In occasione dell’incontro dedicato agli anni Settanta, che si terrà il 12 aprile prossimo alla Casa in Movimento di Cologno, pubblico un breve testo del mio “narratorio” e alcune immagini di volantini ciclostilati in quegli anni e recuperati tra le mie carte. Sono, a rileggerli e a rivederli oggi, rozzi nella grafica e estremistici e approssimativi nel linguaggio , ma dicono tuttavia la passione e la voglia di cambiamento che si respirava non soltanto “on the road” ma anche nelle piccole fabbriche, nelle scuole (ricordarsi che allora c’erano i doppi turni) e nei quartieri della “città dormitorio”. [E. A.]
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Nuovi immigrati: Daniel Contreras e Daud Malak
Da SAMIZDAT COLOGNOM n. 1 PROVA DIC. 1999
[Cliccando sul link qui sopra si accede al PDF che contiene tutti gli articoli del n. 1]
di Ennio Abate
Dal 1999 al 2005 ho pubblicato otto numeri di una fanzine, redatta solo da me, fotocopiata e circolata in poche copie. Ne ripubblico alcuni testi che a distanza di tempo conservano una loro vivacità e assumono anche nuovi significati. [E. A.]
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Militanze. Fortini/Del Giudice
di Ennio Abate
Due lettere. Di Franco Fortini e Piero Del Giudice. Apparvero la prima volta sulla rivista «Assemblea» dell’ottobre-dicembre 1983. Trentacinque anni fa. Sono quattro pagine stampate che ho ritrovato rovistando in una cartella in occasione della recente morte di Del Giudice (qui). E le ripropongo non solo per un omaggio postumo a due figure – nei miei versi: lo Scriba e il Guerriero – che hanno contato nella mia formazione letteraria e politica, nutrendomi coi loro pensieri, anche se in contrasto tra loro – Fortini era de «il manifesto», Del Giudice veniva da Lotta Continua ed era poi passato all’Autonomia – o come semplice testimonianza storica di un clima intellettuale ed emotivo vivace ma rigoroso. Le ripropongo soprattutto perché parlano senza rassegnazione e senza pentimenti di una prospettiva di cambiamento sconfitta. Che è all’origine del disastro culturale e politico d’oggi. Che da null’altro finora è stata sostituita. E che non sarà aggirata voltando pagina o mettendoci una pietra sopra, come pur si è fatto nei decenni trascorsi. Continua la lettura di Militanze. Fortini/Del Giudice
Dal “Taccuino” di Samizdat (1969-1972)
Materiali (4) per una storia sociale e politica di Cologno Monzese
MICROSTORIA DELLA SCUOLA MATERNA DEL QUARTIERE STELLA (1969-‘72)
Tra i partecipanti a questa microstoria c’era anche Samizdat. Un suo taccuino è stato trovato tra riviste e volantini in una soffitta. Leggiamo cosa scriveva. Anche se ad un certo punto questa specie di diario s’interrompe e non sappiamo perché. [E. A.]
1. [A] conferma i miei sospetti. I bambini vengono castigati spesso. E qualche volta picchiati. Potrei anche non credere completamente alle sue parole. Ma due donne come fanno a curare da sole più di sessanta bambini? E per un’intera giornata? E in un ambiente ben poco attrezzato per svolgere un’azione educativa? Continua la lettura di Dal “Taccuino” di Samizdat (1969-1972)
Una microstoria in un quartiere di periferia
di Ennio Abate
Materiali (1-3) per una storia sociale e politica di Cologno Monzese
MICROSTORIA DELLA SCUOLA MATERNA DEL QUARTIERE STELLA (1969-‘72)
*Pubblico qui, rielaborato e a puntate, un testo molto lungo del 2008. E’ di cronaca, di riflessione storico-politica e di scavo nella dimensione personale dell’esperienza. L’intenzione è quella d’incoraggiare singoli o gruppi ad andare in profondità nelle pieghe della difficile e oscura storia di certe città della periferia di Milano. Dedico questo lavoro a Danilo Montaldi e Franco Alasia, autori di “Milano Corea” che ho conosciuto e stimato. [E.A.] Continua la lettura di Una microstoria in un quartiere di periferia
Sbratto 3: E leggimmece pure Rancière
di Ennio Abate
E leggimmece pure Rancière, «Communists
without Communism?».* Chiste rice ca l’uguaglianza
non è un fine da raggiungere; è un punto di partenza.
Dint’o cirvielle, ie penze. Ca, attuorne, proprie nun se vede.
E ca l’intelligenza è una sola, nun nge sta chella ro maestro
e chella ro scolare. E ca amma finì e fa l’intellettualon’i
ca nzegnane a gente cumme se fa a campà. E cà pozz’appruvà.
O cummunisme è allore ‘ntelligenz’e commune? Speramme!
E dice pure ca l’ignorante è capace e ‘mparà ra sule
Allore a dittatura dell’ignoranza nun nge stà?Beh, boh! Continua la lettura di Sbratto 3: E leggimmece pure Rancière
A chi pianta un frutteto nel Giardino
di Samizdat
In riferimento alla discussione in corso qui. [E. A.]
Caro Antonio Sagredo,
ti ringrazio, ma devo dirti che per me non devi fare nulla.
Che il poeta – più che la Poesia – mangi in due piatti:
quello della storia e quello di una Cosa,
che viene pensata come « astorica, antistorica, protostorica, ecc» come tu dici,
me l’insegnò Fortini. Continua la lettura di A chi pianta un frutteto nel Giardino
In morte di un reazionario
di Ennio Abate
PUNCTUS CONTRA PUNCTUM: CERONETTI/SAMIZDAT
La morte di Guido Ceronetti ha dato la stura ai panegirici sulla stampa: “grande scrittore”, “grande traduttore” di testi biblici, ecc. Mi ha stupito (solo perché sono vecchio) che su Facebook molti “amici” si accodassero agli osanna e condividessero la sua ultima intervista al “Fatto quotidiano” (qui) di Silvia Truzzi, sovranisticamente intitolata “Sono un patriota orfano di patria. Italia, regno della menzogna”, un vero “grido di dolore” reazionario. E allora ho ripescato nel mio salvadanaio culturale alcuni spiccioli di cultura critica del solito Fortini, che Ceronetti l’aveva conosciuto da vicino (qui). I commenti seguiti mi hanno indotto a contestare punto per punto le “sparate” di Ceronetti in quella intervista. [E. A.]
Sul ’68 a Colognom 50 anni dopo
di Ennio Abate
Questo è il mio intervento per l’incontro del prossimo 23 giugno (qui) a Cologno Monzese di ex compagni e compagne del ’68. [E. A.] Continua la lettura di Sul ’68 a Colognom 50 anni dopo
Appunti politici (15): Sinceramente
di Ennio Abate
Ai miei interlocutori in questo scambio su POLISCRITTURE FACEBOOK (qui)
e in difesa della verità quando sembra (o è) detta «con le parole dell’errore» [1].
Non mi travesto da geopolitico, da storico o da politologo, ma col senno di poi vi pongo due domande: – quale altra soluzione sarebbe stata possibile alla crisi vissuta dal movimento e dalle neo-organizzazioni politiche (“nuova sinistra”, “sinistra rivoluzionaria”, “neocomuniste”) che a partire dal ’68-‘69 agirono in Italia per tutti gli anni ‘70; – le spinte in quegli anni ad usare la violenza nella ricerca di una soluzione erano (almeno in parte) endogene ai soggetti sociali e a quelli statuali (e parastatuali) che allora si mossero o del tutto esterne e immaginarie? Continua la lettura di Appunti politici (15): Sinceramente