di Antonio Sagredo
L’Apollo di Lissa io degusto con Stephen. Dedalus d’aromi e linguistici suoni, quanti misteri d’Irlanda io compresi sotto i portali di scoperta e la famosa torre che non vidi mai? Ma la statua dell’anima nell’unica città dov’io mescendo sangue vivrei in contumacia e con lei nel bordello, lì, con pensili pensieri e lingue a due passi tra oscure selve e cosce di linguaggi. Sotto il pontecanale forse c’è un’anima seconda, la penna e la stampa che Gutenberg sbalestra a ogni bivio trivio e quadrivio tra archi di trionfo - e dei due Giacomi mangiagelati quale l’ottimista dell’infinito che è dato, e che non possiamo eliminare? Roma, 11 aprile 2012