di Paolo Mazzocchini
Cenotafio del misantropo
Aveva in uggia cerimonie e rituali
di società, sprezzava le liturgie, le messe
cantate con le quali l’umanità esorcizza la sua
ombra, in(o)dora la sua carcassa col turibolo barocco
di onori e di ideali; detestava battesimi compleanni
ricevimenti e sponsali; trasceso il limitare della
terza età – quando ormai parenti e sodali
ad uno ad uno rotolano decotti, giù
dal pero della caducità – in un raptus
di scontento si suicidò per scansare
i convenevoli di troppi funerali.
Qui non giace: le sue ceneri
cantano col vento. Continua la lettura di Inediti