Archivi categoria: STORIA ADESSO

Del passato che resta e del presente che si fa storia

SEGNALAZIONI Ricordare Raniero Panzieri. Una mostra a Siena

Il 9 ottobre è trascorso il cinquantesimo anniversario dalla morte di Raniero Panzieri, ricordato a Siena, presso la Biblioteca Umanistica dell’Università, con la mostra documentaria e bibliografica Raniero Panzieri, un marxista militante, organizzata grazie ai volontari del Servizio civile regionale nell’ambito del progetto A carte scoperte del Sistema Bibliotecario di Ateneo, visitabile fino al 18 ottobre 2014. Altre informazioni qui.

Clicca sotto invece per l’audio in cui Raniero Panzieri presenta nel marzo 1962 a Siena il primo numero dei «Quaderni rossi»

Prossimamente riferirò su “Raniero Panzieri” di Cesare Pianciola, Centro di Documentazione di Pistoia, 3° Quaderno della Collana “Italia antimoderata” ideata da Attlio Mangano e Antonio Schina. [E.A.]

Punti interrogativi

Gaza-Logo

PER LA TRAGICITA’ DI QUANTO AVVENUTO A GAZA  QUESTO POST APPARSO PER LA PRIMA VOLTA IL 10 LUGLIO 2014 @ 19:22 E’ STATO MANTENUTO IN PRIMO PIANO SUL SITO FINO AL 31 LUGLIO.

di Ennio Abate

Scrivere ancora su Gaza.
Pensarci quando la bombardano gli israeliani.
(Ogni tanto).

Quando una bestia s’inalbera, il contadino la bastona.
Così gli israeliani… Continua la lettura di Punti interrogativi

La proprietà è un furto. (Spigolature sul tema)

Pierre Joseph Proudhon (1809-65) and his children in 1853, 1865 (oil on canvas) (see 99577 for detail)

di Giorgio Mannacio

1.
Inseriti in una trama di rapporti formali – continui e coerenti – stentiamo a non vedere nella famosa frase pronunciata da Proudhon ( 1809 – 11865 ), frase che dà titolo al mio testo, una sorta di provocazione.Oggi ciascun proprietario – se si escludono ipotesi definibili extra ordinem – può eccepire contro di essa d’essere diventato proprietario di un immobile attraverso una serie di atti ben definiti che l’ordinamento dello stato in cui vive dichiara legittimi e come tali protetti. Anche piccole comunità aggregate da particolari idealità i cui componenti condividono la proprietà su certi beni sì da realizzare, all’interno della comunità stessa, una sorta di comunismo delle origini, hanno raggiunta tale stato attraverso atti formali che ne attestano la legittimità. Anche i Mormoni d’America hanno realizzato una sorta di comunismo delle origini, non so se praticato ancora oggi, ma resterebbe in piedi la domanda di cosa abbiano pensato i nativi dello Stato dell’Utah allorquando intorno a metà dell’800 detti Mormoni invasero la zona sulle sponde del Lago Salato. Continua la lettura di La proprietà è un furto. (Spigolature sul tema)

Dieci appunti su “Domani” di Velio Abati

Abati domani libroL’articolo esce in contemporanea anche sul sito di Velio Abati qui

di Ennio Abate

1. Non sembri strano che al momento di scrivere su Domani metta in primo piano le difficoltà incontrate nel leggere il romanzo di Velio Abati. Difficoltà innanzitutto nel mettere a fuoco i numerosi personaggi e le relazioni che corrono tra loro in vari tempi. Nell’individuarli quando si ripresentano pagine dopo. O nel capire chi sta parlando e a chi e di cosa. O nel connettere le sequenze in cui appaiono, che sono spesso righe-fotogrammi presto interrotte e sostituite da altre simili, che durano anch’esse poco o appena di più. Come in una sorta di flusso sincopato. Come se l’autore imponesse un continuo zapping.[1] Quanto, tuttavia, pur ho colto mi permette di non dubitare dell’importanza di questo romanzo, ma il disagio resta: è come se non riuscissi ad afferrarne la sostanza, a condividerne l’ottica, a provare ancora quel sentimento corale e popolare che interamente lo impregna. Qualcosa in me, che pur vengo da esperienze generazionali – politiche e culturali – vicinissime a quelle di Abati, resiste; e rende provvisorie, discutibili e forse fraternamente ostili le stesse cose che sto per dire. Continua la lettura di Dieci appunti su “Domani” di Velio Abati

STORIA ADESSO. L’orologio di Bologna

orologo bologna

Questa poesia è apparsa nella rubrica “Storia adesso” del n. 8 di POLISCRITTURE (dicembre 2011)

di Margherita Guidacci

L’ESPLOSIONE E LO SCAVO

Se il mondo deve finire in un rombo, questa ne è stata una valida prova.
Ha sussultato la città, le sue strade, in terribili istanti, sono parse quelle di un formicaio impazzito.
Ma più del rombo ci sgomentava il silenzio, in cui il rombo si era subito, per troppi, mutato.
Più della vampa sua compagna, nel maturo mattino di agosto,
ci sgomentava la notte immediata che troppi aveva inghiottito.
Più delle frane e dei crolli tra cui scavammo senza posa,
la compatta immobilità che là sotto, troppo spesso, intuivamo.
Più del rovente calore in cui esausti ci dibattemmo per cercare qualche vivo
l’irremovibile gelo di troppi nostri ritrovamenti.
E più dei corpi sfigurati che sollevammo in mezzo allo scempio
le anime sfigurate che lo avevano ideato e voluto. Continua la lettura di STORIA ADESSO. L’orologio di Bologna