di Ennio Abate
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Preparando una replica a “Il poeta Bovary” di Matteo Marchesini (4)
di Ennio Abate
Sempre a supporto della riflessione sulla poesia contemporanea messa in moto dalla mia lettura del testo di Matteo Marchesini, ripubblico un mio intervento al Convegno della rivista di Massimo Parizzi, “Qui. Appunti dal presente” – Milano, maggio 2005. Continua la lettura di Poesia e presente
Riordinadiario 3-7 marzo 2023
di Ennio Abate
….meno colognosità. Pubblico i miei interventi, i commenti di amici e amiche, i documenti (manifesti, comunicati stampa) già comparsi negli ultimi giorni sulla pagina FB di POLISCRITTURE COLOGNOM. Ruotano attorno al problema del vuoto politico, che si svela nella sua miseria a Cologno Monzese, città dell’hinterland milanese di ex immigrati che votavano a sinistra e ora votano Lega e Fratelli d’Italia. La discussione ha per tema le prossime – si terranno a maggio – elezioni comunali. E dà uno spaccato veritiero e allarmante della crisi politica come oggi viene rappresentata (o teatralizzata? o annacquata?) nella mente e nelle parole di individui concreti in una situazione dannatamente concreta. E finora senza vie d’uscita. Ci si dibatte, infatti, tra vecchie logiche di partito e ricerca di un nuovo che stenta a essere definito. Colognom come microcosmo dell’Italia d’oggi? Può darsi.
Continua la lettura di Poliscritture Colognom. Per fare un sindaco ci vuole…
Preparando una replica a “Il poeta Bovary” di Matteo Marchesini (3)
di Ennio Abate
Questo lungo saggio era comparso sul n. 7 inverno 2003/ 2004 della rivista INOLTRE edita dalla Jaca Book. Pur silenziato da poeti e critici allora operanti – quasi tutti hanno preferito poi andare in direzioni opposte all’ipotesi di poesia moltitudinaria e esodante da me proposta alla discussione – lo ripubblico in questo cupo 2023. Come documento di riflessione. Esistono ancora minoranze o singoli che non si sono rassegnati alla cancellazione di ogni dialettica tra poesia e politica. Malgrado la crisi di entrambe. E prima o poi bisognerà pur venir fuori dai pantani dell’iperspecialismo pseudo-accademico o della spettacolarizzazione dell’io liricheggiante in cui in troppi si sono cacciati. Continua la lettura di Poesia Moltitudine Esodo
Preparando una replica a “Il poeta Bovary” di Matteo Marchesini (2)
di Ennio Abate
Questi appunti sono il bilancio personale della esperienza del Laboratorio Moltinpoesia di Milano (2006-2012).
Continua la lettura di Piccola commedia umana del “Laboratorio Moltinpoesia di Milano” (2006- 2012)di Ennio Abate
Prima di rispondere in modo meditato a quest’articolo comparso sulla pagina FB di Matteo Marchesini (qui e in Appendice) pubblico questa mia poeteria sul tema del luglio 2015.
Continua la lettura di Preparando una replica a “Il poeta Bovary” di Matteo Marchesini (1)di Ennio Abate
Ad Acerno conobbe pure – e poi si scrisse con lui una o due lettere – un simpatico giornalista che si faceva chiamare Rik. Aveva i capelli rossicci, i baffetti alla Clark Gable e lavorava a Roma nella redazione de Il Vittorioso. Un giornale per ragazzi ben scritto e ben disegnato da gente che stava dalla parte dei preti e della Democrazia Cristiana.
A Chiero i primi numeri – si era nel 1949 – glieli avevano venduti in parrocchia e s’era subito appassionato. Nannìne, sempre con la preoccupazione di risparmiare perché in casa solo Mìneche portava lo stipendio, cercò di frenare quelle piccole ma continue spese. Chiero leggeva, leggeva. Ora voleva farsi comprare un nuovo romanzo esposto nella vetrina della libreria delle suore Paoline – fosse Robin Hood o Ivanhoe. Ora insisteva per ottenere da Eggidie anche i soldini del suo salvadanaio per correre a comprare i primi libri con la copertina grigia della BUR che cominciavano ad uscire. Di fronte ai rimproveri di Nannìne, Chiero s’infuriò e strappò i giornali. Poi pianse e strillò finché chella povera femmene per consolarlo finì per fargli l’abbonamento a Il Vittorioso. Continua la lettura di Le contorsioni di Chiero (4)
di Ennio Abate
Avvertito dalla signorina Dag, ricomparve ronn’Enze To – il prete che aveva giudicato i ragazzi di San Domenico degni di vincere o gagliadette. Adesso era il direttore spirituale del campo estivo ad Acerno. Un giorno, venuto a Salerno per certi suoi impegni diocesani, salì a piedi fino alla casa in Via Sichelgaita per convincere Mìneche e Nannìne a mandare Chiero a quel campeggio. Appena lo vide dal balcone, il ragazzo – sorpreso e felice – scese di corsa le scale e in strada gli saltò tra le braccia. Proprio come faceva con Nannìne (ma mai cu Mìneche!). Affacciate al balcone, le signorine Bonomo guardarono la scena incuriosite e pettegole. Continua la lettura di Le contorsioni di Chiero (3)
di Ennio Abate
Gli anni seguiti alla settimana in seminario – dieci circa! – furono per Chiero di contorsioni. Sempre nel minestrone della vocazzione – cattolica, salernitana, parrocchiale, scolastica – stava. E là dentro si contorceva.
Continua la lettura di Le contorsioni di Chiero (2)
Riordinadiario 2000
di Ennio Abate
Se n’è andato anche Giampiero Neri. Con Danilo Montaldi, Franco Fortini, Giancarlo Majorino, Renato Solmi e Michele Ranchetti – diversissimi tra loro, distanti o addirittura contrapposti per orientamenti poetici, politici e culturali – anche lui ha rappresentato per me una figura della generazione dei possibili padri. Da interrogare dal vivo e mediante la lettura delle loro opere. Da comprendere ma anche da mettere in discussione. Al di là delle automitologie personali o dei loro cortigiani, seguaci e amici più intimi. L’ho fatto per quanto mi è stato possibile. Oggi ricordo Neri pubblicando i miei appunti di diario sui tre incontri che ebbi con lui prima della purtroppo infelice ed equivoca nostra comune esperienza nella rivista Il Monte Analogo (qui). Ciao Giampiero. Continua la lettura di Tre incontri con Giampiero Neri