di Donato Salzarulo
Reversibilità Anassagora giunse ad Atene che aveva da poco passati i trent’anni. Era amico d’Euripide e Pericle. Parlava di meteore e arcobaleni. Ne resta memoria nei libri. Si ascolti però quel che ora va detto. Anche la grandissima Unione Sovietica e la Cina esistono, o l’Africa; e le radio ogni notte ne parlano. Ma per noi, per noi che poco da vivere ci resta, che cosa sono l’Asia immensa, il tuono dei popoli e i meravigliosi nomi degli eventi, se non figure, simboli dei desideri immutabili, dolorosi? Eppure - si ascolti ancora – i desideri immutabili dolorosi che mordono il cuore nei sonni e del poco da vivere che resta fanno strazio felice, che cosa sono se non figure, simboli, voci, dei popoli che mutano e si inseguono, degli uomini che furono e che in noi son fin d’ora? E così vive ancora, parlando con Euripide e con Pericle di arcobaleni e meteore, il filosofo sparito e una sera d’estate ansioso fra capre e capanne di schiavi entra ad Atene Anassagora. (da Franco Fortini “Poesie inedite” Einaudi, 1997)Continua la lettura di “Reversibilità”: due forme di trascendenza della vita privata