uomo dalla Scrittura. Continua la lettura di Divagazioni sulla lingua dell’Eden