Tutti gli articoli di Donato Salzarulo

Dopo la sconfitta

di Donato Salzarulo

Noi siamo i lati in ombra di noi stessi,
figure in esilio dal fiume
della storia, volti rigati
da desideri non realizzati,
dalle scelte non compiute,
da occasioni mancate.
Celiamo sogni nei nostri occhi,
misteri sulle nostre labbra.
Beviamo pensieri pompati
dal pozzo del presente.
Niente Quaderni dal carcere
né Lettere di condannati a morte,
speranze strategie rivoluzioni.
Niente miserabili, precari,
disoccupati o sottoccupati,
proletariato o sottoproletariato.
Il nostro slogan è un’agenda
dei titoli finanziari.

Noi siamo la tristezza di noi stessi,
una bellezza malinconica,
un quadro indecifrabile,
un mondo vivo sospeso
tra l’essere e il non essere,
tra la contraddizione e il paradosso.
Forse ci amiamo perché
non abbiamo più nulla di rosso,
neanche il sangue. Forse è questo
che ci dona la più strana
delle felicità: quella
dei mangiatori di loto.

 

26 settembre 2022

Emigrazione, terremoto e spreco di risorse in un paese dell’Irpinia

    «OCCASIONI MANCATE» DI AGOSTINO PELULLO. POSTFAZIONE.

    di Donato Salzarulo

Questa è l’accurata postfazione di Donato Salzarulo al libro coraggioso di Agostino Pelullo, che è un intellettuale meridionale attore e testimone politico d’opposizione delle vicende  che hanno degradato il suo paese, Bisaccia di Avellino.  Il libro merita l’attenzione di quanti ancora insistono a pensare in modi razionali le trasformazioni del mondo; e a non cancellare le vicende locali con la scusa che nel caos (di guerra), a cui è  giunta l’odierna politica internazionale, alla quale i nostri governanti  partecipano da solerti vassalli, esse sarebbero diventate minime e irrilevanti.  Pelullo non ci richiama soltanto ad una antiquata e superata (permanente, invece!) “questione meridionale”. Narra – nuovamente, puntualmente, caparbiamente e in prima persona – il caso di un paese del Sud sgovernato dal suo ceto politico. Bisaccia, infatti, ha visto prima la perdita progressiva dei suoi abitanti a causa dell’emigrazione. (Ricorda opportunamente Salzarulo nella postfazione: «Un dato oggettivo appare subito interessante: Bisaccia nel 1911 ha una popolazione di 9.054 abitanti, nel 1951 di 7.927, nel 1971 di 6.231, nel 1981 di 4.781 abitanti.»). E poi, in seguito al terremoto del 1980 e alla gestione clientelare del post-terremoto, ha sopportato i fatti e i misfatti  di un ceto politico che ha scelto di dividere quella comunità  in due paesi, svalutare il mercato edilizio locale, abbandonare a se stesso il centro storico e sperperare il danaro pubblico (a vantaggio di una ricostruzione  monopolizzata soprattutto da imprenditori del Nord). Postfazione e libro ci chiedono di riflettere sempre con grande attenzione al legame locale-globale  e di sostenere  e collegare le forme di resistenza anche minima dovunque esse continuano a manifestarsi. [E. A.] Continua la lettura di Emigrazione, terremoto e spreco di risorse in un paese dell’Irpinia

Magris e Schiller

Dialogo tra un professore di filosofia e una studentessa

   di Donato Salzarulo

Giovedì 19 maggio 2005. Durante l’intervallo, una studentessa liceale dell’ultimo anno si avvicina al suo professore di filosofia, un sessantottino ultracinquantenne con occhiali e senza barba. Continua la lettura di Magris e Schiller

Angelo Australi: «Tommisse»

di Donato Salzarulo

1.- «Tommisse» (Quaderni di Erba d’Arno, 2022) di Angelo Australi è un libretto piano e scorrevole. Scritto in terza persona, il protagonista del racconto è Spartaco. È un aspirante scrittore e, dopo otto ore di lavoro in una fabbrica di vernice, si china sulla macchina da scrivere per produrre non trame articolate di romanzi, ma racconti, piccole storie di persone semplici (anonimi accattoni, contadini, operai, ecc.) contrapposte alle grandi storie che finiscono sui libri, che hanno per protagonisti «uomini che fondano città» e vivono la loro vita, decifrandone il senso, carpendone «i segnali in un destino tracciato», ecc. Spartaco ha in animo di raccontare queste piccole storie per dar loro voce, sottrarle all’oblio, farle entrare nei libri e far sì che anch’esse sconfiggano il tempo. Ottima intenzione. Si dà il caso, però, che, fin dall’inizio, l’autore lo presenti in preda ad una sorta di blocco creativo e mentale. Quella mattina scrive senza convinzione, il racconto va avanti «privo di una motivazione, di una precisa idea da sviluppare» (pag. 7); la storia non riesce a trovare quell’«attimo di sospensione» che le permette di incontrare «la sua sintesi poetica», tra il suo bisogno di scrivere e i racconti che si trascina dietro «da quando si era preso quella colossale ubriacatura» (pag. 9) si era creato «una tale confusione che adesso si sentiva sempre più isolato e inutile» (pag. 10). Insomma, siamo al cortocircuito. Tant’è che l’autore mette in bocca al suo personaggio un bel «Basta così Spartaco, perché stamani non è banda». (pag. 13) Continua la lettura di Angelo Australi: «Tommisse»

Pasqua 2022

 di Donato Salzarulo

[Il 19 Aprile 1999 mia madre morì. Inutile dire che la sua figura ritorna spesso nei mei pensieri, nelle mie fantasie e nei miei sogni. Tra pochi giorni ricorre il ventitreesimo della sua scomparsa.

Nel primo numero di gennaio 1987 di «Laboratorio Samizdat», una rivista semiclandestina, animata dall’amico Abate, uscì «Non correre, piccola lepre». La ripropongo al pubblico di Poliscritture, aggiungendovi «Pasqua 2022».]

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La tessera dell’ANPI

di Donato Salzarulo

[Per il 25 Aprile 2010, pubblicai sul sito di Viva la Scuola (La poesia e lo spirito), “La tessera dell’Anpi”, un testo molto apprezzato e più volte ripreso in rete. La posizione assunta dall’ANPI nei confronti della guerra d’invasione russa dell’Ucraina mi fa giudicare ancora opportuno e giusto il gesto che annualmente continuo a compiere di rinnovo della tessera. Per questo ritengo utile ripubblicare questo testo su Poliscritture.] Continua la lettura di La tessera dell’ANPI

Roberto Casati: «Oceano. Una navigazione filosofica»

di Donato Salzarulo

1.- Non ricordo bene il mio primo incontro col mare. Sicuramente avvenne in occasione della gita di terza media a Bari e alle Grotte di Castellana. Ma forse ci siamo incontrati prima, durante la fanciullezza, in una visita di qualche giorno agli zii residenti a Napoli. Stupore e diffidenza furono le emozioni che ne ricavai.
Poi venne l’adolescenza e la gioventù, venne la voglia di abbronzatura e delle corse sulla spiaggia o lungo la battigia.
Poi venne l’incontro con mio cognato, uomo di mare rispetto al mio Io di montanaro, coi suoi tentativi falliti d’insegnarmi a nuotare. Imparai a fare il morto e continuai ad accoccolarmi o a bagnarmi nell’acqua fino al punto in cui toccavo. Da più di un decennio non ci provo più e, se mi capita di dover accompagnare la tribù familiare in qualche località marina, sulla spiaggia non ci metto piede.
Ho passato tre volte lo Stretto di Messina, sono stato una settimana a Lipari e ho girato per le isole Eolie. Sono stato anche una settimana a Capri. Ho salutato il “confine della Terra” in Portogallo e ho passeggiato per quindici giorni lungo il Malecon dell’Avana e per altri quindici giorni sulla spiaggia di Vancouver. Per curiosità ho fatto una crociera verso Ibiza e Barcellona su una di quelle navi-edificio e, per quanto mi riguarda, ho messo la croce. Il mare, come dice la canzone, mi piace d’inverno e, da oltre vent’anni affitto, da dicembre a giugno, una casa a Pietra Ligure, dove trascorro parte della mia esistenza.
Ho incontrato il mare?… Sì e no. Più di no che di sì. Il mare questo sconosciuto, popolato da vongole, seppie, alici, sarde, orate così gradevoli al mio palato, questa massa d’acqua sempre in movimento, questo ritmo che ora m’incanta ora mi spaventa. I surfisti, le vele, le barche in darsena, la voglia di mettersi in viaggio e partire per l’ignoto…
Il mar d’amore
oggi scintilla argenteo.
La droga è il libro.
Così sono finito tra le pagine dell’ultimo libro di Roberto Casati: «Oceano. Una navigazione filosofica» (Einaudi, 2022) Continua la lettura di Roberto Casati: «Oceano. Una navigazione filosofica»