Tutti gli articoli di Ennio Abate

Ma la follia è vita?

di Ennio Abate

Nella nostra silenziosa, poco trattabile follia, vorremmo essere identici a noi stessi, e non riusciamo a capire che nel momento in cui lo diventassimo veramente, noi saremmo morti. Proprio finiti. Senza volerlo sapere, parliamo attraversati da questo lutto, perché siamo anticipati dall’idea che invece essere non identici a noi stessi, essere altro, avere degli spigoli che non controlliamo, in noi o nel simile, sia un male.

(Alberto Zino, Che pesti, ALTRAPAROLA)

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Rivoluzione, interiorità, natura

Georg Büchner, La morte di Danton

di Elena Grammann

Georg Būchner (1813-1837), autore di un’unica opera pubblicata in vita e di alcuni manoscritti le cui vicende editoriali sembrano essere solo recentemente concluse, è, assieme a Heine, il più illustre rappresentante del Vormärz. Il termine “Vormärz” (letteralmente “prima di marzo”, cioè delle insurrezioni del marzo 1848 seguite alla rivoluzione parigina del febbraio dello stesso anno), riferibile al periodo 1815-1848[1],pone l’accento non sull’avvenuta restaurazione dell’ancien régime, ma sulle frustrazioni che ne conseguono e che sfoceranno nei tentativi di rivoluzione del ’48. Continua la lettura di Rivoluzione, interiorità, natura

Diarismi: da “1984” a “Seven”

di Michele Nigro

Comincerei affermando che la diaristica può essere anche un genere letterario; è bene specificarlo – sottolineando il “può essere anche” – perché non tutti i vostri “sfogatoi su carta” chiusi nei cassetti, ahimè, diventeranno opere letterarie da leggere o studiare. Continua la lettura di Diarismi: da “1984” a “Seven”

Nei dintorni di F.F. – Frammento 2

 

Per un libro da scrivere

                                       allora le nostre fragili parole
                                           piene di un lontano sociale 
                             già precipitavano in minoritaria lucidità 
                                  ma resistevano, mentre precipitavano

                                             (E. Abate, Prof Samizdat)

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Il futuro dell’umanità: Infanzia e Alberi

Disegno di Giada d’anni 4

di Giuseppe Natale

Fortunatamente condizionato dal mio impegno nell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), sono portato a coltivare la memoria storica e collettiva : in particolare di quella che riguarda le lotte sociali e le conquiste dei diritti umani , la resistenza e il movimento partigiano di liberazione dal nazifascismo, per la libertà e la democrazia, l’uguaglianza e la fraternità tra i popoli. Continua la lettura di Il futuro dell’umanità: Infanzia e Alberi

Lingua di fumo

di Franco Arminio

Franco Arminio non ha bisogno di presentazione. I suoi libri di poesia hanno un successo che, di solito, altri autori possono soltanto sognare. Il che si presta sicuramente a diventare fonte di discussione anche critica, ma non può essere negato o rimosso. Il suo ultimo libro s’intitola «La cura dello sguardo» (Bompiani, 2020). Domenica 22 novembre un suo testo straordinario ha accompagnato lo Speciale TG1 con le drammatiche immagini del terremoto irpino del 23 novembre 1980. Uno Speciale che invito a vedere e rivedere all’indirizzo di RaiPlay. Con i versi “un po’ sbilenchi” di questa composizione prova, a suo modo, a fare poesia su Ciriaco De Mita, un personaggio politico che gli irpini conoscono bene. (D.S.) Continua la lettura di Lingua di fumo

Alta Irpinia: ultima chiamata

 

di Michele Panno

Ne abbiamo parlato durante l’estate. A 40 anni da quel tragico 23 novembre 1980, dal terremoto che colpì l’Irpinia, la situazione sociale dei cosiddetti “paesi dell’osso” è allarmante: si assiste ad un loro progressivo spopolamento e invecchiamento. Il post-terremoto rappresentò il più grande investimento di spesa pubblica nel Sud: 70 mila miliardi di vecchie lire. Inizialmente i comuni da ricostruire erano soltanto 16, quelli del cosiddetto “cratere”; successivamente diventarono 650, comprendendo anche Napoli e Salerno. In Irpinia furono investiti 6500 miliardi col risultato, tutt’altro che entusiasmante, di vedersi i centri storici distrutti. Oggi l’Irpinia è un mare di pale eoliche che non portano alcun beneficio agli abitanti e ogni anno 300 giovani fanno la valigia per emigrare.  Ne abbiamo parlato durante l’estate con gli amici. Ne ho parlato con Michele Panno, che ora ha 81 anni, ma allora ne aveva 40 di meno ed era impegnato insieme ad altri a dare alla ricostruzione un’altra prospettiva. A proporla, almeno. Continua la lettura di Alta Irpinia: ultima chiamata

Pertini e la volontaria di Milano

di Paolo Saggese

40 anni fa il terremoto in Irpinia. « Nella serata del 23 novembre 1980 un sisma di magnitudo 6.9 devasta l’Irpinia e provoca quasi 3000 vittime». Grazie al legame che Donato Salzarulo  ha mantenuto col suo paese, Bisaccia di Avellino, numerose sono su Poliscritture le testimonianze di quel che accade in quelle zone del Sud. Questa di Paolo Saggese  rende umanamente bene il clima di  afflato popolare  simboleggiato in quell’occasione dal presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il confronto implicito col presente dominato dalla pandemia e noi chiusi in casa è umiliante.  «La sera, davanti al fuoco, mangiando salsicce, si parlava di tutto, soprattutto di futuro», ricorda Saggese.  Cosa oggi impossibile. [E. A.]

Ognuno di noi ha sedimentate nella memoria alcune immagini indelebili, che hanno fatto la storia della nostra Nazione. Alcuni di questi fotogrammi hanno per protagonista il Presidente Sandro Pertini, in particolare due immagini, una di gioia spontanea, l’altra di dolore.

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