Archivi categoria: SAMIZDAT
Ripensando nel 1994 appunti del 1970
«Non farmi arrabbiare, Ennio»
Adulti e giovani
di Ennio Abate
Stasera parteciperò alla fiaccolata per ricordare Sofia Castelli, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato. Con questi pensieri in testa.
In questo momento di lutto cittadino per l’uccisione di Sofia Castelli da parte del suo ex fidanzato, Zakaria Atqaoui, è bene ricordare il motto: «Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita», con cui lo scrittore francese Paul Nizan cominciò «Aden Arabia» (1931), il suo primo romanzo.
E’ solo un motto, ma fa capire che si soffre parecchio (anche o soprattutto) da giovani. E potrebbe aiutare a liberarsi dalle visioni false ed edulcorate sulla gioventù (di ieri e di oggi).
Perché dobbiamo capire che, tranne poche eccezioni, è spesso un’illusione pensare che adulti – genitori, preti, professori, psicologhi, assistenti sociali, politici- siano in grado di capire e aiutare i giovani e le giovani a uscire dalle inquietudini oscure della vita amorosa e sessuale (e anche dalle altre che riguardano i rapporti familiari, di lavoro, di studio, di tempo libero). O che le Istituzioni – dallo Stato alle Regioni, ai Comuni – possano intervenire in questi drammi e tragedie. Purtroppo il compito fondamentale delle Istituzioni resta quello di sorvegliare e punire (Foucault), anche se ascoltiamo di continuo da molti suoi rappresentanti dichiarazioni di vicinanza e di buona volontà.
I drammi ci sono ogni giorno e le tragedie si ripetono. Da ex insegnante, marito, padre, abitante di Cologno Monzese dal 1964 e politico (fuori dai partiti), ne ho visti troppi di giovani e giovani spegnersi, rassegnarsi o perdersi nella tossicodipendenza, nella solitudine, nella follia. Come ho visto troppi miei coetanei o meno anziani di me chiudersi in se stessi, farsi vanto del proprio benessere raggiunto, temere di perdere qualcosa di quel che si erano conquistati, reagire con cinismo all’aggravarsi dei problemi sociali. E so che, con la crisi della democrazia. sia l’esercizio della funzione educativa da parte degli adulti che quella di domandare. criticare e porre problemi da parte dei giovani incontreranno più impedimenti che in passato.
Oggi noi adulti, che pure (ma ormai nei lontani anni ’70) avevamo tentato di cambiare il mondo e noi stessi, non siamo più in grado di indicare quale nuovo mondo potrà sostituire questo in crisi o decrepito, che ancora abitiamo. i giovani e le giovani venuti/e dopo di noi, i miei figli, i miei nipoti, si ritrovano più soli ad affrontare divieti o miraggi ancora più pesanti di quelli che noi sfidammo. E il sogno d’amore (Melandri) e il disamore sempre in agguato possono scatenare passioni distruttive e autodistruttive, sempre terribili. Come tanta letteratura e film ci hanno sempre mostrato.
Non so quanto questi nuovi divieti e nuovi miraggi abbiano condizionato il rapporto tra Sofia Castelli e il suo ex fidanzato, Zakaria Atqaoui. E, perciò, taccio e aspetto di capire.
So, però, e devo dirlo anche in questo momento di lutto che quella Cultura della Libertà, che in alcuni momenti – Risorgimento, Resistenza, 1968-’69 – ha squarciato il cielo spesso pumbleo e servile della storia d’Italia e che oggi appare morta, va – non so come o quando – ricostruita in forme nuove. Da noi per quel che ci resta da vivere. Da altri – adulti e giovani – che verranno.
Per l’assassinio di una giovane donna a Cologno Monzese
di Ennio Abate
Atqaoui, cresciuto anch'egli a Cologno ma poi trasferitosi a Vimodrone, non aveva passato la serata con la ex, a differenza di quanto era emerso all'inizio. Avrebbe usato un coltello da cucina, recuperato all'interno dell'appartamento, nel quale si è introdotto senza che Sofia, andata a dormire dopo le 6, si sia accorta di nulla. In casa c'era anche un'amica della 20enne: anche lei dormiva, all'oscuro del dramma, venendo poi ascoltata come persona informata sui fatti nella Tenenza dei Carabinieri. Poi i fendenti alla gola e la fuga del 23enne, con i vestiti insanguinati, fino a raggiungere il Comando della Polizia Locale di largo Salvo D'Acquisto. Qui, intercettando una pattuglia, si è consegnato e ha ammesso le proprie responsabilità, cosa che ha poi fatto anche in occasione dell'interrogatorio davanti al Pm tenutosi ieri pomeriggio terminato con il fermo di indiato di delitto, venendo poi condotto nel carcere di Monza. (da https://primalamartesana.it/cronaca/omicidio-di-cologno-sofia-uccisa-nel-sonno-dallex-fidanzato-con-un-coltello-da-cucina/?fbclid=IwAR107czAGtr6394K2SCCuJFonEFL3juSFYyoL64rzQ5dvN-nujOobqXGitY)Continua la lettura di Per l’assassinio di una giovane donna a Cologno Monzese
Cologno Monzese. Figure della periferia (1)
di Ennio Abate
DALLA PRIGIONIA ALLA POLITICA IN UN COMUNE DELL’ HINTERLAND
Incontro con Carlo Bonalumi, ex sindaco di Cologno Monzese Continua la lettura di Cologno Monzese. Figure della periferia (1)
Criticare, non calpestare Walter Benjamin
a cura di Ennio Abate
Da tempo su FB sempre meno mi sento di entrare in polemica con persone che mi paiono intelligenti, preparate e affrontano le stesse questioni (globalizzazione, populismi, nazionalismi, imperialismo, neocolonialismo, guerra in Ucraina, oltrepassamento o riconferma della distinzione tra destra e sinistra, abbandono o ripensamento delle opere dei nostri “antenati”), sulle quali – da isolato – io pure continuo a riflettere. Perché le posizioni che si confrontano sono sempre più divaricate e inconciliabili. Eppure a volte mi chiedo. ma perché dargliela per vinta? perché tacere sulle differenze che – pur in una apparente ricerca comune – vengono fuori? E allora mi sento di intervenire e di ragionare in pubblico. Pur sapendo che lo scambio è diseguale e viziato in partenza dai rapporti (sfavorevoli) di potere tra me (un isolato) e loro (ben inseriti e appoggiati da solide istituzioni). E’ il caso di questa mezza discussione su Walter Benjamin con il filosofo Vincenzo Costa (qui). Pubblico l’istruttiva cronaca dello scambio. Che ripropone per me la domanda cruciale: criticare sì, ma in quali modi e per quale progetto. Continua la lettura di Criticare, non calpestare Walter Benjamin
In morte di Silvio Berlusconi
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo
E a brucar serio e lento seguitò.(da Giosuè Carducci, Davanti San Guido)Commenti sparsi
Ennio Abate
Questo è il padre politico del CETOMEDISMO (italiano) che ha raso al suolo la sinistra.
A che punto è a nuttata a Cologno Monzese
Riordinadiario maggio 2023
di Ennio Abate
“Ci sedemmo dalla parte del torto [del 51, 91% dei non votanti o schede nulle] visto che tutti gli altri posti erano occupati [dalle coalizioni dei partiti]”
(B. Brecht rivisto nel 2023 a Cologno Monzese) Continua la lettura di A che punto è a nuttata a Cologno Monzese
Critica della politica in una città di periferia
di Ennio Abate
Pubblico queste mie riflessioni sulla necessità di continuare a fare critica della politica. Anche da solo e con gli unici strumenti che mi restano: la parola scritta e la mia memoria storica. Posso farla solo in una dimensione locale, Cologno Monzese, hinterland di Milano. E calibrando la mia voce su un momento – quello delle elezioni del sindaco della città – dove il marasma ideologico, che sta corrodendo tutti gli schieramenti politici tradizionali (i partiti) e apparentemente nuovi (le liste civiche) si manifesta in modo più acuto e repellente nella forma delle piccole ambizioni personali, dei maneggi ambigui di corto respiro, degli inviti ipocriti ad una partecipazione democratica sterilizzata.
Cari amici/che, siccome il mio nome – non so se per errore – è ancora presente nella vostra mailing list, mi è arrivato il Bollettino d’informazione e ho letto il lungo pezzo intitolato «Accuse e critiche rivolte a CSD sulle sue scelte e alleanze elettorali etc.». Dopo qualche incertezza, ho deciso di rispondervi con questi veloci appunti. Non capisco perché: 1) parlate di me e di altri, vostri compagni di strada per periodi più o meno lunghi, senza usare nomi e cognomi ma ricorrendo a una perifrasi (« Alcune persone politicamente impegnate e presenti sui social (fra l’altro tutti in passato hanno militato nella nostra associazione anche con ruoli di responsabilità)» che cela a stento un certo livore; 2) passate sotto silenzio le ragioni dell’allontanamento – non per capricci, credo – mio, di Roman Tomat, di Cambiaghi e non so se di altri; 3) visto che parlate di “ascolto dei cittadini”, non potevate replicare e ragionare pubblicamente (e democraticamente) alle critiche mie o di altri; e anche alla proposta – di sicuro priva di «sarcasmo» o «dileggio» – da me fatta il 4 luglio 2022 (https://www.facebook.com/…/colognom/posts/5237514563019174) del nome di Antonio Tagliaferri come candidato sindaco; 4) vi raccontate una storia reticente di CSD. In proposito, vi faccio notare che: a. sono state poche le persone provenienti dalle «esperienze dei movimenti di sinistra nati nel ’68» confluite in CSD, dove è sempre prevalsa la componente cattolica e parrocchiale; b. non spiegate le ragioni dell’interruzione della «pratica partecipativa del Forum cittadino» sorto in occasione della campagna elettorale per “Beretta Sindaco” nel 2004. Concludendo. Ho trovato scorretto che citiate dei miei interventi solo alcune frasi decontestualizzate. E che non diate una spiegazione sincera (innanzitutto a voi stessi) del vostro silenzio negli ultimi mesi, che mi è parso imbarazzato, autodifensivo e dovuto all’accettazione di un dogma indiscutibile, che è poi la ragione principale del mio dissenso da voi: il vostro rapporto acritico col PD. Infatti, anche quando affermate che «Il PD ha “scaricato” la candidata Sindaco nella prima seduta di Consiglio Comunale» non ne traete la conseguenza per me logica: che si tratta di un partito che strumentalizza e inganna i suoi alleati. Cordiali saluti Ennio Abate
Continua la lettura di Critica della politica in una città di periferia