Archivi categoria: SEGNALAZIONI

C’era una volta la classe operaia. Eppur (r)esiste

Segnalo il programma del Festival di letteratura working class – (qui) , che si terrà a Firenze tra 31 marzo e 1-2 aprile. E il link di una rivista, il maleppeggio, uscita tra 2006 e 2007, che si occupava di “storie di lavori” (qui). (Nota. Per leggere gli articoli  di il maleppeggio cliccare sull’immagine di un numero e poi (a destra) su ‘tutto il numero’). [E. A.]

L’interrompete la chiacchiera?

This aerial view shows residents, aided by heavy equipment, searching for victims and survivors amidst the rubble of collapsed buildings following an earthquake in the village of Besnia near the twon of Harim, in Syria’s rebel-held noryhwestern Idlib province on the border with Turkey, on February 6, 2022. – Hundreds have been reportedly killed in north Syria after a 7.8-magnitude earthquake that originated in Turkey and was felt across neighbouring countries. (Photo by Omar HAJ KADOUR / AFP)

Abbiamo delle antenate

da https://ildiario.blog/ di Cristiana Fischer

La libertà femminile di desiderare, e di scegliere e agire, comporta il riconoscimento tra donne. “Il guadagno di avere delle antenate” è sul Manifesto il titolo della recensione che Liliana Rampello fa del libro di Sara De Simone “Nessuna come lei. Katherine Mansfield e Virginia Woolf. Storia di un’amicizia”, Neri Pozza, 2023.

Liliana Rampello usa una costellazione di parole che risultano “dalla pratica di relazione fra donne nei nostri anni Settanta”. L’altra come specchio, avventura di un’amicizia, la scoperta dell’Altra, riconoscimento reciproco di valore, ammirazione, due donne coraggiose e consapevoli, invidia, gelosia, competizione, incomprensioni. Patto, guadagno, perché: “una volta aperto, nulla può interrompere il dialogo tra due donne”.
“Questo è un libro politico” dichiara Liliana “in cui la ricerca e lo studio portano a un risultato che non riguarda solo la storia e la critica letteraria, ma rilanciano liberamente la capacità femminista di reinterpretare il già pensato con pensieri impensati, di restituire la vita e l’esperienza delle donne al nucleo incandescente della loro originalità.”
Il femminismo ha tolto le donne dalla miseria del loro isolamento in una società di maschi di cui erano un’appendice.

“Dentro il femminismo esistono linee liberal che mirano all’uguaglianza giuridica, cioè alla sussunzione delle donne in condizioni di parità nell’ordine universale delle istituzioni economico-politiche moderne; questo femminismo è un’ideologia grazie alla quale un soggetto parziale – le donne – si pone come portatore di una critica dell’esistente da un autonomo punto di vista, e avanza un progetto universale di ordine giusto, ossia non più patriarcale; una forza politica mobilitante, storica e concreta che ha in sé anche la pulsione a un ordine neutralizzato. Nelle sue versioni radicali, invece, il femminismo persegue l’enfatizzazione della differenza, l’elaborazione di un discorso che parte dalle donne stesse, per evidenziare – in alcuni casi ipotizzando una astorica essenza femminile (la «cura»), in altri negandola a partire dalla critica dell’interconnessione tra patriarcato, capitalismo e razzismoil fatto che, nelle diverse configurazioni storiche del potere maschile, alle donne è stata imposta una specifica posizione subalterna, che si tratta di decifrare, decostruire e rovesciare.” Carlo Galli, Ideologia, Il Mulino, 2023.

La differenza libertà femminile… puff, sparisce!”  

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I numeri del “quotidiano”

QdL Testata small

Cliccare sul numero per visualizzarlo. Una volta visualizzato si potranno cercare specifici termini nel numero visualizzato o si potrà stamparlo o scaricarlo. La digitalizzazione è a cura dell’ Archivio Storico della Nuova Sinistra LinkEsterno “Marco Pezzi” di Bologna.
Nell’elenco sono presenti anche numeri delle riviste “Avanguardia Operaia” e “Politica Comunista” (vecchia e nuova serie) e verranno archiviati numeri dei “Quaderni”.

a questo link

https://www.quotidianodeilavoratori.it/?fbclid=IwAR2dRwAJ9sZNKDV2njgBko2EgMT-KYWbe4phi0dkEGLLjBPlC2uzgBn24gA

Gianfranco La Grassa

Gianfranco La Grassa prosegue, con quest’ultimo saggio, il suo percorso di revisione e innovazione teorica al fine di individuare e interpretare le principali direttrici sociali che operano nel mutamento della fase presente e che gettano nuova luce anche sul passato. Come diceva Marx: è sempre l’uomo la chiave per l’autonomia della scimmia e oggi, agli esiti a cui sono giunti avvenimenti e fenomeni sociali, risulta necessaria un’opera di palingenesi scientifica per orientarsi nel mondo in piena riconfigurazione.

La visione concettuale di La Grassa, pur riveniente dalla sua formazione marxista, è definitivamente uscita dalla prospettiva di Marx e si è incanalata nell’analisi di elementi politici e sociali che il pensatore tedesco non avrebbe mai potuto considerare fino in fondo, in quanto figlio di un’altra epoca – in cui parevano essere preponderanti altri fattori (vedi quello economico-produttivo) – ormai definitivamente tramontata.

Nel pensiero di La Grassa, è la Politica, intesa in senso ampio come serie di mosse strategiche per la supremazia che avvolge e penetra ogni sfera sociale, il principale motore della Storia. Quest’ultima è scontro acerrimo tra élite dominanti, in ambito economico-finanziario, politico-militare e ideologico-culturale. L’ordine è volutamente sparso e non gerarchico perché non ci sono punti di riferimento saldi, se non la Politica stessa così significata. La Politica, in questo ripensamento, è condizione unificante dell’intero spazio sociale, laddove per unificazione non si intende semplificazione ma espansione ed approfondimento di scenario, considerata la capillarità dei conflitti, visibili o meno (di solito quelli nascosti sono sempre più essenziali), che scuotono costantemente la vita sociale degli esseri umani.

In questo quadro concettuale in cui vengono a riprofilarsi i gangli primari delle varie formazioni sociali, o meglio la nostra lettura degli stessi, è lo scontro tra dominanti, per il potere e l’egemonia, quel che caratterizza meglio il mondo, e non, come invece si era troppo a lungo creduto, la lotta di classe tra “liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve, oppressori e oppressi”. Certamente anche le lotte di classe sussistono ancora ma il posto loro assegnato, “nella trasformazione rivoluzionaria o… nella comune rovina” sociale è stato derubricato. Non da La Grassa, ma dai fatti

In morte di Luigi Sciagura

Comunico che mio marito Luigi Sciagura é deceduto il 07.10.2022. La salma sarà esposta per le visite a partire da oggi, sabato 08.10.2022, dalle 15.00 alle 17.45, presso la Casa Funeraria Domus Pacis, in Via Sibilla Aleramo, numero 29, cap. 20092 in Cinisello Balsamo(Mi). ORARIO: “Sabato 08.10.2022 dalle 15.00 alle 17.45” “Domenica 09.10.2022 dalle 08.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle17. 30″.” Lunedì 10.10.2022 dalle ore 14.00 alle 15.00 sarà possibile vedere la salma. Dalle 15.00 alle 16.00 avverrà la cerimonia funebre. Saró presente Lunedì dalle ore 14.00 in poi. Giovanna Musca

* Nota di E.A. Di Luigi Sciagura si legge  su Poliscritture La mia vita a capitoletti  (qui e qui)

“Winday” di Daniela Stallo

Recensione di Marisa Salabelle

Winday, di Daniela Stallo, uscito da pochissimo per Armando Editore, è un noir originale e particolarmente suggestivo. L’azione è ambientata a Taranto, durante la settimana santa di un anno imprecisato, comunque molto recente. Lucrezia è una donna di cinquant’anni, benestante, che lavora a tempo perso in una cartoleria e coltiva la passione per la fotografia. Ama e odia Taranto, la sua città, che abbandona alla ricerca di luoghi più vivibili, per poi tornare ogni volta, quasi costretta da un anelito interiore. Taranto è brutta, invivibile, l’aria  è densa di fumi, i balconi si coprono di polvere nera, l’inquinamento è alle stelle, la gente si ammala e muore. Lucrezia scappa via ma poi torna, non riesce a stare lontana. Continua la lettura di “Winday” di Daniela Stallo

Poliscritture: declinare bene

di Ennio Abate

Esisterebbero ancora tutte le buone ragioni per continuare come Poliscritture, rivista che – ricordo – è iniziata nel 2005, un lavoro di laboratorio di cultura critica. Ma le cose – come si è visto – non sono andate e non vanno bene. Giocoforza nel 2017  abbiamo dovuto interrompere la pubblicazione della rivista cartacea (qui gli 11 numeri usciti). Anche due tentativi di rilanciare una redazione collettiva (il primo nello stesso 2017: Poliscritture 2; il secondo nel 2021: Poliscritture 3) si sono arenati. Poche e saltuarie restano le collaborazioni di autori giovani. Comunico, perciò, che abbandono definitivamente il progetto collettivo di Poliscritture. E sostituisco il suo affermativo sottotitolo con un volenteroso ma solo augurale Per un laboratorio di cultura critica. La nuova fase – declinante – della rivista sarà  a cura di Ennio Abate e basta. E in questo luogo, fin quando potrò, pubblicherò i miei scritti (poeterie, narratorio, appunti politici e di lettura), ospiterò le rubriche intestate ad alcuni amici/che ed i testi da me ritenuti validi, che altri/e ancora dovessero propormi.
Grazie dell’attenzione.

P.s.
Nei prossimi giorni ritoccherò titoli, rubriche e grafica della Home Page

 

Nota
L’immagine d’accompagnamento è di Paul Klee. Il titolo è “Senecio”. Dicono che rappresenti con  forme rettangolari geometriche racchiuse in un cerchio un volto di un vecchio e che forse il soggetto raffigurato sia lo stesso Klee. L’opera è del 1922.