Tutti gli articoli di Ennio Abate

Amici sì ma non così…

Da POLISCRITTURE 3 SU FACEBOOK

di Ennio Abate

UNO

Il 24 marzo 2022 avevo pubblicato questo AVVISO:
Pur crescendo la delusione per i modi in cui si sta dibattendo sulla guerra in Ucraina, continuerò a pubblicare anche prese di posizione che non condivido. non so se e come usciremo da questo buio che ci attanaglierà sempre più. Pesiamo almeno le nostre parole e coraggio.

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Appunti per il Riordinadiario del 3 aprile 2022

a cura di Ennio Abate

1. DALLA PAGINA FB DI CATERINA DAVINIO II/UCRAINA

Emanuele Andrea Spano : si vero ma bisognerebbe chiarire che, per esempio, Stepan Bandera in Ucraina è un eroe nazionale pur essendo stato un criminale di guerra efferato che ha ampiamente contribuito alla persecuzione ebrea in Ucraina con partecipazione dei cittadini, come ha fatto notare la Knesset a Zelnsky quando ha sovrapposto strumentalmente la sua guerra all’olocausto. A Stepan Bandera è dedicato addirittura un viale a Kiev. Il dato che stona è che noi siamo capaci di parlare per un mese di Durigon ma poi scordiamo che Zelensky ha premiato in parlamento Dmytro Kotsyubaylo, un esaltato neonazista con l’onorificenza di “Eroe dell’Ucraina”. cerimonia con tanto di foto. Tutto ciò non è un motivo per invadere uno stato sovrano, assolutamente criminale l’Invasione, Ma nemmeno è una ragione per non parlare di queste strane commistioni diffusamente, io non capisco cosa c’entrino i nazifascisti in uno stato democratico, evidentemente non lo è più di tanto. Gli Italiani dovrebbero sapere non solo che Putin è un invasore criminale, ma che l’Ucraina, per esempio, secondo l’ “Anti Defamation Ligue”, è il paese più antisemita d’Europa dopo la Polonia. IL Governo Zelensky rifiuta i ripetuti inviti ad entrare nell’ “Holocaust Remembrance Alliance” nonostante la propaganda sulle origini ebree del presidente Zelensky. E questo non lo dico io, lo sostiene il direttore generale del comitato ebraico ucraino Eduard Dolinsky. Magari chiediamo agli ospiti di chiarire anche questi punti perché è molto chiaro che sono stati invasi, però andiamo a scavare per bene nello scenario ucraino oltre la guerra non certo per evallare Putin ma per essere razionali e non isterici. Continua la lettura di Appunti per il Riordinadiario del 3 aprile 2022

Prof Samizdat (prova 5)

Narratorio. Versione  2020

di Ennio Abate

Poi –  altre amarezze! –  pensava al corpo docente. E allora ci pensava, ci pensava. Ma complessivamente, s’intende.  Come categoria. E pure al suo di corpo. Che anch’esso ormai era diventato di docente. E al corpo non docente, bidello o aiutante. Ma in maniera più sfocata per minore frequentazione quotidiana. E più di tutto al corpo docente femminile, dal quale – maggioranza in tutte le scuole – s’aspettava chissà quale educazione dei suoi grossolani e contorti fin dall’infanzia – gli avevano detto – sentimenti. Continua la lettura di Prof Samizdat (prova 5)

«Cosa farò da grande?»

 Riordinadiario 2009. Una riflessione sul lavoro culturale e politico “sott’acqua” di Attilio Mangano

di Ennio Abate

Oggi 10 aprile 2022 Facebook mi ha ricordato che sono passati ben 6 anni dalla morte di Attilio Mangano.  E io ho pensato ancor di più che la nostra storia  si è disfatta. Beh, almeno siamo stati amici e ci siamo detti delle verità. Poi  ho aperto  la cartella del mio carteggio con lui e,  per ricordarlo meno sbrigativamente, pubblico questo scritto che gli avevo dedicato per festeggiare ( a modo mio) il compimento dei suoi 64 anni. [ E. A.] Continua la lettura di «Cosa farò da grande?»

Un reazionario bonario?

da Poliscritture 3 su Facebook

di Samizdat


“Le sindromi del professore e del passatista possono essere curate, ma esiste un residuo di sofferenza che il mondo impone comunque. È l’idea che sia il mondo a dover essere corretto che è folle – l’idea che la vera cultura debba essere per forza di tutti. In fondo possiamo starcene per i fatti nostri, non credete, signori? Siamo forse molesti? La nostra attività si svolge quasi completamente in ombra, e non c’è ragione di esporsi al ridicolo e all’incomprensione.” (da QUASI UN CONGEDO (SULLA DECADENZA DELLA VERA CULTURA di Giulio Savelli su Le parole e le cose)

No, con la scusa che esiste e sempre esisterà “un residuo di sofferenza”, lasciamola aumentare, non correggiamo “il mondo”, teniamoci ben stretto al petto questo schifo di “vera cultura” (dimenticando quanto essa è ANCHE “documento di barbarie”, secondo W. Benjamin) e lasciamo trascinare ancora una volta i “tutti” alla solita guerra (per procura stavolta; o per ora…) Suvvia, un reazionario , che parla a bassa voce, suadente e dimesso , sempre reazionario resta.

P. s.

Ma il Giulio Savelli che firma questo lungo sproloquio è lo stesso di cui in Wikipedia si dice: “È stata la prima casa editrice italiana della sinistra antagonista ed extraparlamentare. Fondata a Roma nel 1963[1] da Giuseppe Paolo Samonà e Giulio Savelli, ha pubblicato centinaia di titoli legati all’approfondimento della filosofia marxista, alla lotta di classe, al marxismo-leninismo e al pensiero socialista rivoluzionario.”?
Sì,  è proprio lui.  Ignoravo la sua evoluzione politica (“Nel 1996 Savelli è stato eletto alla Camera nelle liste di Forza Italia”) e non mi era arrivata la notizia della sua morte nel maggio 2020 (qui).

Prof Samizdat (prova 4)


Narratorio. Versione  2020.

di Ennio Abate

Gli studenti (e i suoi due figli? perché era un  prof Samizdat con figli, lui) stavano già tutti  altrove.  Anche se erano nell’altra stanza accanto alla sua a leggersi fumetti. O in classe, lì, visibili, davanti ai suoi occhi.  Altrove, ma dove?
Prof Samizdat gli faceva domande. (Gli poneva questioni, diceva lui, serio, credendo alla sua serietà).
Ogni tanto capitava, sì, che una parola, una frase, che aveva  viaggiato per conto suo assieme ai rumori, ai borbottii, nel flusso del discorso – somma della sua voce e delle loro – che nelle due ore  di fila si costruiva nell’aula, avesse un inatteso effetto. O, più terra terra, uno di loro, interrompendo fantasie inafferrabili o  ispirato da chissà cosa,   gli faceva  una  domanda. All’improvviso. Imprevista. Fuori luogo. Continua la lettura di Prof Samizdat (prova 4)

Riordinadiario 26 marzo 2022

Guerra in Ucraina. Da Poliscritture 3 su Facebook

Tito Truglia

Mistificazione, calunnia, disinformazione, demagogia, falsificazione, colpevolizzazione ad ampio spettro, sono stati da sempre strumenti utilizzati da ogni parte e soprattutto da chi, essendo in posizione pre-dominante, ha interesse a far diventare assoluta la propria verità. Ci sono almeno due elementi oggi che rendono evidente questa situazione denunciata da Lea Melandri [1] e da tanti altri: 1) l’ossessività dell’utilizzo mediatico (ad azione compulsiva e univoca); 2) la piena dipendenza dell’opinione pubblica dagli strumenti socialmediatici… Ma io voglio segnalare un altro elemento che mi pare preso in scarsa considerazione. L’elemento nuovo che ci caratterizza in questa situazione è la mancanza di uno schieramento capace di intervenire nel contesto sociale e mediatico con determinazione e forza. Per cui i più critici ci limitiamo semplicemente a denunciare un atteggiamento “illecito” da parte dei poteri dominanti. E non andiamo oltre una vuota richiesta di diritto… proprio quando tutti sappiamo che i diritti in questo contesto vengono palesemente negati con aggressività e ossessività. Insomma, non ci poniamo il problema di come contrastare sul campo questa piena distorsione retorica e ci attestiamo su una indicazione di lamentela (doleance…). Mentre appunto dovremmo opporre una forza di verità e di azione civile adeguata alla bisogna. Quando si è sotto attacco mi sembra poco fruttuoso richiamare il dovere morale dei diritti, è necessario invece trovare la forza di riaffermare il dovere morale del diritto, contrapponendo alla forza negativa un’altra forza pari e di segno opposto. E gli intellettuali non devono solo denunciare, ma anche organizzare la risposta in termini di azione civile. E’ una logica negativa che bisogna contrastare, opponendole una logica complessiva quanto possibile organica, positiva, forte e determinata!

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Non solo “i poeti in tempo di guerra non pensano abbastanza”

Dopo un mese di guerra in Ucraina. Chiuso per riflessione.
Firmato
Nottola di Minerva

Cresce la delusione per i modi in cui in Italia si sta dibattendo sulla guerra in Ucraina. Non so se e come usciremo da questo buio che ci attanaglierà sempre più. Pesiamo almeno le nostre parole e coraggio. [E. A.]

Nota.
Hegel sosteneva che la filosofia è simile alla "Nottola di Minerva" (una specie di civetta, uccello sacro alla dea della sapienza) che inizia il suo volo solo al crepuscolo, quando il sole è già tramontato.

* Il titolo fa riferimento a una mia vecchia poesia e ad un vecchio dibattito (qui)

 

Riordinario 19 marzo  2022

 Guerra in Ucraina. Scambio sulla pagina FB di Giovanni Cominelli

di Ennio Abate

Andrò avanti a pubblicare il Riordinadiario delle ultime settimane, ma lo farò a salti e senza rispettare l’ordine cronologico. Più avanti (forse) cercherò di capire il perché di questa scelta (d’emergenza). [E. A.]

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