Archivi categoria: LETTURE D’AUTORE

Incontri e confronti con gli autori che ci parlano

A proposito di Francisco Solano

Recensione di un libro assente

a cura di Franco Tagliafierro

I brani di scrittura saggistico-metaforica che riprodurremo più oltre sono stati estrapolati da un romanzo di Francisco Solano (1952, Burgos, Spagna) intitolato Tracce di nessuno (titolo originale: Rastros de nadie, Ediciones Siruela, 2006). Non servono come assaggio di uno stile che rende incisiva anche la prosa d’arte; non servono per evidenziare la insofferenza dell’autore nei confronti di chi congestiona le librerie con storie intercambiabili; non servono nemmeno come disincantati inviti alla metacritica; servono, invece, come irrinunciabile pretesto per un ripescaggio a sua volta pretestuoso, perché altrimenti non si parlerebbe mai più della “struttura” di Tracce di nessuno, che si sottrasse alle sdolcinate seduzioni del postmodernismo per infilarsi di soppiatto nell’instabile sperimentalismo di fine secolo. Continua la lettura di A proposito di Francisco Solano

Investigatrice a Livorno

Angela Pagnanelli, Correre dietro al sole nell’ombra, Edizioni Il Castello, 2022

 di Teresa Paladin

Una nuova investigatrice entra nel panorama della narrativa giallistica: una giovane giornalista di 35 anni di nome Gianna, una donna che non si ferma alla apparenze degli accadimenti o alla loro esecrazione, perché ritiene che di fronte alle ingiustizie e ai crimini occorra non tirarsi indietro e che, con intraprendenza e soprattutto coraggio, ci sia bisogno di testimoni di verità. E’ allieva di un altro mitico giornalista, suo mentore, Giorgio, esperto di cronaca nera del giornale “Voce popolare” di Livorno dove anche lei è inquadrata. Continua la lettura di Investigatrice a Livorno

Su “La ministeriale” di Mariella De Santis Robbins

Barbara Gabotto e Giacomo Guidetti: disegno a pag.73

di Ennio Abate

1.
Parto dalla trama de «LA MINISTERIALE. Intervista impossibile a un’onorata scrivania di potere», un libretto di 74 pagine  dell’amica Mariella De Santis Robbins. Continua la lettura di Su “La ministeriale” di Mariella De Santis Robbins

LA MINISTERIALE

di Giuseppina Cucinella

Vorrei articolare la mia riflessione su 3 aspetti che si evincono, a mio parere, dalla lettura del testo:

  1. La CURIOSITA’ quale elemento propulsore della conoscenza

  2. L’ILLUSIONE di poter attingere la Verità da documenti universalmente attendibili, quali possono essere le narrazioni storiche e, quindi, la DEMITIZZAZIONE del potere

  3. Il processo più genuino di formazione dell’essere umano che, paradossalmente, impara a conoscere meglio se stesso dalla benefica CASUALITA’ del quotidiano.

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Angelica De Gianni: «Tra (me E me). Un dialogo interiore»

di Donato Salzarulo

1.- Non conosco Angelica De Gianni. In quarta di copertina leggo che è nata a Bisaccia (quindi, è mia compaesana) ed insegna materie letterarie. Ha studiato a Napoli presso l’Università Federico II e, dopo la laurea in Filologia classica, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Papirologia. Durante questo percorso ha lavorato un anno in Baviera, presso l’Università di Würzburg. Ottimo.

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Su Thierry Metz

Thierry Metz, Dire tutto alle case, prefazione di Mia Lecomte,
Interno Poesia Editore 2021

di Emma Pretti

<<…Gli outsiders sono perdenti per definizione. Non scelgono mai i luoghi e le date giuste per nascere, creare, amare, morire. Vivono in mondi paralleli. E hanno sempre l’indirizzo sbagliato…>> Continua la lettura di Su Thierry Metz

6 spunti di studio: Massimiliano Tomba su Marx


a cura di Ennio Abate

1.  La tecnologia è capitalistica e non di per sé liberante

I computer non hanno liberato tempo, ma hanno dilatato il tempo di lavoro occupando anche la sfera privata. I telefoni portatili hanno reso reperibili in ogni luogo i lavoratori mobili. Non si tratta di guardare romanticamente a un passato precapitalistico, ma non si deve nemmeno enfatizzare lo sviluppo dei mezzi di produzione come portatori di una intrinseca possibilità di liberazione. I mezzi di produzione hanno un valore d’uso intrinsecamente capitalistico in quanto sono finalizzati all’aumento della forza produttiva del lavoro e alla sua intensificazione. La tecnologia che essi incorporano è segnata da quello stesso valore d’uso. Macchine e scienza non sono neutrali. Non sono nemmeno attraversate da un’intrinseca ambivalenza che ne racchiude splendide possibilità di liberazione. Esse, in sé, non racchiudono un solo atomo di liberazione. Ambivalente può invece essere il loro uso, quando è diretto contro il capitale. Contro la sua valorizzazione. Continua la lettura di 6 spunti di studio: Massimiliano Tomba su Marx

Tra personale e politico

Claudia Mazzilli, Controcanto in Verdargento, Ortica editrice 2022

di Pierpaolo Riganti

Controcanto in Verdargento (Ortica editrice, luglio 2022, pp. 233) di Claudia Mazzilli sorprende per la sua struttura ibrida tra romanzo e racconto. Continua la lettura di Tra personale e politico

Emigrazione, terremoto e spreco di risorse in un paese dell’Irpinia

    «OCCASIONI MANCATE» DI AGOSTINO PELULLO. POSTFAZIONE.

    di Donato Salzarulo

Questa è l’accurata postfazione di Donato Salzarulo al libro coraggioso di Agostino Pelullo, che è un intellettuale meridionale attore e testimone politico d’opposizione delle vicende  che hanno degradato il suo paese, Bisaccia di Avellino.  Il libro merita l’attenzione di quanti ancora insistono a pensare in modi razionali le trasformazioni del mondo; e a non cancellare le vicende locali con la scusa che nel caos (di guerra), a cui è  giunta l’odierna politica internazionale, alla quale i nostri governanti  partecipano da solerti vassalli, esse sarebbero diventate minime e irrilevanti.  Pelullo non ci richiama soltanto ad una antiquata e superata (permanente, invece!) “questione meridionale”. Narra – nuovamente, puntualmente, caparbiamente e in prima persona – il caso di un paese del Sud sgovernato dal suo ceto politico. Bisaccia, infatti, ha visto prima la perdita progressiva dei suoi abitanti a causa dell’emigrazione. (Ricorda opportunamente Salzarulo nella postfazione: «Un dato oggettivo appare subito interessante: Bisaccia nel 1911 ha una popolazione di 9.054 abitanti, nel 1951 di 7.927, nel 1971 di 6.231, nel 1981 di 4.781 abitanti.»). E poi, in seguito al terremoto del 1980 e alla gestione clientelare del post-terremoto, ha sopportato i fatti e i misfatti  di un ceto politico che ha scelto di dividere quella comunità  in due paesi, svalutare il mercato edilizio locale, abbandonare a se stesso il centro storico e sperperare il danaro pubblico (a vantaggio di una ricostruzione  monopolizzata soprattutto da imprenditori del Nord). Postfazione e libro ci chiedono di riflettere sempre con grande attenzione al legame locale-globale  e di sostenere  e collegare le forme di resistenza anche minima dovunque esse continuano a manifestarsi. [E. A.] Continua la lettura di Emigrazione, terremoto e spreco di risorse in un paese dell’Irpinia

Angelo Australi: «Tommisse»

di Donato Salzarulo

1.- «Tommisse» (Quaderni di Erba d’Arno, 2022) di Angelo Australi è un libretto piano e scorrevole. Scritto in terza persona, il protagonista del racconto è Spartaco. È un aspirante scrittore e, dopo otto ore di lavoro in una fabbrica di vernice, si china sulla macchina da scrivere per produrre non trame articolate di romanzi, ma racconti, piccole storie di persone semplici (anonimi accattoni, contadini, operai, ecc.) contrapposte alle grandi storie che finiscono sui libri, che hanno per protagonisti «uomini che fondano città» e vivono la loro vita, decifrandone il senso, carpendone «i segnali in un destino tracciato», ecc. Spartaco ha in animo di raccontare queste piccole storie per dar loro voce, sottrarle all’oblio, farle entrare nei libri e far sì che anch’esse sconfiggano il tempo. Ottima intenzione. Si dà il caso, però, che, fin dall’inizio, l’autore lo presenti in preda ad una sorta di blocco creativo e mentale. Quella mattina scrive senza convinzione, il racconto va avanti «privo di una motivazione, di una precisa idea da sviluppare» (pag. 7); la storia non riesce a trovare quell’«attimo di sospensione» che le permette di incontrare «la sua sintesi poetica», tra il suo bisogno di scrivere e i racconti che si trascina dietro «da quando si era preso quella colossale ubriacatura» (pag. 9) si era creato «una tale confusione che adesso si sentiva sempre più isolato e inutile» (pag. 10). Insomma, siamo al cortocircuito. Tant’è che l’autore mette in bocca al suo personaggio un bel «Basta così Spartaco, perché stamani non è banda». (pag. 13) Continua la lettura di Angelo Australi: «Tommisse»