Archivi categoria: ZIBALDONE POESIA E MOLTINPOESIA

Poesia e critica della poesia

Su presunzione, vivere alla fine e ricordi

di Franco Nova

SENZA PIU’ PRESUNZIONE
 
Nubi dense piovono onde d’azzurro
e dipingono sulla Terra tutto il male
degli ultimi tempi di orrore umano.
Anche i sentimenti sono inutilità
e tronfi di forme abbondanti;
in difficoltà ad ogni vicinanza
di grossi cumuli che li assorbono
nella forma più accattivante,
fissandoli nell’inconsistenza
pur essendo nobili nell’eleganza
senza senso di tutti i fasulli.
Presto la coltre della vita umana
diverrà fitta nebbia e nulla si vedrà.
La Terra sarà allora un pianeta reale
che gira gira senza più presunzione
di una falsa diversità, solo esaltata
da cantori un tempo veri creatori,
oggi come insetti immersi nella sabbia
Continua la lettura di Su presunzione, vivere alla fine e ricordi

Due poesie da “ellenika”

di Nunzio Di Sarno

ESTATE D’ANARCHIA
Carri arrugginiti e binari tranciati
Non riflettono più il sole in cave
Abbandonate a Megalo Livadi

Creme solari e non più sangue
A colorare spiaggia e mare
Pare un compromesso salutare

Gli anarchici soli a ricordare
La lotta che non cedette il passo
Al fuoco, alla legge ed al ricatto
Shots “in the name of the king”

In that bloody August in 1916
To let the companies keep on
Killing, exploiting and starving

But united they stood – Rebels –
Under the flag of Revolution
And for a while they won free
Their unique summer of anarchy

Fili

Il dubbio sul da farsi non regge
Quando il richiamo intona il canto
Che mi scrolla di dosso le proiezioni
Pure se il colon mi torce la gola

I passi non pensano più
Comanda il suono

Che guida sull’asfalto
Sulle rotaie e sulle onde
Apre all’ignoto sfilacciato
Che s’intesse dolcemente
Andando

E il viso dorato di Georgia
È l’epifania non cercata
Svelata in una risata
Che sposa tre lingue
E stabilizza potenziando
Le future trasmissioni

E quanto sepolto rimanga
Il bagliore dagli anni
Non so dire
Se nel ricordo
Ritorna uguale l’onda
E scorre dentro e fuori
A mostrarmi cos’è l’eterno

Quarta di copertina 

L’incrocio è il luogo che definisce questa raccolta. È un incrocio lo stile: un miscuglio tra appunti di viaggio e poesia. Lo è la lingua: un italiano che si intreccia all’inglese, al greco e allo spagnolo. Tra la partenza e l’arrivo è negli incroci, tra crisi e soluzioni, tra rischi e prove, che attraverso l’altro ci si ridefinisce. È abbracciando l’ignoto che si arriva all’insperato. Il mare, la terra, l’asfalto insieme agli altri elementi, naturali e non, sostengono tutte le vite che in questo viaggio si intrecciano, come le cime e le gomene della nave. Strette a tenersi per salpare e attraccare. Vicine non si sa per quanto. Ma di quel contatto conserveranno il tocco del vento e del mare, che le hanno battezzate.

Nunzio Di Sarno  Nato a Napoli, vive e lavora a Firenze da alcuni anni. Docente di lingue e letterature straniere e psicologo. Ha finora pubblicato due raccolte di versi:  “Mu” (Oédipus, 2020) e “Wu” (Bertoni 2021). Suoi articoli e poesie sono presenti su diversi blog e riviste. Mu project è un progetto di poesia e immagini, che porta avanti da alcuni anni su siti e social.

 

Su amore, Occidente in crollo, accontentarsi e fine

di Franco Nova

L’AMORE, GRADITO OSPITE INATTESO

E’ l’amore uno slancio impetuoso
non diretto soltanto al corpo.
Un sentire decisivo ma non deciso
da volontà e ragione pensante.
E’ il maggior mistero dei misteri,
la gioia è senza riserva alcuna
scorrendo in canali sconosciuti.
Se questi vanno in unica direzione
giungeranno a laghi tranquilli
che il clima secco ridurrà a stagni.
Spesso le direzioni sono opposte e
alto sarà lo scroscio e l’elevarsi
di zampilli che inonderanno il cielo.
Sarà continuo lo stupore e il
mescolarsi di acque trasparenti,
la cui corrente va ad unica meta.
Quanto durerà? Nessuno lo sa,
la ragione non guida i sentimenti
pur dovendo evitare il terremoto
distruttivo d’ogni sensata fine.
Continua la lettura di Su amore, Occidente in crollo, accontentarsi e fine

Sulla fine vicina, la vera felicità, l’inatteso, il rifiuto del sesso, l’ingiustizia nella storia e la vittoria

Hans Hoffmann, Lepre nella foresta

di Franco Nova

VICINI ALLA FINE?

No pasaràn era suono ben antico,
oggi non lo si sentirà mai più.

Si passa per anditi larghi, comodi;
una volta compiuto tutto il tragitto
nessuno saprà più che ha fatto
e i motivi per cui l’ha fatto.
Si ritroveranno terrore e morte

non afferrando come e perché.
L’orrore sarà affrontato domani
dalla vita artificiale all’offensiva e
quest’uomo, inutile, sonnecchierà.
Chi combatterà, con altra razionalità,
sarà meno feroce e non odierà, senza
però giungere a compromessi di sorta
e alla fine la Terra sarà disabitata.
Nell’Universo nulla si sa d’essa,
nemmeno si saprà della nostra fine e
nessuno gioirà come sarebbe giusto.
Resterà qualche essere animato,
ma non questo ben noto Uomo
altrimenti tutto il peggio ricomincerà.
 
Continua la lettura di Sulla fine vicina, la vera felicità, l’inatteso, il rifiuto del sesso, l’ingiustizia nella storia e la vittoria

Su riposo dei morti, attendere e vero senso della vita

Enzo Cucchi, A Terra d’Uomo, 1980, carboncino su carta intelata, 180×210 cm, foto Giorgio Benni

di Franco Nova

I MORTI RIPOSINO, VIVIAMO LIETI

 

Un vento furioso s’è levato,
sono le proteste dei morti
convinti d’essere dimenticati.
Non è vero, i vivi ancor oggi
sono tristi e onorano i defunti.
Non basta a chi ricorda la vita,
pur non sempre piacevole ma
preferita all’assoluta inerzia.
Niente accade, niente ti vien detto,
il Nulla Eterno non ha idea
di chi siamo noi esseri mortali.
Nessuno in realtà ci conosce,
l’Altra Vita non ha sensazioni.
Viviamo qui fino in fondo,
amiamo i nostri cari trapassati
ma senza fretta di rivederli. 

Continua la lettura di Su riposo dei morti, attendere e vero senso della vita