Tutti gli articoli di Ennio Abate

Per l’assassinio di una giovane donna a Cologno Monzese

di Ennio Abate

Atqaoui, cresciuto anch'egli a Cologno ma poi trasferitosi a Vimodrone, non aveva passato la serata con la ex, a differenza di quanto era emerso all'inizio. Avrebbe usato un coltello da cucina, recuperato all'interno dell'appartamento, nel quale si è introdotto senza che Sofia, andata a dormire dopo le 6, si sia accorta di nulla. In casa c'era anche un'amica della 20enne: anche lei dormiva, all'oscuro del dramma, venendo poi ascoltata come persona informata sui fatti nella Tenenza dei Carabinieri.

Poi i fendenti alla gola e la fuga del 23enne, con i vestiti insanguinati, fino a raggiungere il Comando della Polizia Locale di largo Salvo D'Acquisto. Qui, intercettando una pattuglia, si è consegnato e ha ammesso le proprie responsabilità, cosa che ha poi fatto anche in occasione dell'interrogatorio davanti al Pm tenutosi ieri pomeriggio terminato con il fermo di indiato di delitto, venendo poi condotto nel carcere di Monza.

(da https://primalamartesana.it/cronaca/omicidio-di-cologno-sofia-uccisa-nel-sonno-dallex-fidanzato-con-un-coltello-da-cucina/?fbclid=IwAR107czAGtr6394K2SCCuJFonEFL3juSFYyoL64rzQ5dvN-nujOobqXGitY)
Continua la lettura di Per l’assassinio di una giovane donna a Cologno Monzese

Criticare, non calpestare Walter Benjamin

a cura di Ennio Abate

Da tempo su FB sempre meno mi sento di entrare  in polemica con  persone che mi paiono intelligenti, preparate e  affrontano le stesse questioni  (globalizzazione, populismi, nazionalismi, imperialismo, neocolonialismo,   guerra in Ucraina,  oltrepassamento  o riconferma della distinzione  tra destra e sinistra, abbandono o ripensamento delle opere dei  nostri “antenati”), sulle quali – da isolato –  io pure continuo a riflettere.  Perché le posizioni  che si confrontano sono sempre più divaricate e inconciliabili. Eppure a volte mi chiedo. ma perché dargliela per vinta? perché tacere sulle differenze che – pur in una apparente ricerca comune –  vengono fuori?  E allora mi sento di intervenire e di ragionare in pubblico.  Pur sapendo che lo scambio è diseguale e viziato in partenza dai rapporti  (sfavorevoli) di potere tra me (un isolato) e loro (ben inseriti e appoggiati da solide istituzioni). E’ il caso di questa mezza discussione su Walter Benjamin con il filosofo Vincenzo Costa (qui).  Pubblico l’istruttiva cronaca  dello scambio. Che ripropone per me la domanda cruciale: criticare sì, ma in quali modi e per quale progetto.  Continua la lettura di Criticare, non calpestare Walter Benjamin

Tabea Nineo, Quadro del cavaliere, 2016

Proprie accussì. Ere sempe chillu cacacazz’e e l’Imperatore Enrico IV ca o minacciave n’ata vote. Allore o Guiscarde ricette ao figlie Boemonde: Piensece tu a cuntinuà a guerre, io torne in Italia pe tirà fore o Pape rae guaie. E accussì sbarcaie a Otrante e arrivaie a Rome ca ere assediate ra e tedesch’e. Ce trasette a maggie 1084 cu n’esercite e seimile cavaliere e trentamile surdate a piere e facetta na strage. Tiraie fore o Papa, ca s’ere asserragliate a Castelsantangelo e so purtaie a Salierne, ca Rome ere distrutte.

( da A principesse Sichegaite, qui)

Una poesia di otto anni fa sulla Grecia (e la Francia)

di Ennio Abate

GRECIA, VECCHIA SEI, DIMMI COSA SEI E SAI

Come potevano tagliare il mantello
e dividerlo con l’ignudo al freddo
se ambivano bere nei calici
della Grecia aristocratica?

Come potevano credere che i dannati
della terra, avendo eruttato
la loro rabbia solo tra le crepe della storia,
fossero inesistenti e da sbeffeggiare?

Oh, caldi nipotini di Danton, algidi
epigoni di Robespierre, ascoltatela
la vecchia madre Grecia, non l’antica!

Storia. Storie.

di Ennio Abate

Ahi, noi! I finti vivi
respiranti sazi e distratti
intenti alle proprie
- intere (crediamo) -
assorbenti storie!

Parziali racconti, invece.
Come ceneri del lusso
salgono in vecchi e illustri camini.

Fuori nuovi corpi migranti
s’affaticano in crani già più smussati.
Riprendono in lingue ibride
parole comuni
bisogni di sempre.
Guerreggiano in altre forme
sui nostri morti passati.
Prosciugano i riflessi di sole
nelle pozzanghere d’Occidente
dove la nostra finì.

Unici.
Insopportabili.
Inconcepiti.

I partigiani ieri.
I moribondi ieri a Baghdad.
Les banlieues ieri e oggi.

(2006/2023)

P.s.
Leggendo su FB i commenti di Maria G Meriggi e Lanfranco Caminiti sui fatti di Francia.

In morte di Silvio Berlusconi

Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo
E a brucar serio e lento seguitò.
(da Giosuè Carducci, Davanti San Guido)Commenti sparsi

Ennio Abate
Questo è il padre politico del CETOMEDISMO (italiano) che ha raso al suolo la sinistra.

Continua la lettura di In morte di Silvio Berlusconi