Tutti gli articoli di Ennio Abate

Davanti al dolore degli altri

Dana Schutz, Open Casket

17/06/202017/06/2020 RICCARDO VENTURI da https://antinomie.it/index.php/2020/06/17/davanti-al-dolore-degli-altri/

Stralcio:

La risposta più ferma e convincente alla censura moralista invocata da Hannah Black viene da un’altra artista, di origine cubane questa volta, Coco Fusco (Censorship, Not the Painting, Must Go: On Dana Schutz’s Image of Emmett Till, in “Hyperallergic”, 27 marzo 2017). Le sue parole sono così preziose e utili per noi oggi che le citerò estesamente:

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Sandro Briosi/Italo Svevo

Sei stralci dalla Premessa di Marco Gaetani a cura di E. A.

1.

Il commento cui Briosi si riferisce nel 1993 come «in corso di stampa» in realtà non vide mai la luce ed è quello che il lettore ha ora davanti a sé, a distanza di più d’un quarto di secolo.

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Rettifiche di una lettura

di Rita Simonitto

Approfitto dello spazio che Ennio mette a disposizione di chi vuole partecipare alla vita di Poliscritture, non solo per integrare con alcune mie osservazioni la sua pur precisa e sensibile disamina al mio Libro di poesie, ma anche per mettere giù due veloci righe a proposito della apertura del lock down, a seguito del Coronavirus.

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Aggiornamento 13.6.2020

Poliscritture è stata rivista semestrale cartacea  dal 2005 (numero zero) al 2017 (numero 12). I suoi numeri sono scaricabili gratuitamente qui in pdf  e continua ad essere sito (www.poliscritture.it). Dall‘aprile 2018 con il fallimento del passaggio a una Poliscritture 2 (quiqui e qui) e lo scioglimento della redazione la rivista esce soltanto on line a cura di Ennio Abate.

L’idea base di Poliscritture resta quella presentata nell’editoriale del numero zero
(maggio 2005) (qui la versione completa). E il sito continua a pubblicare una varietà di  scritture (di politica, filosofia, letteratura, poesia, arte, scienze e storia) comunque tese a ripensare una cultura (antica e nuova) della polis e della piena democrazia. E’ evidente, però, che da solo posso (e non so per quanto tempo ancora) essere un semplice supplente del noi che manca.

Ennio Abate


13 giugno 2020 aggiornamento delle pagine (sotto la testata) e delle categorie degli articoli

Su “Per ordine di verso” di Rita Simonitto

di Ennio Abate

1.

Ho letto questo libro partendo dalla Nota dell’autore posta alla fine, dove Rita espone la genesi della sua poesia. Che – scrive – è ricomposizione di “frammenti di storie” o di “esperienze private” in “una storia unica” secondo un “ordine” (o forma) che è quello imposto dai versi. Da qui il titolo, che – precisa – non corrisponde, di per sé, ad un “ordine di senso”. Eppure la bella foto di copertina riempita di foglie macerate sì ma di colori intensi su uno sfondo nero cupo – un riferimento alla canzone “Les feuilles mortes “ del 1946? – è più di un suggerimento. Con una metafora, che è anche un omaggio al mondo contadino della sua infanzia, Rita paragona le quattro sezioni del suo libro a “fasci di mannelle” e il lettore è invitato a scegliere singole spighe-poesie avendo riguardo per l’”insieme”.

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Un disegno, una poesia

Questo disegno (Figura con cesta di frutta, 1983 pennarello) lo feci  mentre ero commissario d’italiano e storia agli esami di maturità. Mi pare a Legnano quando conobbi la Franca Ricci. Gli anni dovrebbero essere gli Ottanta. Tiro a indovinare 83-84. Devo averlo buttato giù su un foglietto di appunti e poi ritagliato. La figura è come sospesa sul piede destro. La mano  sinistra giganteggia e fa tutt’uno con l’avambraccio. Fa capolino il volto che non si capisce bene se maschile o femminile e piccolo, sproporzionato, dunque, rispetto al corpo. La parte centrale ( gonna o schermo decorato) stacca nettamente il bianco della gamba e quello del petto e della mano. Lo stesso fa il nero tratteggiato della “cesta”, che potrebbe anche essere una sorta di cappellone messicano. Sopra ci sono forme tondeggianti. Potremmo pensare a della “frutta”, ma anche a dei “pani”. C’è qualcosa della  grafica un po’ primitiva sudamericana. Importante e il gioco della linea che costruisce mano e avambraccio. Il senso è quello di un equilibrio instabile. [E. A]

[10 luglio 2012]

da Narratorio grafico di Tabea Nineo

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Appunto del 6 gennaio 2013

Il Narratorio di Tabea Nineo è soprattutto grafico. Tra 1976, anno in cui riprendo a disegnare con una certa  costanza, e anni ’80-’90 ho soprattutto lavorato in b/n usando il vecchio pennino intinto nella boccetta d’inchiostro di china. Mano mano e più tardi ha preso spazio il colore. E ho usato soprattutto l’olio. Sia disegnare a china che dipingere a olio sono tecniche “superate”. Perché sono rimasto ancorato ad esse? Non per astratta nostalgia. Credo di aver  risposto (tardi, ma questa è un’altra questione) al sogno che mi ero costruito sulla base dell’esperienza vissuta da ragazzo e da giovane. L’inchiostro da usare col pennino era d’uso comune (e spesso difficile) per noi ragazzi del dopoguerra che arrivavamo a scuola. E la pittura ad olio era quella di cui avevo potuto vedere qualche esempio dal vivo in qualche vetrina di negozio a Salerno. Ma fu quella che m’impressionò di più attraverso le riproduzione della grande pittura moderna (dagli impressionisti a Cezanne alle avanguardie del Novecento) apparse negli inserti  illustrati  del settimanale Epoca  (mi pare di ricordare tra 1956 e 1959), che mio padre acquistava.

[6 gennaio 2013]

Ricordare i morti per coronavirus di Cologno Monzese

#pandemiaacologno

Appello di Ennio Abate e Mauro Cambiaghi

                                    e noi, che involge rinnovato strazio,
                               ci separiamo infine – separarsi è la morte
                                                                 (Goethe) 

Cologno Monzese, oltre ai normali decessi, ha perso negli ultimi mesi più 100 dei suoi abitanti a causa del coronavirus. E questo lutto collettivo è stato vissuto dai parenti di chi è morto in un preoccupante e inquietante silenzio della comunità cittadina.

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寒 山 Han Shan

Il Poeta Folle

a cura di Enzo Giarmoleo

Han Shan è il nome del poeta eremita conosciuto in occidente come il folle illuminato, il lunatico Zen, che visse in Cina sulle Montagne selvagge di Tiantang, nella provincia di Zhejiang. Gli studiosi, che non dispongono di dati precisi, collocano il poeta tra il sesto e il nono secolo d.C, periodo della dinastia Tang. L’immagine agiografica lo rappresenta ilare, trasandato, con in mano un rotolo di pergamena.

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