Archivi categoria: LATITUDINI

Ovunque e con ogni mezzo

IL POETA E LA SUA CITTÀ: Giuseppina Di Leo/Lisbona

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di Giuseppina Di Leo

Meno di 24 ore alla partenza:
ultimo giorno a Lisboa.
Una foto sul fiume autoripresa
con il tanfo di nafta e sporcizia,
ma anche questo fa parte del paesaggio. Continua la lettura di IL POETA E LA SUA CITTÀ: Giuseppina Di Leo/Lisbona

IL POETA E LA SUA CITTÀ: Antonio Sagredo/Lecce-Praga-Roma (2)

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Lecce-Praga-Roma

Come è strano questo maggio, oggi,
dopo che Riccardo ha scritto la sua tragedia.

La mia strada fu come la tua: un fuga,
un’intuizione verso un suicido altrui. Continua la lettura di IL POETA E LA SUA CITTÀ: Antonio Sagredo/Lecce-Praga-Roma (2)

IL POETA E LA SUA CITTÀ: Antonio Sagredo/Lecce (1)

Palazzo Della Ratta (particolare Loggia nel verde) di Alice Guido
Palazzo Della Ratta (particolare Loggia nel verde) di Alice Guido

di Antonio Sagredo

In questa sezione, intitolata “Il poeta e la sua città”, appariranno poesie e prose collegabili al rapporto quasi sempre oscuro e inestricabilmente  d’amore/odio tra un autore e la  “sua” città (natale, d’adozione, elettiva, dell’anima). Inaugura la serie questo testo di Antonio Sagredo, che – è giusto dirlo – è stato anche il suggeritore della rubrica. Invito anche altri/e a farmi pervenire altre proposte sull’argomento. [E.A.]

La città

Verde nella parola e nell’inganno!

Terra del Salento,
squarciata da un freddo cerchio di ciclista! Continua la lettura di IL POETA E LA SUA CITTÀ: Antonio Sagredo/Lecce (1)

Allarme Lambro

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di Donato Salzarulo

 

Ho vegliato il fiume per due notti
(monitorare, si dice) attento
prima a spiarne l’innalzamento
del livello, mentre la pioggia battente
scendeva a rivoli dall’ombrello
o sotto la tenda ove di tanto
in tanto mi riparavo con altri, Continua la lettura di Allarme Lambro

tutti ugualmente innocenti

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di Marcella Corsi

 

così sono tutti ugualmente innocenti
nell’uccidere, lui pure
che forse ti deve alla comunità da cui dipende
e ti porta, capro sacrificale che ha
forse osato
la corda intorno alle spalle – pure non fuggiresti
il deserto è un recinto chiuso dai simboli del tuo Dio –
chiusa in un abito bello che ti si fa sudario
nella tomba già scavata dove
in restituzione di ruolo ti ha trascinata quello che può
farti animale da macello
(colpevolmente forse, non so se più per te soffro
che per gli altri immaginati dietro pareti insanguinate)
da noi fanno vedere solo la prima pietra

chi la scaglia ha il volto coperto
chi guarda continua a mangiare

tutti uguali tutti terribilmente innocenti

[21 ottobre 2014]

(domani, 2014)

Roma

di Anna  Cascella Luciani

 

 

– domani
gli amici in viaggio –
S. a Venezia – appena
il tempo per un’ombra
di bianco – così si chiamava
negli anni ’70 un bicchiere
di vino – poi di corsa
ancora il lavoro
a Milano – a Napoli –
a Roma – F. a Roma Continua la lettura di (domani, 2014)

Scusi, lei è toscano?

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di Luca Lenzini

In questa Lectio Magistralis, tenuta presso il Circolo A.R.C.I. di Quaracchi (PI) il 1 maggio 2014, Luca Lenzini scende nelle visceri della «toscanità» della «Sinistra Simpatica», figlia sghignazzante e disinibita  del vetero, austero, torvo e iperideologico “comunismo all’italiana”. Da lì è spuntato ora il “Giglio Magico” renziano di cui tutti sentiamo il lezzo. Nel ripercorrere la microstoria che ha portato all’accoppiamento non certo giudizioso dell’«egemonia sottoculturale» del “centro-destra” con la satira di sinistra alla “Blob”,  egli si sofferma sull’ascesa del talentuoso e diavolesco Roberto Benigni. La sua parabola da “Televacca” a Hollywood non è dissimile da quella del politico fiorentino in questi giorni volato da Presidente del Consiglio negli USA. Questa «comicizzazione» del politico (e politicizzazione del comico) ha coperto e un po’ prodotto lo sconvolgimento storico, da cui non sappiamo come uscire. La Lectio di Lenzini sembra un divertissement ma non lo è. Con uno stile alto, amaro e solenne, quasi dantesco, ci rimanda a un urgente e drastico ripensamento della storia di questo Paese. Occhio all’accenno: «l’anno dopo è il 1978, e non è necessario insistere sul giro di boa che quell’anno significò per la storia del paese (e del Pci)».  [E.A.] Continua la lettura di Scusi, lei è toscano?

Robert Frost (1874-1963) – La strada non presa

Nella traduzione di Paolo Statuti (da Un’anima e tre ali) con uno scambio di mail in Appendice

Due strade a un bivio in un bosco ingiallito,
Peccato non percorrerle entrambe,
Ma un solo viaggiatore non può farlo,
Guardai dunque una di esse indeciso,
Finché non si nascose al mio sguardo; Continua la lettura di Robert Frost (1874-1963) – La strada non presa

Aleksandr Sergeevič Puškin, 32 poesie scelte e tradotte da Paolo Statuti

Pushki6Puškin è considerato il padre della letteratura russa. La sua attività è principalmente poetica, ma spazia anche nella narrativa e nella saggistica. E la sua opera, lontana da noi quasi due secoli, mostra sempre aspetti di sorprendente modernità. La presente edizione si avvale della traduzione di Paolo Statuti e della introduzione critica del poeta Antonio Sagredo Continua la lettura di Aleksandr Sergeevič Puškin, 32 poesie scelte e tradotte da Paolo Statuti

Su comprensibilità e incomprensibilità in poesia

cusumanomiro

 Miro Cusumano,R.m/g.b.a 76

di Massimo Parizzi

Per me questa discussione (qui) è stata tutta interessante. Ma riguardo a un tema in particolare, la “comprensibilità/incomprensibilità” in poesia, vorrei cercare di dire qualcosa su questioni che, stranamente, mi sembra non siano state toccate. Scusate se comincio con ricordi personali. Continua la lettura di Su comprensibilità e incomprensibilità in poesia