di Arnaldo Éderle
Dar voce alla musica
ecco cosa si propone la mia mano
per la seconda volta in questa Continua la lettura di Come vite nuove
di Arnaldo Éderle
Dar voce alla musica
ecco cosa si propone la mia mano
per la seconda volta in questa Continua la lettura di Come vite nuove
di Michele Nigro
Questo dotto e partecipe saggio ripercorre l’intera produzione in versi e in prosa di Arnaldo Ederle dal 1963 al 2014. Non è solo un omaggio affettuoso ad un poeta vivente, che su questo blog è ospite gradito da alcuni anni, ma una puntuale messa a fuoco dei temi fondamentali della sua poesia, delle sue scelte stilistiche e del suo spessore esistenziale e letterario. Nigro accenna velocemente agli inizi surrealistici come poeta «civile» e un po’ evangelico, ancora legato allo sperimentalismo (sanguinetiano). A suo parere si tratta di «un Ederle, comunque, “non-Ederle”», perché la maturità la raggiunge, in poesia, col ritorno alla lirica, alla «grande lezione della classicità»; e, in prosa, con la ripresa di un «rondismo mitigato» sulla scia dei «suoi virgiliani maestri e autori, Eliot e Pound per la poesia e Raboni per la prosa». Solo così Ederle inizia una sua personalissima «recherche […] diversa da quella proustiana – ma non meno intensa» e trova i suoi temi fondamentali: l’esperienza coniugale e paterna, la rievocazione dei propri morti (e soprattutto del padre), la «conciliazione col femminile», l’amicizia (in particolare con il compianto poeta veronese Giuseppe Piccoli), l’incomunicabilità. Due di tali temi appaiono particolarmente vivi e carichi di risonanze “generazionali”: – quello del rapporto con una complessa figura femminile, che si presenta ora come «maliosa Papagena», ora come Ofelia, ora come «Negrura («una donnina d’ebano», ma anche esotica «brasileira» o «afro-sudamericana o « Negrura-Lolita») e – nell’ultima raccolta «Le magnifiche donne di Glencourt» – con la corporeità inquietante di «nordiche amazzoni» che sconfiggono fiacchi maschi-gnomi; – quello della figura paterna “indebolita” («questo padre, così tenero e benevolente da somigliare a una madre che, un poco apprensiva, “controlli il pericolo”»). Temi che rileggerei alla luce di quelle «contese nelle quali potrebbe essere necessario “spolverare la selce”: l’amigdala paleolitica», che – non so se traviso le parole di Nigro – forse potrebbero essere indicate con due termini storici e politici precisi della fine del Novecento: movimento del ’68-’69 e femminismo. [E. A.] Continua la lettura di Sull’opera di Arnaldo Éderle
di Arnaldo Éderle
Ma ti viene in aiuto la musica!
C’era proprio bisogno della grande
possibilità che abbiamo noi uomini
di affidare a questi punti con l’asta
ciò che sentiamo rimbalzare nel cuore
e nella mente senza sapere cos’è.
Ci sono necessità che non sappiamo
decifrare altrimenti che non sappiamo
dichiarare o non sappiamo esprimere
con parole precise, con i segni
della convenzione: i piccoli ragni
che significano e che ci portano
luce all’intelligenza, quella cosa
che le altre presenze terrestri
sembra non abbiano. Continua la lettura di L’aiuto della musica
L’angela è l’essenza umana
dell’angelo, di quel mio
antico amore sparso
nel canto di Negrura, un’angela
nera che venne a visitarci
nelle nostre pianure
e nei nostri oceani d’acqua e di
terra, e lì si pose e visse
fino alla sua
morte. Continua la lettura di Canto dell’angela
(Respiro) a Nella/Tommasina
La gamba è fasciata con una stoffa bianca
poi comincia la protesi, non so
ancora com’è, ma la vedo è coperta da
da una forma simile alla sua realtà
il polpaccio il piede, è solo un po’ più
tenera della carne, ma è identica
al mezzo arto che non c’è più, ma in fondo
è quasi uguale all’altra di carne. Quando
sono nude le due gambe sono uguali,
la gamba destra è vera fino al ginocchio
si può palpare e goderne
e abbracciarla. Continua la lettura di Il mio batuffolo di cioccolata
di Arnaldo Éderle
Angela mia, mia piccola coccinella
tu che sei sempre lontana e vicina,
che mi pensi, così mi dici
sempre, che mi ami, che sei costante
mente vicina al mio debole
tormento, molto lieve e consolante
con la tua sola presenza
mia piccola coccinella dai puntini
neri su quel tuo manto rosso.bacio Continua la lettura di L’altra coccinella
di Arnaldo Éderle
Tre e mezzo, la discesa scende fino
a mezza costa, case nude senza uomini
né ragazzi, tutti sembrano intanati
dentro le stanze mute e senza porte.
Le finestre paiono dipinte sui muri
immobili marrone pesanti e prese
da ordini perentori e sicuri,
sembrano preesistiti inappuntabili quasi
disumane. Continua la lettura di Prima della Sorte
Martedì 4 novembre ore 18:00 Officina Coviello Via Tadino 20 – Milano
Introduce Ennio Abate
Presenta: Ivan Fedeli
L’Autore leggerà alcuni testi Continua la lettura di SEGNALAZIONE: Ederle