di Valentina Casadei
Anna si era truccata per ore, rossetto rosso ferrari e shorts strappati inguinali. Elena le aveva scritto esci! ci sono, alle otto in punto. La sua amica era un orologio svizzero, proprio come Guglielmo, suo padre, che per ogni viaggio insieme le aveva portate all’aeroporto con un minimo di sei o sette ore di anticipo. Se l’aereo decollava alle quattro, Guglielmo le scaricava davanti all’aeroporto alle otto, per evitare problemi dell’ultimo minuto, come si giustificava sempre lui.
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