Archivi categoria: ZIBALDONE POESIA E MOLTINPOESIA

Poesia e critica della poesia

Tre memoriali

botero-fernando-1932-woman-reading-1987

di Giorgio Mannacio

 

CAMPAGNA

Spiriti senza terra: è questo il nome
e in mezzo alle radici, alle conchiglie
dei tempi del diluvio
biancheggia la pietà. Continua la lettura di Tre memoriali

Un’Atala nera………

ATALA a freni interni (12)

di Luigi Paraboschi

Era un’ Atala nera, versione “ turism “oggi si direbbe , il mezzo
che dopo la guerra l’ amministrazione comunale ti assegnò
per gli spostamenti verso le frazioni, e ti accompagnò,
-spesso condotta a mano- come una parte del tuo corpo,
fino alla pensione, e mamma quando mandava me a rintracciarti
diceva “ sèrca la biciclétta, al sarà al Venezia a zugà al bucc’ ” . Continua la lettura di Un’Atala nera………

Poesie da “Viaggi”

pozzanghera

di Eugenio Grandinetti

Eugenio Grandinetti, Viaggi, ilmiolibro.it 2014

[I viaggi che ci accingiamo a fare non possono esser considerati delle gite organizzate perché prevedono percorsi inconsueti,attraverso lo spazio ed il tempo,attraverso la memoria e la speranza,attraverso il reale e l’immaginario per giungere in un luogo provvisorio della mente che non sarà una meta ma solo una tappa da cui ,dopo una breve sosta,riprendere il cammino per altri viaggi ancora. (E. Grandinetti)]

Il mio viaggio

Il mio viaggio di sedentario è questo
foglio bianco di carta,questo attorto
percorso del pensiero,questo
filo d’inchiostro,esile,che segna Continua la lettura di Poesie da “Viaggi”

Il castello di carte

carte fante

di Alberto Mari

[Quante cose si possono fare con le carte, specie se volano. Belle dame, fanti, cuori, re che partono (per la solita guerra?), labbra, baci.  Ma in questa scrittura di Alberto Mari vola anche una coppia quasi chagalliana e finisce per volare persino la coppia prosa/poesia. (E. A.)]

Volavano le carte, una sopra l’altra, nel cielo, in cerca di colore. Volavano sparse, come ombre d’uccelli, si stagliavano nel chiarore esplosivo d’argento della notte infinita. Nel castello di carte, la bella di turno, la bella impaziente, regina dell’occasione, aveva finito di posare. Il fante lasciò cadere il ritratto come un discorso indiscreto, ma il viso e il corpo di lei ritornavano, intraducibili parole, carne viva, carte su carte, lente, trasparenti, sull’ombra delle merlate, dove il ritratto era idealmente appeso, mentre cadevano matite e pennelli, commenti dei colori. Continua la lettura di Il castello di carte

Ombra inesplorata del padre mio

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

di Ennio Abate

Guagliò, non devi rubare un carezza!
Puoi abbracciare, essere corpo baciato, non ladro che fugge nel suo batticuore.
Non prede da mordere siamo, ma continenti e possiamo combaciare.

Del piacere che bambino mi facesti provare
resta il ricordo d’una gelida sera sotto Natale
quando, per placare l’ansia che cresceva
col buio della sera e il ritardo di mamma Continua la lettura di Ombra inesplorata del padre mio

Da “Sopra la terra nera” e “Tra cielo e volto”

contadina _nota

di Luciano Nota

DA “ SOPRA LA TERRA NERA”

GIARDINI

Ho muri da spianare
E fiori tanti fiori da piantare. Continua la lettura di Da “Sopra la terra nera” e “Tra cielo e volto”

Da “Geminario”

FALò

di Paolo Ottaviani

[Pubblico il terzo e il tredicesimo componimento di Geminario, un interessante poemetto bilingue di Paolo Ottaviani «scritto in un idioletto neovolgare e in lingua italiana» e «composto da duplici canti o gemini (da cui il neologismo geminario) vergati in un idioma medievale umbro-sabino» (E.A.)]

GEMINO TERZO – I –

Vejessimo tutti
tello ra piazzetta
rusci e nìi flutti
de fiamma violetta:

– A fuocu! A fuocu!
Arde ru Teatru!
-Benanche que puocu
da ‘n viculu a ‘n atru Continua la lettura di Da “Geminario”

UN ATTORE (perché non scompaia)

macbeth11765i3sml

di Salvatore Dell’Aquila

In ultima analisi
baldo Macduff leale
non venir giù dal palcoscenico
lascia le cose come sono
conserva il trucco
lo scudo di foglie ti protegge
salda lo sguardo agli spalti
da prendere d’assalto
férmati come cristallo
immobile
(un due tre stella
come un eroe bambino
)
non senti il tanfo del pericolo?

per sempre
scura la chioma
arruffata da folate
di passione