di Pietro Peli
Tanta la smania di essere uguale:
fra ponti seccare l’acqua
pare risolvere il pericolo
di essere allagati, Continua la lettura di Quattro poesie tra amore e lotta
di Pietro Peli
Tanta la smania di essere uguale:
fra ponti seccare l’acqua
pare risolvere il pericolo
di essere allagati, Continua la lettura di Quattro poesie tra amore e lotta
di Giorgio Mannacio
[Giorgio Mannacio riprende la questione dei molti o troppi poeti (qui) sullo spunto offerto dal discutibile titolo dato ad alcuni incontri della Casa della Poesia di Milano. E’ corretto parlare di “veri poeti” distinguendoli dalla massa senza esplicitare i criteri di tale scelta? E’ utopistico parlare di molti poeti in fieri? Se la critica non riesce a star dietro e a valutare la produzione di massa (poetica o parapoetica che sia) e si limita a considerare un contesto sempre più limitato di poeti, quanto peso (generale) hanno i suoi giudizi e quali potenzialità (probabili) vengono ignorate? Se non ci si lascia intimidire dai luoghi comuni (“molti sono i chiamati, pochi gli eletti”, “è andata sempre così”, ecc.), si vedrà che iI problema ha davvero un rilievo politico che a prima vista sfugge. La riflessione di Mannacio ha il merito di ricordarlo (E.A.)]
Continua la lettura di Sui veri poeti
di Lucio Mayoor Tosi
Sulla terrazza delle circostanze un lupo solitario legge quattro righe in versi. Prima di coricarsi tossisce alla tristezza, stempera un rigagnolo di parentesi quadre per l’indomani, chiude gli occhi e sta nel corridoio buio, davanti all’uscio, fedele, povero, infreddolito. Continua la lettura di Lavarsi la faccia al mattino
di Luigi Paraboschi
Ibrahim ha letto Chatwin
e Sara disse “ siamo vecchi, resta “,
poi Agar mi sussurrò “ ti darò un figlio,
portami con te “, ma io mi leverò da questo letto
senza abbuffarmi sopra i suoi fianchi ad anfora
e muoverò i passi prima che il sole sia,
non lascerò fuggire un giorno cosi azzurro. Continua la lettura di Poesie
di Antonio Sagredo
Per quanto piagato e tradito dalle ossa,
lontano da chi non ha visioni e lutti,
voglio l’origine di ciò che racconti e aspetti,
là, dove non c’è solo il canto dei bambini.
Una vita, dopo, non vagheggiarla, mai!
Non esistono utili prodigi e funebri promesse. Continua la lettura di Per quanto piagato e tradito dalle ossa
di Francesco Di Stefano
Portavo ancora corto er pantalone
quanno girava quela barzelletta
che si te lo sparavi un ber pippone
drent’an preservativo e poi de fretta Continua la lettura di Er principo dell’omo
di Marina Pizzi
29.
con la palude negli occhi
continua il ludo di perdere la spada
nella conca di mia madre che non è arrivata
partita dall’avamposto del rantolo.
così si sceglie l’osteria del sorso
verso la gita di perdere la veglia
e il germoglio di orecchini regi.
gironzola così l’attore di cometa
quando lo sforzo è fatuo di piantagioni
ginestre di pavoni i giardini infantili
nell’aprile la quercia si fa vestale
di strani strali verso le rovine del tetro
malessere sonnambulo di grido.
al fuoco delle rondini che scappano
la malia del demonio se la ride
con l’attaccapanni impicca i poveretti.
sull’orlo della frusta ho stimato il cuore
nerastro come il panico del sale
stato nella cenere per sbaglio. Continua la lettura di Da “Cantico di stasi”
di Francesco Di Stefano
De certo er monno è fatto propio male
e la riprova ce l’ho avuta jeri
leggenno du notizzie sur giornale
che m’hanno messo in testa sti penzieri. Continua la lettura di Manganello e zuccherino
Settimo giorno
L’orbo vede poco
il sordo non ci sente
lo storpio incespica sulla strada
e non parla il muto.
L’idiota non può sapere niente. Continua la lettura di SEGNALAZIONE Ezio Partesana, Im Tempo
di Nello Vegezzi
*
ci crediamo
dei…
noi piccoli uomini
giunchi
in balìa del vento…
(da Terra e carne d’amore, 1995) Continua la lettura di Poesie