Archivi categoria: ZIBALDONE POESIA E MOLTINPOESIA

Poesia e critica della poesia

Su passato, nulla e voglia di restare

di Franco Nova

ANCHE IL PASSATO DIVENTI PRESENTE

Ben triste è sempre il passato
per quanto belli siano i ricordi;
rammentare è un vero vuoto
che si riempie di smarrimento.
Si deve vivere soltanto il presente
e non fuggevoli passi in avanti;
un tempo che infine si ferma e,
restando le mille vicende unite,
darà vita ad una sola sensazione
pur ricca di differenti risvolti.
Allora non dovremo ricordare ma
mutare vita nel medesimo tempo.
Fermi in quel fuggevole momento,
non dovremo solo rimemorare
il nostro agire sempre in atto;
saremo invece in esso immersi 
nel susseguirsi di vicende, tutte
in svolgimento in quell’istante.
Il passato ormai costante presenza
finalmente immobile e non in fuga,
abbandonandoci miseramente
ad una contentezza già esaurita.
Questa la vita eterna della religione;
portiamola sulla Terra, sia nostra 
e pur non eterni vivremo sereni
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Su insicurezza e volubilità, restare due, ricordare contro la morte, fine vicina

di Franco Nova

INSICUREZZA E VOLUBILITA’

Quante incertezze mi affollano
e vorrebbero dialogare con me
per rendermi tetro e insicuro,
pronto ad accettare quei voleri
che spingono alla rabbia inconsulta.
Guardo dal terrazzo il borgo,
oggi bagnato e tutto sporco per
la tempesta abbattutasi di colpo,
vera gemella dei miei scompensi.
Il cielo s’è però rasserenato
mentre io resto fosco e pronto
ad agire contro il prossimo,
incolpevole del mio mal d’animo.
Mi calmerò domani, ben velenoso,
accettando il sentiero del destino,
mai diretto a una meta precisa,
volubile e danzante di qua e di là.
Non mi presterò più ai suoi giochi,
lo tratterò con il dovuto disprezzo
e ogni malessere sarà inviato
altrove, dove non più lo sentirò.
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A Lola

di Rita Simonitto

Carissimo Ennio, so bene che il mondo oggi è attraversato da tragedie e sofferenze inaudite. Lo so e questo mi fa patire per l’impotenza a capire e a poterci fare qualche cosa. E’ che a tutto ciò si è aggiunto un ‘piccolo’ lutto personale: oggi è venuta a mancare Lola, una gatta relativamente giovane (8 anni) per una leucemia fulminante. Volevo rendere partecipi gli amici di Poliscritture con questa poesia:
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Su mondo indesiderato, dubbio e certezza, amore altro, sognare.

di Franco Nova

UN MONDO NON DESIDERATO

Questa sera i sentimenti del Tizio
cercano una intensa alimentazione,
da procurarsi con sensi assai forti
privi d’ogni limite dell’umano.
Saranno sensazioni d’anima intense
che scartano i corpi dei desiderati.
Libertà ai baci, a carezze, a strette
senza preferenza per la bellezza e
del tutto afone per la sensualità.
I corpi strisciamo l’uno sull’altro
senza toccarsi nel proprio sesso.
Alla fine ci si staccherà e allontanerà, 
cantando la canzone dell’incontro
di spiriti privi d’intento materiale
diverso dal concepire altri esseri.
La Terra continuerà ad avere figli
ma senza mai godimento dei sensi;
solo sentimenti e beltà degli stessi,
il sesso pura proprietà degli animali.
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Su abitudine, mostri dal volto umano, amore tra anime

di Franco Nova

ABITUIAMOCI ALL’IDEA

Una bella somma di rimembranze,
più antiche sono, tanta melanconia;
tutto il meglio sembra ormai passato,
si sente vicino il termine mai eluso.
Se fossi credente, rispetterei il Creatore,
ma non proverei per lui molto amore,
ci ha dato una vita breve e complicata.
E tutto va velocemente al passato,
nessuna felicità riuscirà a sussistere
salvo che nel ricordo gran salvatore.
Ci abituiamo presto a conviverci
e tutto s’amalgama nel nostro animo
formando un impasto ben durevole,
così ogni sensazione s’appiattisce.
Non accettiamo l’insipido viaggio
e vi scateniamo contro la fantasia
che ci indica infine una via d’uscita.
Pur sempre siamo in attesa della fine,
ma vogliamo illuderci d’un seguito
capace di dar senso alla vita insulsa.
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Una poesia di otto anni fa sulla Grecia (e la Francia)

di Ennio Abate

GRECIA, VECCHIA SEI, DIMMI COSA SEI E SAI

Come potevano tagliare il mantello
e dividerlo con l’ignudo al freddo
se ambivano bere nei calici
della Grecia aristocratica?

Come potevano credere che i dannati
della terra, avendo eruttato
la loro rabbia solo tra le crepe della storia,
fossero inesistenti e da sbeffeggiare?

Oh, caldi nipotini di Danton, algidi
epigoni di Robespierre, ascoltatela
la vecchia madre Grecia, non l’antica!

Due poesie

di Annamaria Locatelli

A me temeraria

Il tempo mi tampina
pesa sulla gobba
strattona
rampogna
-Stai un passo in là   
non puoi starmi appresso
fai mille passi in là,
piccola umana!
La mia misura non sei tu
ma il movimento dei pianeti
i flussi delle maree
le mutazioni climatiche...
Quando tu ti fermarai
io continuero’ a percorrere
spazi infiniti,
saltelli tra le siepi...
Se proprio vuoi con me misurarti
fissa un raggio di sole
e segui il suo cammino
dall’alba al tramonto
e di notte accompagna
ogni battito del tuo cuore
e conta, se ti riesce, le stelle in cielo
sino alla piu’ remota...
Esausta e smarrita
non avrai sfiorato 
che un mio piccolissimo frammento...-
ll tempo sberleffa noi umani 
e siamo già vinti!
E chi cavalco’
temerariamente 
il tempo?
Gengis Kan Napoleone Hitler...
Inseguendo la superba vittoria
con armi ed eserciti?
In un pugno di mosche
e di cenere
si risolse la loro impresa
nel cono d’ombra.
Personalmene... 
sono arrivata a 
sentirne la presenza
rumoreggiante
quale quella 
di un fanciullo monello
che a volte mi cammina appresso
ma poi corre corre via...
Percorso l’universo
amico com’è del mistero, 
il tempo ritorna da me
per pochi passi
volando di nuovo via...
Se fosse aquilone 
lo terrei stretto per lo spago
e via con lui nel vento... 

Senza tormento

Non ebbe bisogno di riti
di lacrime e di sospiri
un giorno qualsiasi capito’...
Meno di una brezza di vento
e il risveglio
meno d un saluto distratto
e la vita finita continuo’
senza tormento

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Su dimenticare, vivere soli, mondo sfatto e assenza

di Franco Nova

MAI DIMENTICARE
 
Quanta tristezza stasera.
Eppure le stelle brillano e
la falce di Luna si staglia
splendida ma supponente.
I ricordi lontani s’affollano
e pretendono ogni primato,
pure quello della sofferenza.
Non dobbiamo seguirli
nella loro malevola azione,
ma tanti morti s’affollano
e sono a me molto vicini;
e così agendo, straziano
l’animo mio ormai debole.
Dovrò accettare il dolore
perché erano persone care,
che la mia povera vita
resero felice e serena.
Solo per loro merito ho
vissuto momenti felici e
straordinari nel passato.
Sopportiamo la malinconia
e domani staremo meglio,
avendo scelto il giusto. 
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Su solitudine, amore ingannatore, malinconia

Gustav Klimt, Signora con venaglio

di Franco Nova

SEMPRE PIU’ SOLI ED INSIEME
 
Soli stanotte, ancor più soli
d’una nube bianca nel cielo grigio.
Eppure tutt’intorno chiacchiere,
grida e risate da gente ubriaca.
Sta cominciando la primavera,
ma non per la mia vita solitaria
che ogni cosa e ogni persona
vede come da un binocolo.
In realtà, non sono però privo
di una ben rumorosa compagnia.
Sono forse soltanto i fantasmi
delle mie amicizie ormai lontane;
non per i luoghi abitati un tempo
in cui tanto parlavamo ridendo
e dandoci nuovi appuntamenti.
Non ci sono solo gli estinti,
ma pure quelli spariti nel mentre
sembravamo uniti per sempre.
Li ricordo tutti insieme mentre
mi sdraio sul divano e sto fermo,
perché se mi muovo li vedo
sparire d’improvviso nella luce
di giorni passati e tanto gioiosi.
Torneremo insieme, ma non così
come siamo noi in questa vita
ormai vicina al silente riposo.
Saranno altri, sempre pronti
a rilanciare in avanti lo spirito
di nuovi e più fervidi tempi.
Saremo proprio noi con loro
per quanto incredibile sembri.
Forse loro stessi lo sapranno;
noi, cioè in fondo io così solo,
sarò lì ad agitarmi di nuovo.
La vita continua, l’insieme
assorda con il suo vociare mentre
gli individui passano e stanno.
 
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