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Questo è un ricordo-omaggio veloce a Franco Fortini di due fortiniani eterodossi in saltuario dialogo su Facebook [E. A.]
Ennio Abate Quello a sinistra eri/sei tu con Fortini?
Adriano Barra Ero
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Continua la lettura di Nei dintorni di F.F.Questo è un ricordo-omaggio veloce a Franco Fortini di due fortiniani eterodossi in saltuario dialogo su Facebook [E. A.]
Ennio Abate Quello a sinistra eri/sei tu con Fortini?
Adriano Barra Ero
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Da Poliscritture FB a Poliscritture sito
di Ennio Abate
Ho cercato di seguire diligentemente alcune delle conferenze organizzate per il centenario della nascita di Franco Fortini: direttamente quelle di Milano e indirettamente, attraverso video pubblicati su You Tube o Vimeo, quelle di Piacenza e Torino. Qui sotto riporto i miei commenti a caldo e una lettera a Lorenzo Pallini, che sta compiendo un meticoloso lavoro di registrazione – da «compilatore medioval-digitale» dice lui – della riflessione accademica attorno alla figura di Fortini (Cfr. Lorenzo Pallini). L’impressione che ho ricavato da quel che ho sentito è amaramente negativa: mi pare stia prevalendo una stanca e ripetitiva ritualità sui i temi più importanti e spinosi del lascito di Fortini.[E. A.]
di Ennio Abate
Replico ad un commento di Roberto Buffagni apparso sotto l’articolo “Migrazioni: punti di vista in contrasto” (qui). Lo riporto per comodità all’inizio del post. [E. A.]
Roberto Buffagni 17 agosto 2017 alle 13:57
Caro Ennio,
in breve:
1) Cina, Cambogia, Manifesto, Fortini. Non ho voglia di fare ricerche in biblioteca per documentare gli abbagli della “sinistra critica” sul compagno Mao e il compagno Pol Pot, ci sono e chi ha la nostra età se li ricorda. Fortini, che era una persona intelligente, di Pol Pot non si innamorò mai, della Cina di Mao sì, come attesta “Asia maggiore”, 1956, un diario di viaggio in Cina in cui Fortini, oltre a scrivere delle belle pagine impressionistiche su paesaggio della Cina e contadini cinesi, fa l’Alice nel Paese delle Meraviglie credendo a Continua la lettura di Appunti politici (9): Fortini, la Cina di Mao e Solženicyn
di Ennio Abate
È andata bene. Giancarlo Majorino ha letto diverse poesie di Fortini, gli ha reso gli onori («solennità vissuta»). C’era un bel po’ di gente. Ho potuto dire meno di un quarto delle cose che mi premeva dire, ma le cerimonie letterarie hanno le loro regole spietate. E comunque, dopotutto abbiamo ricordato vari aneddoti sul Fortini, secondo alcuni «non facile da frequentare». Pubblico qui gli appunti che avevo preparato. [ E. A.] Continua la lettura di Dopo la serata su Fortini al Laboratorio Formentini di Milano
di Erminia Passannanti
Con una Nota di Ennio Abate in Appendice
“Credo alla verità di alcune mie poesie
perché ogni loro verso porta
il segno della contraddizione.
(F. Fortini)
Impegnato nei dibattiti tra gli intellettuali della nuova sinistra su Quaderni piacentini, negli anni Sessanta Fortini inizia a sostenere che la lotta di classe non può essere condotta solo con il discorso oppositivo e dialettico, ma dalle trasformazioni determinate dalla rivoluzione culturale a cui pensava Mao Tze Tung, come si evince dal brano “Per la morte di un maestro”, ne L’Ospite ingrato: Continua la lettura di Teorizzazione della contraddizione nell’opera di Franco Fortini
Pubblico i primi cinque post già apparsi nel Gruppo “Poliscritture FB”. [E. A.]
di Ennio Abate
I nuovi intellettuali (“di massa” o “bassi”) negli anni Ottanta
F. Fortini, Il pianeta invisibile dei Fratelli amorevoli, Corriere della sera (21 o 22 0ttobre 1983)
Leggendo questo articolo di Fortini provai a enumerare i dettagli dell’identikit che un intellettuale “tradizionale” o “universale” aveva fatto dei suoi “nipotini”:
1) sono una parte dei sopravvissuti ai movimenti del 1968 e del 1977;
2) politicizzati;
3) imbarazzati o astiosi verso i vecchi intellettuali-guida (universali, maitres à penser),
4) in rapporto professionale con i luoghi dell’informazione e del sapere (oggi li definiscono “lavoratori della conoscenza”);
5) rivolgono i loro discorsi soprattutto ad altri intellettuali addetti alla «riproduzione culturale» (scuola soprattutto);
6) non vogliono più “inquadrare” o “rappresentare”;
7) non hanno fra loro legami da “compagni”;
8) sono scontrosi ma non “villani” come i giovani della “contestazione”;
9) al mondo del potere oppongono una “non resistenza”;
10) rifiutano il “tragico” e cercano esperienze minori ma “autentiche”;
11) rifiutano l’esistenzialismo dei padri e il nichilismo dei fratelli maggiori;
12) Non sono atei, anche se non dicono di credere in Dio.
di Luigi Paraboschi
Intervenendo sull’articolo di Abate in merito alla presentazione della raccolta delle poesie di Fortini a Milano l’ ho definito più un “ intellettuale che un poeta “ ma avrei dovuto aggiungere “ di sinistra “ usando questo aggettivo nel senso che la nostra generazione ha sempre rivendicato per i pensatori che sentiva appartenere ad una matrice ideologica un tempo alquanto diffusa nella cultura che contasse qualcosa, non avendo mai avuto, la destra,- a quanto sia dato ricordare,- una corrente di scrittori altrettanto valida ed influente nel pensiero di quegli anni . Continua la lettura di Note a margine della lettura di alcune poesie di Fortini
a cura di Ennio Abate
Pubblico lo scambio polemico che ho avuto negli ultimi giorni con Giorgio Linguaglossa a proposito di un suo articolo su Franco Fortini. Non è una chiacchierata estiva. [E.A.]