Archivi categoria: SAMIZDAT 2005-2021

Critiche, dissensi, piraterie

Chi censura chi?

SU «INVERTIRE LA ROTTA» DI POVIA E AMATO

di Ennio Abate

Non bisogna mai trascurare la cronaca, il quotidiano, il locale. Non è facile. Specie per chi è allenato a leggere saggistica, a pensare questioni politiche nazionali o mondiali, a riflettere su temi esistenziali o filosofici e a discutere con chi sa già discutere e pensare. Sembra di scendere nei bassifondi. E sorge  spontanea  la domanda:  ma chi te lo fa fare? non è uno spreco? chi vuoi che ti ascolti? Ma è proprio lì che bisogna andare per misurare quanto le nostre idee siano in grado  di reggere all’urto delle passioni più elementari e dei pregiudizi più radicati e scalfirli.  [E. A.]

Lettera aperta ai cittadini di Cologno Monzese
di Ennio Abate, redattore di “Poliscritture”

Sapete che c’è polemica sul patrocinio concesso dall’Amministrazione comunale allo spettacolo di Povia e Amato, «Invertire la rotta», che verrà replicato il 10 giugno a Cologno nel cine-teatro comunale Peppino Impastato. Continua la lettura di Chi censura chi?

E la sciagurata rispose? Beh, sì, no…si desublimò!

La Letteratura e il Mercato

di Ennio Abate

In tre vecchie articoli apparsi su il manifesto (19,25 aprile; 3 maggio 2002) Remo Ceserani discuteva lo stato di salute della letteratura in Italia e negli altri paesi a capitalismo avanzato. Perplesso sulle sue conclusioni,  avevo scritto questo dialogo (immaginario!) fra il mio doppio e quello che,  arbitrariamente ma non troppo, parlava per Ceserani. Lo ritiro fuori da una vecchia cartella e lo dedico come omaggio polemico, sì, proprio a lui, allo studioso che ci ha lasciato alla fine dell’ottobre 2016 e che ho, malgrado il mio dissenso, sempre stimato. [E. A.]

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Appunti politici (2): Improvviso poco musicale

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di Ennio Abate

« Allora cerchiamo di capire, nei limiti del possibile, quali sono le dinamiche in gioco e il posto che noi, come nazione nello scacchiere, occupiamo». (Simonitto)

1.
«Cerchiamo di capire» mi sta bene. Chi sono quelli che devono cercare di capire è, mi pare, alquanto incerto, perché – per me – è incerto chi sia questo “noi” che deve capire e cosa deve capire. È un «noi, come nazione»? Mi pare che rispondano sì Bugliani, Fischer, Paraboschi e Simonitto (e ovviamente, in altre sedi e per ora non in questo post, Buffagni e La Grassa). Continua la lettura di Appunti politici (2): Improvviso poco musicale

Appunti politici (1): su Bifo

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Da Poliscritture FB a Poliscritture sito

di Ennio Abate

E’ uscito su “alfabeta 2” un articolo di  Franco Berardi Bifo, “Il populismo al tempo degli algoritmi / 2: Il diciassette che viene” (https://www.alfabeta2.it/…/speciale-populismo-al-tempo-deg…/). Ne riporto in maiuscolo  i passi più importanti (per me) con le mie obiezioni [E. A.]

1. Assenza di un «soggettività progettuale».

IN ASSENZA DI UNA SOGGETTIVITÀ PROGETTUALE CAPACE DI RICOMPORRE I PROCESSI SOCIALI SECONDO UN MODELLO DIVERSO DA QUELLO CHE SI STA DECOMPONENDO, IL CROLLO DEL CAPITALISMO PUÒ ESSERE INTERMINABILE E INFINITAMENTE DISTRUTTIVO. QUESTA SOGGETTIVITÀ, CHE NEL VENTESIMO SECOLO SI RICONOBBE NEL MOVIMENTO OPERAIO, OGGI APPARE DISGREGATA FINO AL PUNTO CHE NON RIUSCIAMO A INTRAVEDERE POSSIBILI LINEE DI RICOMPOSIZIONE. Continua la lettura di Appunti politici (1): su Bifo

Omaggio a Fidel Castro

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  di Roberto Bugliani

 La morte di Fidel lascia un vuoto dentro e chiude un capitolo di storia mondiale che ci ha visti coinvolti e partecipi, con le nostre speranze e le nostre critiche. La unidimensionalità del “nostro” presente (il vecchio Marcuse rispunta parafrasato) non consente alcun progetto collettivo, ma solo attestati di resistenza individuale, o poco più. E l’orizzonte è indecifrabile, almeno ai miei occhi. Per il settantesimo compleanno di Fidel Castro, sollecitato da amici ecuadoregni, scrissi direttamente in spagnolo questa poesia che allego, destinata a un volumetto di omaggio per il Comandante edito dalla Fondazione Oswaldo Guayasamín, Quito, Ecuador, 1996, che ho cercato tra i miei libri sparsi in librerie qui e là per le stanze senza finora trovarlo. Poesia che verrà ripubblicata, con lo stesso titolo, in un libro collettivo di testi omaggianti il novantesimo compleanno di Fidel l’agosto scorso, stampato dalla Editorial José Martí di Cuba in uscita a novembre, come mi ha detto per e-mail il curatore cubano promettendomi di inviarmi una copia del libro, che ancora non ho ricevuto. [R. B.] Continua la lettura di Omaggio a Fidel Castro

Celan e la poesia in tempi di lotta politica bloccata

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di Ennio Abate
La questione del rapporto tra poesia e realtà (o storia, o politica) riaffiora in modi più o meno carsici nelle nostre discussioni: in quella della redazione di “Poliscritture” che ha riguardato alcune poesie sulla guerra per il n. 12 della rivista (e che appena possibile pubblicheremo), nel mio saggio su La Poesia secondo Gianmario Lucini, in miei precedenti ( e numerosi, fin troppo per alcuni) commenti e post dai tempi del «Laboratorio Moltinpoesia»; e più indirettamente anche in alcuni commenti di Luciano Aguzzi.
Per approfondirla, faccio riferimento al post “Su Paul Celan” di Salzarulo  e ai successivi commenti e rileggo più attentamente il saggio di Zanzotto su Celan da me segnalato qui. Lo faccio – lo dico subito – mettendomi dal punto di vista  di un ipotetico io/noi politico.

«Perché quella di Celan è una via probabilmente impercorribile e inimitabile» ma di questi tempi ancora abbastanza affascinante? [1] Risponderei: perché la storia ci ha trascinato, sì, “altrove” rispetto ai tempi del nazismo che Celan dovette affrontare, ma questo nostro “altrove”, che stentiamo a comprendere, sembra avere una continuità (ma molto più complessa) con quei tempi. Continua la lettura di Celan e la poesia in tempi di lotta politica bloccata

Per chi scrive Poliscritture?

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Non è la prima volta che vari amici, a cui ho segnalato l’attività di POLISCRITTURE, visitato il sito, di fronte a certi articoli si sono lamentati della loro lunghezza o dello spazio concesso a “scritture troppo difficili” e che – dicono ironizzando – non si rivolgono certo al “popolo”. Non voglio fare orecchio da mercante e, pur sapendo che la questione è quasi irresolubile, la ripropongo nuovamente alla discussione, prendendo lo spunto da una una mail appena ricevuta  dall’amico Luigi Paraboschi.  Pur non concordando con alcune delle sue opinioni, la ritengo preziosa. Perché dice  con schiettezza cose che di solito si pensano e non si dicono. Gli ho chiesto perciò l’autorizzazione per  pubblicarla. Spero che ne nasca una, magari accesa, ma utile discussione. Tanto più che come redazione di POLISCRITTURE il prossimo 8 ottobre c’incontreremo a Firenze proprio per fare il punto sugli obiettivi della nostra rivista (cartacea e on line). Ecco qui sotto il testo della mail di Luigi. [E. A] Continua la lettura di Per chi scrive Poliscritture?

Intervista (teorica) a G. La Grassa di F. Ravelli

Marx da Nicola Corda

In  questa intervista, che è possibile leggere anche qui, Francesco Ravelli pone una serie di domande a Gianfranco La Grassa. A uno studioso, cioè, che negli ultimi decenni da un ripensamento di Marx, teso alla difesa e all’attualizzazione del suo lascito teorico (sintomatico il titolo del primo blog a cui ha collaborato: «Ripensare Marx»),  è approdato, come si dice nel ‘Chi siamo’ del successivo blog «Conflitti e strategie» (divenuto dopo un ultimo, recentissimo, ritocco: «Geopolitica. Conflitti e strategie»), ad «un sistema analitico fondato sulla teoria degli agenti strategici e del conflitto interdominanti a livello geopolitico». Continua la lettura di Intervista (teorica) a G. La Grassa di F. Ravelli

“Quo vado”: zalonismo und fofismo

quo vado

Una critica veloce alla recensione di Goffredo Fofi(qui) a «Quo vado»

di Samizdat

1.
Non sono convinto che il personaggio di Zalone rappresenti oggi la cosiddetta «persona comune», sia «uno di noi» o «“uno uguale a noi” ». Noi siamo singoli, diversi, diversissimi e solo in parte e in alcuni momenti (più facilmente a cinema, dove viene sollecitato il nostro immaginario proprio come nei sogni) ci identifichiamo o assomigliamo a Zalone e allo stereotipo della «persona comune» che egli recita. Continua la lettura di “Quo vado”: zalonismo und fofismo

bataclan bataclan bataclan

1977 Caduta dal cavallo 1977

Per tener desta l’attenzione sui fatti di Parigi e incoraggiare la discussione in corso metto in primo piano questo post del 14 nov. 2015 [E. A]

di E. A.

è buia ma buia ma buia
non la notte,  l’Europa
a occhi sbarrati stanotte

“venite presto
ci ammazzano
tutti”
febbrile digitando
nell’opalescenza…
buio sparviero calando
sul Bataclan

la guerra la guerra
ricamavamo
la guerra la guerra c’è già
era qua

non pensata
che piega la poesia
che piega la ragione
e le taglia le teste

a labbra chiuse
scrivete la paura
contate i morti
non chiudete le frontiere tra le menti

pensate
l’orrore
il buio
il mondo

pensate