Cos’è Poliscritture?

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Poliscritture è stata dal 2005 un sito  (www.poliscritture.it) ma contemporaneamente anche  rivista semestrale cartacea  fino al 2017 (e i suoi 12 numeri sono scaricabili gratuitamente qui in pdf ).

Ha continuato ad essere poi soltanto sito: – fino all‘aprile 2018 con una sua redazione [1];  – dopo il fallito  passaggio a una Poliscritture 2 (qui, qui e qui) e lo scioglimento della redazione la rivista è uscita soltanto on line a cura di Ennio Abate fino a maggio 2021.

Dopo il fallimento nel 2021 anche del Cambio di passo (qui) che faceva sperare in una terza fase (Poliscritture 3) con una nuova redazione collettiva, la rivista prosegue esclusivamente «a cura di Ennio Abate» (Cfr. qui)

L’idea base di Poliscritture resta quella dell’editoriale del numero zero (maggio 2005):

poli-S-crittureQuesta è, dunque, una rivista di scritture plurali, come dice il titolo stesso. Ma in esso abbiamo inserito una ‘S’ in rosso, che evoca in sottofondo la polis, la città, fonte antica e più o meno mitica della politica e della democrazia. Vogliamo così segnalare ai lettori non una patetica nostalgia dell’antico ma l’intenzione di ristabilire in nuovi modi una tensione costruttiva tra scritture e politica che oggi si è perduta. E intendiamo farlo innanzitutto promuovendo il dialogo critico tra una parte almeno dei molti scriventi di massa, che oggi, digiuni o quasi di studi umanistici o vagamente acculturati su quelli scientifici, producono testi di ogni genere, e quanti, ancora critici e memori della lezione universalizzante dei “classici” (compresi quelli del Novecento), scrivono di filosofia, letteratura, arte, scienze e storia.”


 (qui la versione completa).

Ennio Abate, 8 ottobre 2022

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COLLABORAZIONI
Chi vuole proporre testi (preferibilmente brevi e comunque non oltre i 20.000 caratteri, spazi inclusi, tranne eccezioni) può spedirli a 
poliscritture@gmail.com o a ennioabate@alice.it. Se per posta normale, indirizzare  a: Ennio Abate (Poliscritture), via Pirandello, 6 – 20093 Cologno Monzese (Milano). In tale caso il materiale non pubblicato non sarà restituito.


Hanno fatto parte della redazione fino a marzo 2018

Luca Ferrieri

Luca Ferrieri Sono nato a Milano nel 1953. Lavoro come responsabile dei servizi culturali, bibliotecari e educativi presso il comune di Cologno Monzese (MI). Ho pubblicato diversi saggi sulla lettura e sui lettori, da Il lettore a(r)mato (Stampa Alternativa, 1993) a Tra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire (Olschki, 2013). Miei articoli e interventi sono usciti su diverse riviste come “Biblioteche oggi”, “Sfoglialibro”, “Culture del testo”, “Effe”, “Rivisteria”, “Poliscritture”, “Alfabeta2”, ecc. Collaboro con il blog Gruppo/i di lettura. In passato ho scritto anche alcune raccolte di
poesia, come L’amore senza (finalista al premio Laura Nobile, 1993), Bollettini del traffico (1996), Se tu mi leggerai, Il PulcinoElefante, 1997.

Cristiana Fischer Ho insegnato (storia e filosofia, poi sono entrata di ruolo in lettere) per molti anni e insieme ho scritto per giornali popolari a larga diffusione. Ho fatto parte della Libreria delle Donne di Milano. Ora vivo in mezzo a un bosco, in Abruzzo. Scrivo solo poesie e racconti. Leggo soprattutto poesia, filosofia e testi divulgativi di scienze fisiche e matematiche.

Marco Gaetani

Annamaria Locatelli  Nata a Lodi nel 1948, risiedo a Milano, quartiere Corvetto, da oltre quarant'anni. Ho insegnato nella scuola primaria e partecipato alle attività di gruppi come Moltinpoesia e Ogginpoesia e di scrittura autobiografica presso la LUD. Ora mi interesso di problemi delle periferie urbane.

Donato Salzarulo

Donato Salzarulo Educatore, ex dirigente scolastico, vivo e lavoro nell'hinterland milanese. M'interesso di poesia, pedagogia e politica. Ho scritto su vari autori e pubblicato su blog e riviste locali e nazionali. Per le Edizioni Dente di Leone (casa editrice di mia fantasia) ho pubblicato: L'ultima neve (2006); Sipario d'amore (2007); La spilla da balia (2007); Questa città. Parte prima (2007); Il mio maestro (2008); I lampi della magnolia (2008); Dal Paese d'argilla (2010); La vita sospesa. Appunti da Cairano (2011); La taverna del portoghese (2011); Un racconto di Dürrenmatt e la funzione Fortini (2012).

Giulio Toffoli

 Giulio Toffoli (Milano, 1951) Laureato in storia e filosofia all’Università degli Studi di Milano, risiede a Brescia. Vive fra i suoi libri in operoso ozio, contemplando il grande vigneto urbano posto alle falde del monte Cidneo. Ogni tanto incontra un amico che chiama il Tonto e con cui dialoga.

Hanno fatto parte della redazione fino a novembre 2017

Marcella Corsi
Marcella Corsi
Nata a Milano (1950), dalla fine degli anni ‘60 vivo a Roma. Laurea in lettere classiche e approfondimenti in demoantropologia. Come conservatore museale ho pubblicato saggi soprattutto di antropologia storica. Tra questi cito, perché forse di qualche interesse generale, Nel cuore del cuore della Roma popolare? (in "Lares", LXXII, 3, sett.-dic. 2006). Tra le pubblicazioni di poesia: Cinque poeti del premio “Laura Nobile” (Scheiwiller, Milano 1992); Hanno un difetto i fiori (Amadeus, Cittadella [PD] 1994); Distanze (Archivi del ‘900, Milano 2006, premio Antonia Pozzi per l'inedito); Il vento, il riso, il volo. Versioni dai Poems di Katherine Mansfield (link 1 e link 2) (Galaad, Giulianova [TE] 2010, finalista premio Marazza). Mi interesso di ecocritica e cerco di praticarla ( link 1 e link 2).
Fabio Ciriachi
Fabio Ciriachi
Sono nato a Roma nel 1944. Con la silloge “Dissidenze”, in 7 poeti del premio Montale (All’insegna del pesce d’oro, 1991), sono tra i vincitori del Premio Montale 1990 sezione inediti. Ho pubblicato racconti: “Solo per somiglianza” in La mia città senza grazia, antologia del Premio Anna Maria Ortese 2004 (Empiria, 2005), “Un poeta all’inferno” in Renault 4 – Scrittori a Roma prima della morte di Moro (Avagliano, 2007). Le raccolte di poesia L’arte di chiamare con un filo di voce (Empiria, 1999), Il giardino urbano (Empiria, 2003), Pastorizia (Empiria, 2011). La raccolta di racconti Azzurro-cielo e verde pistacchio (Edimond, 2008). I romanzi Soprassotto (Palomar, 2008), L’eroe del giorno (Gaffi, 2010, premio Passioni), Le condizioni della luce (Gaffi, 2013). Ho tradotto dal francese l’opera di David Mus Qu’alors on ne se souviendra plus de la mer Rouge (Ragage/Empiria, 2005). Ho recensito libri per la Repubblica, il Manifesto, l’Unità.
Salvatore Dell'aquila
Salvatore Dell’Aquila
Nato nel 1954 a Roma, città dove ho sempre vissuto e studiato. Maturità classica nel 1973 (Liceo ginnasio statale Luciano Manara); laurea in Medicina e Chirurgia nel 1980 (Università Cattolica del Sacro Cuore, tesi in Clinica Psichiatrica). Dal 1981 esercito il mestiere di medico di famiglia. Diplomato in Medicina Cinese Tradizionale e Agopuntura (Beijing College, Pechino), da quasi trent’anni esercito anche questa pratica terapeutica; insegno Agopuntura dal 1993 (dapprima Università Carlo Bo a Urbino, poi Sapienza e Tor Vergata a Roma). Scrivo poesia dall’adolescenza e ho pubblicato in proprio due piccole raccolte: Isola (1972) e Giochi di memoria (1984). Dal 2009 pubblico prose e poesie nella rivista Poliscritture.
Andrea Di Salvo
Andrea Di Salvo
Dal 2010 curo la rubrica Vìride. Critica del giardino su Alias, supplemento culturale del quotidiano Il Manifesto. Curo per la collana Habitus di Derive Approdi i volumi su Giardini e Paesaggio di Gilles Clément e Lucilla Zanzazzi. Storico di formazione (Mph a Venezia), lavoro nel mondo dell’editoria e ho insegnato per oltre dieci anni "Editoria e tecnica dei nuovi media" all'Università La Sapienza di Roma. Master in Architettura del paesaggio presso l’Istituto Quasar di Roma, studio, ragiono e ardisco progettare giardini (nel 2010, ho vinto il Festival internazionale dei giardini di Ponte de Lima in Portogallo). Ho collaborato ai numeri 8 e 10 di Poliscritture.
Giorgio Mannacio
Sono nato in Calabria nel 1932 e salvo il periodo bellico (1942-1945) sono sempre vissuto e ho lavorato a Milano e negli immediati dintorni. Cultura originaria: umanistica. Cultura di formazione: giuridica. Cultura di elezione: poesia e filosofia. Ho scritto cinque libri di poesia (uno satirico). Rare incursioni nella narrativa. Ho pubblicato poesie su varie riviste e quotidiani ("Il Caffè", "Il Verri", "Alfabeta", "L'Almanacco dello Specchio"). Alcuni saggi teorici su poesia e meditazioni diverse sono usciti su "Molloy", "Colophon", "Ippocrene", "Monte Analogo", Poliscritture.
Roberto Renna
Roberto Renna
Nato a Roma nel 1956, più o meno non mi sono mai mosso. Attualmente insegno presso l’Istituto di Stato per la cinematografia e la televisione "Roberto Rossellini" (www.kinetoscopio.it) ovviamente di Roma. Sono laureato in storia del teatro con una tesi sul teatro nel Rinascimento e di teatro ho vissuto per un po’ lavorando come attore e regista. Ho lavorato diversi anni alla RAI occupandomi soprattutto di repertorio riguardante lo spettacolo leggero in TV e questa è forse la cosa di cui mi intendo di più. Ho realizzato per RAI e Fonit-Cetra diversi lavori antologici relativi al Varietà. Ho girato alcuni cortometraggi di argomento vario. Scrivo per me e per Poliscritture soltanto.

[2]

poli-S-crittureQuesta è, dunque, una rivista di scritture plurali, come dice il titolo stesso. Ma in esso abbiamo inserito una ‘S’ in rosso, che evoca in sottofondo la polis, la città, fonte antica e più o meno mitica della politica e della democrazia. Vogliamo così segnalare ai lettori non una patetica nostalgia dell’antico ma l’intenzione di ristabilire in nuovi modi una tensione costruttiva tra scritture e politica che oggi si è perduta. E intendiamo farlo innanzitutto promuovendo il dialogo critico tra una parte almeno dei molti scriventi di massa, che oggi, digiuni o quasi di studi umanistici o vagamente acculturati su quelli scientifici, producono testi di ogni genere, e quanti, ancora critici e memori della lezione universalizzante dei “classici” (compresi quelli del Novecento), scrivono di filosofia, letteratura, arte, scienze e storia.”

7 pensieri su “Cos’è Poliscritture?

    1. No, solo in poche librerie. Possiamo spedirle il cartaceo su richiesta se ci manda un recapito.
      I numeri usciti erano fino a poco tempo fa consultabili e scaricabili alla voce ‘Rivista in PDF, ma al momento non è possibile per un errore tecnico che stiamo riparando.

  1. premesse entusiasmanti, molto ambiziose
    sarà il vostrro modo di lavorare a fare la differenza
    uno stile è assai più complesso di una scelta di contenuti
    suggerisco il confronto
    con Leggendaria
    e chiedo come leggervi

    1. Qui ovviamente. E sul gruppo Poliscritture su FB, dove può iscriversi. Per il cartaceo mandi il suo recapito a poliscritture@gmail.com
      O, se preferisce, può scaricare i PDF dei numeri precedenti (tranne l’ultimo) andando in LA RIVISTA IN PDF sotto il titolo.

  2. RIVISTE (AMICHE O PIU’ O MENO VICINE?) OGGI: LA LETTERATURA E NOI

    “La letteratura e noi” è il nostro titolo. Ma questo “noi” cosa significa oggi?

    Si vive in un momento storico in cui la pandemia ha accresciuto frantumazione sociale e isolamento dei singoli e dei gruppi familiari. Il narcisismo, fenomeno tipico di questa epoca, si è sviluppato in forme di individualismo esasperato e di egoismo senza limiti. L’idea di libertà ha perduto la sua dimensione sociale e collettiva, per assumere l’aspetto di una diffusa egolatria, ignara dei diritti degli altri. La dimensione del “noi” si è smarrita. Contemporaneamente la pandemia ha rivelato però anche la necessità di un fronte comune nella lotta contro il virus e suscitato il bisogno di una solidarietà collettiva. È una contraddizione su cui lavorare.

    In questa situazione il “noi” può essere quello di un piccolo gruppo che fa un blog per difendere uno spazio di intervento e la propria sopravvivenza come comunità ristretta che pretende di interpretare i testi letterari e fornire spunti e temi a chi opera nel mondo della scuola. Nel medesimo tempo però questa comunità ristretta sa, o dovrebbe sapere, che esiste anche una comunità più grande. L’unica ontologia dell’essere, diceva un vecchio filosofo e critico letterario del secolo scorso, è l’essere sociale. Da questo punto di vista, insomma, la sfera del “noi” tende ad allargarsi e ad abbracciare tutti i possibili interpreti di un testo letterario, la comunità dei lettori nel loro complesso, e addirittura la società tutta come potenziale interprete non solo delle opere artistiche ma dei destini del mondo che esse raffigurano. Scrivere per un “noi”, e non per un “io”, comporta l’esigenza di confrontarsi con questo orizzonte più vasto. Il nostro “noi” da questo punto di vista vorrebbe preservare questa prospettiva. Non è solo uno stile di pulizia, di lavoro e di scrittura, ma un modo, pur consapevole della propria modestia, di tendere – anche attraverso questo stile – a un noi prospettico o “figurale”, come avrebbe detto Auerbach. Il nostro “noi” non è tanto appello a una difesa comune di uno spazio: è qualcosa da costruire insieme. Tende a un futuro non a salvaguardare un passato. Un’utopia? Forse. Ma senza una utopia come si fa oggi a insegnare letteratura in una scuola, a occuparsi dei testi letterari e di didattica, ad avere ancora fiducia nel lavoro culturale?

    ( Da “Il principio speranza” di Romano Luperini – https://www.laletteraturaenoi.it/index.php/scuola_e_noi/1461-il-principio-speranza.html)

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